venerdì 2 giugno 2023

Kundalini Shakti


Kundalini Shakti (Kundalini and Quantum Physics) KS ! Vedanta Symposium 2017 


La Kundalini Shakti

La Kundalini è un fenomeno energetico estremamente importante che genera due grandi sentieri meditativi: la Kundalini yoga e la Kundalini tantra. Il risveglio della Kundalini fa parte di molte altre tecniche di meditazione.



La Shakti si trova nel Sahasrala (il settimo chakra) proprio sopra la sommità della testa ed opera da tale sede d'azione.

Sotto di essa, alla sommità del cranio, c'è la Buddhi superiore, (intelligenza, comprensione) sotto la quale, occupando il livello mediano del cervello, c'è la ragione, o Buddhi inferiore; sotto quest'ultima, alla base del cervello, si trova l'organo di comunicazione con il Manas (mente sensoria). Potremmo chiamare quest'organo la "comprensione".

La conoscenza, la ragione e la comprensione sono le tre parti del cervello. 

Queste funzioni si trovano nel corpo sottile, ma sono collegate alle parti corrispondenti del cervello fisico. Il Manas è nel petto, proprio sopra al cuore, ed è l'organo sensoriale con i suoi cinque Indrya subordinati.

Sotto il Manas, tra il cuore e l'ombelico, si trova Chitta (coscienza di base, mente emotiva, mente del cuore). Da quel punto fino all'ombelico ed oltre è la regione del prana psichico suksma (i piani sottili dell'essere). Tutti si trovano nel sukshmadeha, ma sono collegati ai rispettivi punti con lo Sthula Deha (il corpo materiale).

Due funzioni sono situate nello sthula deha stesso: il prana fisico o sistema nervoso e lo Annam o corpo materiale (materia grossolana).
Ora, la Volontà è l'organo dell'Ishwara o maestro vivente del corpo.
Essa opera attraverso tutte queste funzioni, attraverso la Buddhi per il pensiero e la conoscenza, attraverso il Manas per la percezione sensoriale, attraverso il Chitta per l'emozione ed attraverso il Prana per la fruizione.

Il termine si interpreta (traduce) in due modi:
  • kundal – che in sanscrito significa avvolgimento, ovvero qualcosa che è avvolto, e
  • kunda – che significa cavità – buca, il che si riferisce essenzialmente alla cavità nella qual è posto il cervello.
Simbolicamente, la Kundalini è raffigurata come un serpente addormentato, avvolto 3 volte e mezzo. 

Nell’ambito della Kundalini tantra e dello Yoga, il serpente rappresenta la saggezza. I significati del simbolo dei tre avvolgimenti sono:

per ciò che riguarda la nota vibrazione om oppure aum:
  • il passato,
  • il presente e
  • il futuro,
come stato di conscio:
  • la veglia,
  • il dormire e
  • il sognare.
i tre tipi di esperienza:
  • soggettiva,
  • sensoriale e
  • assenza di esperienza,
riferito ai tre guna (il condizionamento, la catena):
  • la forza d’iniziazione (azione),
  • la materia (l’inerzia) e
  • il Conscio umano (l’armonia).
La rimanente metà dell’avvolgimento simbolizza la forza potenziale della trascendenza.

Il concetto di Kundalini

Nel far conoscenza, tramite la letteratura, dei metodi di attivazione e utilizzo della Kundalini, negli ashram e durante i corsi, si nota che:

Il più delle volte la Kundalini è definita come:
energia divina, fatta scendere nell’uomo,energia sessuale che si può attivare e trasformare,energia creativa oppure energia di autoespressione, forza o energia primordiale, inconscio nell’uomo.
Vengono elencate molteplici condizioni per attivare e controllare la Kundalini:
esercizio pluriennale, isolamento, digiuno, astensione dall’attività sessuale, separazione dalla famiglia per un lungo periodo, speciali esercizi d’in dirizzamento (raccoglimento) dei pensieri e di controllo del respiro.
Sono date dettagliate descrizioni delle conseguenze del risveglio della Kundalini:
  • l’espansione del Conscio,
  • l’aumento del la creatività,
  • l’attivazione delle capacità paranormali e altro.
La Kundalini è un potenziale che, come dicono gli indiani, dorme in ogni uomo. Come struttura energetica, la Kundalini è in essenza la manifestazione di una parte del Conscio, e siccome il Conscio è indivisibile, la Kundalini è anche l’espressione del processo del Conscio come insieme.

Con il codice genetico dell’uomo è definito pure l’istinto del la riproduzione della specie come una delle manifestazioni del Conscio, con l’aiuto del quale si costituisce la struttura energetica iniziale necessaria per la riproduzione della specie. 

Ci si può solo immaginare la potenza (per meglio dire la possibilità) della parte di Conscio (o del Conscio come insieme), la quale permette la costituzione dell’Energia con l’aiuto della quale si riproduce la specie.

Quando funziona perfettamente, operando in ciascun organo secondo le sue capacità, l'azione della Shakti diviene Perfetta ed infallibile. Ma esistono due cause di debolezza, d'errore e di cedimento. Innanzi tutto, la confusione degli organi.

Se il Prana interferisce nella sensazione, nell'emozione e nel pensiero, allora la persona diventa anisha, schiava del Prana, vale a dire dei desideri. Se il Chitta interferisce con la sensazione ed il pensiero, allora questi ultimi sono viziati dalle emozioni e dalle loro corrispondenti voglie.

Se per esempio l'amore interferisce con la Buddhi, la persona diventa cieca rispetto all'oggetto del suo amore, non sa distinguere tra il giusto e lo sbagliato, tra kartavya e akartavya, in tutto ciò che riguarda l'oggetto del suo amore. Diventa in misura più o meno grande schiava delle emozioni, dell'amore, dell'ira, dell'odio della pietà, della vendetta ecc.

Nello stesso modo se il Manas interferisce con la ragione, la persona prende le proprie sensazioni per idee giuste o veri argomenti. Giudica basandosi su ciò che vede e sente in luogo di giudicare ciò che vede o sente.



Se, ancora, la ragione, l'immaginazione, la memoria interferiscono con la coscienza, la persona è tagliata fuori da ogni conoscenza superiore, vaga in tondo nel circolo interminabile delle probabilità e possibilità. Se, infine, persino la Buddhi interferisce con la volontà, allora la persona resta circoscritta al potere della sua limitata conoscenza, invece di avvicinarsi sempre più all'Onnipotenza.

In breve se una macchina o strumento è impiegata per un lavoro cui non è adatta, per cui non è stata creata o adattata fin dall'inizio, o non sarà per nulla in grado di fare il suo lavoro, oppure lo farà male in quanto si viene a creare dharma-sankara.. Quello che ora ho descritto è lo stato normale degli uomini prima che conquistino la conoscenza.

Tutto è dharma-sankara, confusione delle funzioni, cattiva amministrazione e governo incompetente o ignorante. La Volontà, il vero ministro, è ridotta ad un burattino dei funzionari di più basso rango che lavorano tutti per i loro scopi egoistici, interferendo l'uno con l'altro ed ostacolandosi l'un l'altro o favorendosi l'un l'altro in modo disonesto, per il loro tornaconto e a detrimento dell'Ishwara loro signore.

Egli non è più l'Ishwara, ma è anisha, diventa la marionetta e lo zimbello dei suoi servitori.Come mai lo permette? A causa di Ajnanam. Non sa, non si rende conto di quello che i ministri e i funzionari ed il loro innumerevole seguito di portaborse stanno facendo di lui. Che cosa è Ajnanam? E' l'incapacità di riconoscere la propria vera natura, posizione ed autorità.

Egli ha cominciato con il provare un profondo interesse per una piccola provincia del suo regno, il corpo. Ha pensato, "Questo è il mio regno." E' diventato lo strumento delle proprie funzioni fisiche. Così anche con l'essere nervoso, sensoriale, emotivo e mentale: egli si identifica con ciascuno di essi. Dimentica di essere diverso da loro, e molto più grande e potente.

Ciò che deve fare è riprendere in mano le redini del potere, ricordarsi di essere l'Ishwara, il re, il signore e Dio in persona.

Basandosi su questa presa di coscienza deve ricordarsi d'essere onnipotente. Ha al suo fianco un grande ministro la Volontà. Che egli sostenga e diriga la Volontà e la Volontà porterà l'ordine nel governo e costringerà i funzionari a fare ciascuno il proprio dovere in tutta obbedienza e perfezione.

Naturalmente, questo non accadrà subito. Prenderà tempo. I funzionari sono così abituati a lavorare nella confusione e nel malgoverno che all'inizio saranno recalcitranti a lavorare nel modo appropriato; e, d'altra parte, anche se volessero farlo lo troverebbero difficile. Non saprebbero nemmeno da dove cominciare.

Per esempio, qualora incominciate ad usare la vostra volontà, che cosa è probabile che accada?

All'inizio cercherete di usarla attraverso il Prana, il desiderio, la vaghezza, la speranza; oppure l'userete attraverso il Chitta, con emotività, eccitazione, aspettativa, o attraverso il Manas usando Cheshta, combattimento, sforzo, come se lottaste fisicamente contro la cosa che volete controllare; oppure userete la Buddhi, cercando di dominare il soggetto del vostro interesse con il pensiero, pensando "così sia", "che questo accada", ecc.

Tutti sono metodi che lo Yoghi usa per ritrovare il potere della Volontà: lo Hata-Yoghi usa il Prana e il corpo, il Raja-Yoghi usa il cuore, il Manas e la Buddhi.

Ma il metodo migliore sfugge a entrambi. Anche il secondo metodo è solo un ripiego che necessariamente comporta lotta, sconfitta e frequente disappunto. La Volontà è perfetta nella propria azione solo quando opera in modo indipendente da tutte queste cose, diretta verso il suo oggetto dal sahasradala, senza sforzo, senza emozione e ansietà, senza desiderio. Obbedisce sempre l'Ishwara, ma agisce in sé stessa e attraverso sé stessa.

Usa le altre cose, non dev'essere usata da queste. Ogni funzione per sé, - e la Volontà è la sua propria funzione.
  • Usate la Buddhi per la conoscenza, non per il comando;
  • usate il Manas per la percezione sensoriale, non per il comando né per la conoscenza;
  • usate il cuore per le emozioni, non per la percezione sensoria, la conoscenza o il comando;
  • usate il Prana per la fruizione, e per nessun'altra cosa.
Usate il corpo per il movimento e l'azione, non come una cosa capace di limitare o determinare la conoscenza, l'emozione, la percezione dei sensi, il potere di godimento. Dovete quindi mantenervi distaccati e comandare tutte queste cose come entità da voi separate. Esse sono semplici yantra, meccanismi; il Purusha è lo Yantri o signore del meccanismo, e l'elettricità o potere motore è il Volere.

Nel senso energetico del termine, il luogo di costituzione della componente inconsapevole di questa Energia – impulso, si trova nella parte del cervello sottostante la nuca, mentre il luogo di costituzione della sua componente consapevole, dell’impulso consapevolizzato, si trova nella parte centrale del cervello.

Portando sotto controllo questa energia, per meglio dire attivando la Kundalini del tutto, si avviano molti segmenti vitali del nostro essere e i benefici di questo si manifestano nell’intero Conscio. Per questo la Kundalini allarga il Conscio, sviluppa l’intelligenza e molte altre capacità ancora.

La Kundalini è dunque la manifestazione energetica di quella parte del Conscio che è geneticamente determinata per la riproduzione della specie, e che si esprime come Energia sessuale. 

Il risveglio della Kundalini è un processo di attivazione e impiego della parte di Conscio programmata per la riproduzione della specie per mezzo della sua manifestazione – l’Energia sessuale. Lo scopo di questa attivazione è la maturazione del Conscio come insieme.

L’Energia Kundalini passa attraverso i tre principali canali nadi all’interno della colonna vertebrale. Tutti e tre i canali partono dal fondo del coccige (dalla base della colonna vertebrale). La nadi Sushumna passa attraverso il canale centrale della colonna vertebrale (Energia Vitale). 

La nadi Ida arriva dalla parte sinistra (l’energia mentale, la Luna, bianca o blu, sistema nervoso parasimpatico). La nadi Pingala giunge dalla parte destra (l’energia vitale, il Sole, rossa, sistema nervoso simpatico).

Tutte e tre le nadi si incrociano poi nel Svadhishthana. Il movimento successivo dell’Ida e della Pingala è un alternato incrociarsi in ogni chakra. In questo tutti i canali sono all’interno della colonna vertebrale. I tre canali terminano nell’Ajna al livello dell’epifisi.


Questa è la vera conoscenza. Vi dirò in seguito come farne uso. E questione di pratica, non di semplice insegnamento. Colui che ha anche solo un poco di dhairyam, la calma costanza, usando il Volere può avvicinarsi per gradi alla padronanza del meccanismo.

Ma prima egli deve sapere; deve conoscere la macchina, il potere motore, deve conoscere sé stesso. Non è necessario che la conoscenza sia perfetta per cominciare, ma deve esserci almeno una conoscenza elementare, come quella che sto cercando di darvi.

Vi sto spiegando le diverse parti della macchina, la loro natura e le loro funzioni, la natura del Volere e la natura dell'Ishwara.


NOTE
Sahasradala: il settimo chakra detto Loto dei mille petali.
Buddhi: intelligenza, comprensione, il principio del discernimento.
Manas: mente sensoria.
Chitta:. coscienza di base, mente emotiva, mente del cuore.
Suksma: i piani sottili dell'essere, parti sottili dell'essere umano.
Suksma deha: il corpo sottile.Sthula deha: il corpo materiale.
Annam: corpo materiale, materia grossolana.
Kartavya e akartavya: il dovere, e ciò che non deve essere fatto.
Anisha: non signore, non padrone, soggetto alla natura.

Tratto dalla rivista edita a Pondicherry dall'Aurobindo Ashram "DOMANI", NOV 1989 PAG. 256.