venerdì 23 settembre 2022

You are not in, you are the Universe

 



You are not in, you are the Universe


“Every living being is an engine geared to the wheelwork of the universe. Though seemingly affected only by its immediate surrounding, the sphere of external influence extends to infinite distance.

Nikola Tesla“

A human being is a part of the whole called by us universe, a part limited in time and space. He experiences himself, his thoughts and feeling as something separated from the rest, a kind of optical delusion of his consciousness. This delusion is a kind of prison for us, restricting us to our personal desires and to affection for a few persons nearest to us. Our task must be to free ourselves from this prison by widening our circle of compassion to embrace all living creatures and the whole of nature in its beauty.”

Albert Einstein

“The universe is connected and alive and we are a part of the metric of space.”

Nassim Haramein

“You are not IN the universe, you ARE the universe, an intrinsic part of it. Ultimately you are not a person, but a focal point where the universe is becoming conscious of itself. What an amazing miracle.”

Eckhart Tolle

“You are a function of what the whole universe is doing in the same way that a wave is a function of what the whole ocean is doing.”

Alan Watts

“We are most probably here for local information-gathering and local-Universe problem-solving in support of the integrity of eternally regenerative Universe.

Buckminster Fuller

“Space is not empty. It is full…The universe is not separate from this cosmic sea of energy.

David Bohm“

Recognize that the very molecules that make up your body, the atoms that construct the molecules, are traceable to the crucibles that were once the centers of high mass stars that exploded their chemically rich guts into the galaxy, enriching pristine gas clouds with the chemistry of life. So that we are all connected to each other biologically, to the earth chemically and to the rest of the universe atomically. That’s kinda cool! That makes me smile and I actually feel quite large at the end of that. It’s not that we are better than the universe, we are part of the universe. We are in the universe and the universe is in us. ”
Neil deGrasse Tyson

“Get over it, and accept the inarguable conclusion. The universe is immaterial-mental and spiritual.”

R.C. Henry, Professor of physics and Astronomy at Johns Hopkins University



sabato 17 settembre 2022

Alta Major, Kundalini e i centri della vitalità


Alta Major, Kundalini e i centri della vitalità 


CENTRO ALTA MAJOR – CENTRI DELLA VITALITÀ

Situati nella testa vi sono sette importanti centri, oltre ai due centri primari Ajna (6) e Sahasrara (7), vi sono altri 5 chakra secondari, il più importante, Alta Major (1), è connesso al plesso carotideo.

Il centro Alta Major è in un certo senso la sintesi dell’energia del sistema nervoso, anche se è un centro minore, funziona come un importante centro, forma un triangolo con i due centri superiori della testa:
a. Il centro Alta Major (ghiandola carotidea);
b. Il centro della Testa (ghiandola pineale);
c. Il centro tra le Sopraciglia (corpo pituitario).
Situato nel punto in cui la colonna vertebrale viene a contatto col cranio, e perciò nella parte più bassa della testa, è costituito del grado più basso di materia eterica, materia del quarto etere. È il punto di incontro tra i fuochi della materia e quelli della mente. Il centro Alta Major, corrisponde a quel centro nervoso al sommo della colonna vertebrale dove questa quasi tocca il cranio.


Quando questa congerie di nervi è pienamente sviluppata, forma un centro di comunicazione tra l’energia vitale della spina dorsale (il fuoco di Kundalini) e l’energia dei due centri della testa frontale e coronale. È la corrispondenza fisica dell’Antahkarana sui livelli superiori. 

Quando l’Antahkarana è in via d’utilizzazione, è del pari impiegato il centro alta major, ed i tre centri della testa cominciano a lavorare come un’unità, formando così una specie di triangolo.

Corrisponde al midollo allungato e alla ghiandola carotidea. Alta Major è collegato con il corpo carotideo, che controlla sia il contenuto di ossigeno nel sangue e sia la respirazione. Alta Maggiore ha potente legame con cervelletto (movimenti muscolari volontari), il midollo allungato (respirazione, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna e anche collegamenti con gola e centro del cuore) e della colonna vertebrale.

Nella testa vi sono altri quattro chakra minori che portano a sette i centri (chakra), insediati nel cervello e collocati lungo la linea mediana della zona limbica. I Sette chakra della testa sono connessi ai Sette principali, di cui due si trovano nella testa (Ajna e Coronale) e cinque lungo la spina dorsale del corpo si trovano nella fronte e al centro della testa.

Ogni centro è sintetizzato da un suo corrispettivo centro presente nella testa, e quindi i restanti cinque centri corrispondono e sono in relazione con gli altri cinque centri o chakra del corpo, cioè gola, cuore, plesso solare, sacrale e basale. Alta Major corrisponde al centro basale, nel senso che è la sua porta superiore.

Alta Major è la sintesi nella testa dei quattro centri minori della testa.

I CHAKRA DELLA VITALITÀ

Il corpo eterico, che è la riproduzione esatta della sua controparte densa, è l’organo del fuoco attivo o radiante e, come è ben noto, il veicolo del prana. Esso ha la funzione di immagazzinare la luce e il calore irradiati dal sole, e di trasmetterli mediante la milza a tutte le parti del corpo fisico.

  

Sia la parte anteriore che la parte posteriore del chakra milza hanno le stesse funzioni. Il chakra anteriore della milza è situato nella parte mediana della costola inferiore di sinistra.

Il chakra posteriore è posto dietro di quello anteriore; è il maggiore punto d’entrata dei globuli di vitalità cioè del prana d’aria ed ha quindi una parte fondamentale nel benessere della persona.

Il prana d’aria o “prana bianco” che entra, è suddiviso nei prana rosso, arancio, giallo, verde, blu e viola i quali sono poi inviati agli altri chakra maggiori. Il chakra della milza fornisce energia agli altri chakra maggiori e al corpo fisico visibile. Ciò significa anche che gli organi vitali e i chakra maggiori dipendono sostanzialmente dal chakra della milza per l’energia pranica.

Il chakra della milza è doppio, ciò significa che ha due polarità, perché suo tramite l’energia vitale negativa (-) o ricettiva della materia e l’energia vivente del corpo eterico positiva (+) sono riunite. Il Chakra milza è, in media, più piccolo degli altri chakra nel corpo umano. La dimensione del Chakra milza è 1/3 o 1/2 di quella degli altri chakra.

Il centro di forza della milza rispetto agli altri centri è unico, poiché possiede l’importante funzione di assorbire i globuli di vitalità, dove vengono disgregati nei sette atomi ultimi componenti.

  1. I globuli di vitalità sono attirati al centro del chakra.
  2. I globuli di vitalità sono separati in sette particelle.
  3. Le particelle di vitalità, turbinando, sono trascinate dalle « forze secondarie.
  4. Le particelle sono prelevata dal corrispondente Raggio e inviate a destinazione
Ognuno dei sei raggi s’impossessa allora di una delle varietà di atomi e li invia a quel chakra o parte del corpo che ne ha bisogno. Il “prana bianco” che entra, è suddiviso nei prana rosso, arancio, giallo, verde, blu e viola i quali sono poi inviati agli altri chakra maggiori e di distribuirli nelle diverse parti del corpo fisico.


In definitiva, il chakra della milza fornisce energia agli altri chakra maggiori e al corpo fisico visibile. 

Ciò significa anche che gli organi vitali e i chakra maggiori dipendono sostanzialmente dal chakra della milza per l’energia solare pranica.

Ciò avviene però soltanto per sei qualità di atomi: il settimo, o atomo rosso-rosato, viene mandato attraverso il mozzo o centro del chakra splenico, donde viene distribuito a tutto il sistema nervoso. Gli atomi di color rosso-rosato sono gli atomi ultimi, che in un primo tempo si aggregarono gli altri sei per formare il globulo.

Questi atomi portatori di prana rosato costituiscono la vita del sistema nervoso (Il Doppio Eterico, A.E. Powell).

Figura 2. Rotazione del Chakra Splenico


Sebbene esistano sette diverse specie di prana, non vi sono tuttavia che cinque principali correnti, così come sono descritte in alcuni libri indù, perché — dopo la loro nascita dal chakra della milza — il turchino ed il violetto si fondono in una sola corrente, mentre l’arancione ed il rosso-cupo si fondono in un’altra.

Queste correnti escono dal centro splenico in senso orizzontale. Le particelle non utilizzate vengono espulse in tutte le direzioni dall’Aura di Salute, insieme alle particelle da cui è stato estratto il prana. Vengono pure continuamente espulse dal corpo umano particelle di materia fisica densa, mediante la traspirazione o in altri modi.

Quando la colonna vertebrale è in ordine ed allineata giustamente, e la milza libera da congestione ed in sane condizioni, vi sono pochi disturbi nel corpo denso.

Tre sono i centri del corpo essenziali per la vita:

  1. Il centro del cuore e lo stesso cuore fisico, dove si focalizza la vita dell’anima nella forma. Qui ha sede il principio vita (l’aspetto Spirito). Vita e Spirito sono una cosa sola.
  2. Il centro della testa e il cervello in cui alberga l’aspetto coscienza (l’aspetto Anima).
  3. l centro pranico e la milza, dove risiede la vita della materia stessa (l’aspetto Materia)

Milza centro e organo sussidiario connesso al centro del cuore.

La corrente di vita dinamica, entra nel corpo attraverso la testa, scende nel cuore dove si ancora e focalizza per tutto il periodo della vita. Una corrente minore di energia universale o prana, distinta dalla forza vitale individuale, entra nel corpo fisico attraverso la milza, dalla quale sale al cuore per unirsi al maggiore e più importante flusso di vita.

La corrente di vita dà energia al corpo fisico e lo tiene assieme in un tutto coerente e intergrato. La corrente pranica di energia vivifica gli atomi e le cellule di cui è composto il corpo (Trattato dei Sette Raggi,IV, 428).

Figura 3. Chakra del Cuore e della Milza



Attraverso la milza il principio vitale (situato nel cuore) si collega al sistema della coscienza, connettendo gli organi materiali e la sostanza atomica del corpo fisico. Ciò significa che nella regione in cui si trovano la milza e il corrispondente centro soggettivo di forza, s’incrociano due grandi correnti di energia: la vitalità o vita fisica e la coscienza degli atomi che compongono la forma.

Si osservi che si allude alla vita di gruppo subcosciente e non alla vita cosciente e all’autocoscienza. La milza è l’organo che riceve e trasmette il prana planetario o vitalità. Esso penetra per la “porta aperta” di quel centro di forza e perviene al cuore.

Qui si unisce al principio di vita individuale. Attraverso il centro della milza passa anche la vita cosciente della totalità delle cellule corporali che sono, a loro volta, recipienti dell’energia dell’aspetto o principio coscienza di tutti gli atomi e le forme del quarto regno della natura.

Non si pretende che ciò sia compreso per ora, ma col progredire dell’umanità se ne riscontrerà l’esattezza. Vi si può trovare un accenno all’eccessiva sensibilità del centro del plesso solare, agli impatti e alle impressioni ambientali di tipo astrale. Fra il centro della milza e il plesso solare esiste uno stretto rapporto, come con il cuore. (Trattato dei Sette Raggi, II, 64-65).

TRIANGOLO DI ENERGIA PRANICA

Le emanazioni di energia prana del sole sono assorbite dal corpo eterico non solo dal centro splenico ma anche attraverso certi centri che si trovano principalmente nella parte superiore del corpo e da lì sono dirette in basso al centro eterico della milza, che è la controparte di quell’organo nella materia eterica. Il maestro D.K. ci informa che il centro principale di ricezione del prana attualmente è un chakra tra le scapole.

Un altro chakra situato leggermente al di sopra del plesso solare è parzialmente assopito nell’uomo a causa degli abusi della cosiddetta civiltà.

Questi tre centri che formano un triangolo di energia pranica sono:

  1. Un centro tra le scapole (si presume quello in prossimità del timo);
  2. Un centro sopra il diaframma (si presume quello sopra il plesso solare);
  3. Il centro della milza.
Il processo d’assimilazione del prana si attua in questo triangolo ed il prana che entra nell’uno o nell’altro dei centri circola tre volte intorno al triangolo prima di essere trasmesso a tutte le parti del veicolo eterico e da qui al corpo fisico denso. L’organo principale di assimilazione è la milza – sia il centro eterico che l’organo fisico denso.

Questi tre centri hanno la stessa forma degli altri, e cioè quella di depressioni simili a piccole coppe, di apparenza alquanto somigliante a piccoli vortici che attirano nella loro sfera di influenza le correnti che giungono alla loro portata.

Figura 4. Triangolo di Forza Vitale o pranica


I centri dovrebbero essere raffigurati come vortici turbinanti, con un triplice canale strettamente intessuto passante da un centro all’altro in modo da formare quasi un sistema circolatorio distinto. Questo ha il punto di partenza, per l’intero sistema, all’estremità della milza opposta a quella che riceve il prana.

Il fluido vitale circola entro questi centri e dall’uno all’altro tre volte prima di uscirne definitivamente per passare alla periferia del Piccolo sistema. Questa fase finale della circolazione porta il prana, attraverso i sottili canali intrecciati, ad ogni parte del corpo che viene interamente impregnato, per così dire, da queste emanazioni.

Esse infine trovano l’uscita dal sistema eterico per mezzo dell’irradiazione di superficie. L’essenza pranica esce dalla circonferenza del suo temporaneo anello invalicabile come emanazione umana di prana, che è il medesimo prana già ricevuto più la particolare qualità che ogni singolo individuo può conferirgli durante il suo transito circolatorio (Trattato sul Fuoco Cosmico, 99, 100).




sabato 10 settembre 2022

Differenze alchemiche tra Uomo e Donna


Polarità della Forma 


Differenze alchemiche di polarità tra Uomo e Donna 

Per Martinez de Pasqually, il Maestro fondatore del Martinezismo, non esistevano quelle ragioni adottate dai Massoni per non ammettere le donne nel lontano 1770 o giù di lì, e cioè la frivolezza, le indiscrezioni, le possibili rivalità amorose che poteva provocare la loro presenza nel «tempio» — come scrive il Le Forestier.

Il vero motivo era di ordine metapsichico: egli considerava le donne come non idonee perché negava loro il potere di comandare agli spiriti sia buoni che cattivi. Del resto la cosiddetta «inferiorità» della donna dal punto di vista teurgico è un retaggio biblico e noi sappiamo che Martinez era praticamente un kabbalista cristiano (ammesso che così ci sia facile inquadrarlo anche se ciò non corrisponde esattamente alla verità).

Sempre secondo la «reintegrazione» il trattato del Maestro, ammettendo le donne ai lavori teurgici, gli Eletti Coehn rischiavano di comprometterne il successo in quanto esse rappresentavano l’Eva, il frutto della prima caduta dell’Uomo-Dio. E questo ragionamento può essere valido ammettendo la «caduta».

Per la stessa ragione Reau+Croix non doveva avvicinarsi alla donna (fattore dissolvente e acqua corrosiva anche secondo gli Alchimisti ed i Tantristi) per 40 giorni prima delle Operazioni. La stessa interdizione è conservata in altre fraternità occulte occidentali.

Questa rigida posizione era tuttavia attenuata dagli Statuti e dai regolamenti dell’Ordine in cui veniva stabilito che le donne potevano essere ammesse a condizione che «una prova diretta o fisica della Chose stessa» si fosse manifestata nel corso dello scrutinio teurgico eseguito per giustificare la loro iniziazione.
Dobbiamo aggiungere tuttavia che egual trattamento era riservato agli uomini.

Di che cosa si trattava? La «chose» designava l’eggregoro dell’Ordine; prima di ammettere dunque una donna nella catena, si interrogava l’eggregoro: una sua risposta positiva, mediante l’osservazione di un «passo», apriva le porte della Iniziazione.

Diversamente pensava Louis Claude de Saint Martin. Egli scrisse nella corrispondenza intercorsa tra lui e Willermotz in occasione della ammissione della sorella nell’Ordine: «L’anima femminile non esce dalla stessa sorgente da cui proviene quella rivestita di un corpo maschile? Non deve compiere la stessa opera, lo stesso spirito da combattere e gli stessi frutti su cui sperare?».

«Tuttavia — raccomanda — persisto nell’opinione che le donne tra di noi debbono essere in piccolo numero e soprattutto scrupolosamente esaminate». E la ragione forse è contenuta in questa frase: «La donna mi è apparsa migliore dell’uomo, ma l’uomo più vero della donna».

Altro aforisma che dobbiamo riportare anche se non interessa dappresso il nostro argomento, ma che forse corrisponde a verità, è questo: «Le grandi verità non si insegnano bene che nel silenzio, per contro la necessità delle donne è che si parli e che loro parlino ed allora tutto si disorganizza come io stesso — parla Saint Martin — più volte ho sperimentato».

Saint Martin, che era un mistico, approva dunque l’ammissione delle donne anche nei gruppi operativi, ma dà tuttavia queste istruzioni!... «io impiegherei al vostro posto, per tutte le donne, delle parole di semplice potenza quaternaria, mentre all’uomo lascerei riservate quelle di doppia potenza». La cerimonia doveva essere eguale a quella degli uomini così come eguali erano i tracciati sul suolo.

L’Ordine Martinista Francese di Papus dà per contro alla donna le stesse prerogative che vengono concesse all’uomo, inclusa quella di «seminare», forse in ricordo di Amelia de Boisse de Mortemart. In altri gruppi Martinisti ed in Italia vengono tenuti presenti alcuni fattori e le cose si svolgono differentemente. Ne parlerà Aldebaran.

Si tratta ora di tirare le somme di quanto abbiamo riferito.

Nei gruppi operativi Martinisti, come abbiam visto, esiste una differenziazione tra potenzialità maschili e potenzialità femminili; in genere è l’Eggregoro che decide; nei raggruppamenti mistici, per contro, tale differenza non può esistere.

Ciò è spiegabile se si conosce il problema delle polarità. La donna nel suo complesso è negativa, ricettiva, l’uomo per contro è positivo, emette.

È una pura questione energetica. Non staremo qui a dilungarci sulla storia dei corpi sottili alla maniera teosofica ed occultistico-spiritualista — anche perché sono tutte cose fritte e rifritte e note almeno a chi è giunto fino al Martinismo.

Ricorderemo semplicemente che il corpo umano può essere considerato come una stazione ricevente e trasmittente, come un agglomerato energetico avente una continuità di scambi con l’energia che lo circonda, sia essa libera che gravitante intorno ad altri nuclei.

La magia e la teurgia si basano su tale assunto e tale assunto è la chiave di ogni contatto teurgico.

Ora nell’uomo vi sono quattro stazioni riceventi che sono le due palme delle mani e le due piante dei piedi, nella donna, e questo la rende recettiva al massimo (vedi funzione del sacerdozio femminile negli antichi tempi), ve ne è una quinta: la yoni.

E vi sono nell’uomo 20 stazioni emittenti rappresentate dalle dita delle mani e dei piedi; nell’uomo una ventunesima stazione in più che lo rende positivo: il fallo.

E se l’uomo è un essere che deve combattere la sua battaglia quaggiù con i piedi in terra e non con la testa sulle nuvole, e la matematica è matematica, gli arcani — che sono semplici e candidi come pargoletti innocenti — sono chiari a chiunque!

Con ciò noi non disturbiamo neppure il padre Adamo come era costretto a fare il nostro maestro Martinez de Pasqually. Ma non sostengo né voglio concludere che la teurgia ed il resto non si addica alla donna... no, lo stesso Martinez interrogava la «Chose» non potendo dosare gli ormoni... alla donna sono aperte anche le porte della teurgia, ma non a tutte.

Vediamo il perché.

Alcuni occultisti hanno paragonato l’uomo ad una pila in cui il costituente positivo è rappresentato dal Sole (lo spirito, per intenderci, maschio), il costituente negativo dalla Luna (l’apparato sensoriale femmina), l’intermedio tra i due ove avvengono le reazioni il Mercurio (neutro) ed il corpo ove si manifestano il Saturno (o in termini differenti ma esprimenti la stessa cosa: polo positivo lo spirito, negativo il «corpo», neutro l’anima).

Potremmo dire qui tante cose, ma è chiaramente adombrabile che se non vi è unione del maschio con la femmina, del sole con la luna, sì da generare il «nostro Mercurio», il saturno rimarrà sempre l’asino descritto da Apuleio e potrà mangiare tutte le rose ch’esso incontrerà sulla sua strada senza che avvenga il miracolo della trasformazione in Re.

È così che una prima suddivisione in termini energetici è stata fatta per il «complesso umano».

Però non è tutto qui, occorre che il sole sia sole, maschio, positivo, e che la luna sia luna, femmina, negativa, altrimenti nessuna unione sarà possibile se non in forme aberranti dalla natura... forme distorte e come tali rigettabili, ammesso poi che sia possibile far scoccare la «scintilla».

Dirò di più a chiarimento di questa suddivisione in polarità.

Una schematizzazione simile non deve trarre nessuno in inganno ed è perfettamente inutile fare dei conti e vedere ch’essi non tornano. Questa schematizzazione va costruita, va resa vivente perché essa esista; se non esiste, allora è presto fatto, abbiamo un saturno/luna-negativo ed un sole (se ci fosse) positivo.

Sotto un tale profilo dobbiamo subito chiarire una prima presa di posizione. Dice un eminente occultista, il Kremmerz, che, nella esplicazione della vita, tutti gli esseri umani, ma le donne in maggior numero, posseggono in permanenza la «coscienza vigilante» in tutti gli atti della loro manifestazione esterna.

Ora, per questo Autore, la «coscienza vigilante» è in stretto rapporto con la coscienza dell’uomo storico, cioè dell’Io imperituro, tanto per capirci. Una sua labilità favorisce — continua il Kremmerz — l’ingresso delle ombre e delle illusioni.

Questo non è un ostacolo, tuttavia occorre tenerlo presente quando si deve operare insieme ad elementi femminili. Voi tutti sapete che il Kremmerz ammetteva nei suoi circoli e nella sua catena anche le donne; quanto ho detto non deve allarmare, ma deve essere conosciuto perché con facilità si può ovviare a qualsiasi inconveniente.

E poiché abbiamo citato il Kremmerz — che è un maestro provato — riferiamo un’altra nota desunta dai suoi lavori. Egli afferma che l’essere umano, distinto per le particolarità del sesso, può rispondere a quattro casi speciali:

Corpo fisico maschile - fluidico maschile;
Corpo fisico maschile - fluidico femminile;
Corpo fisico femminile - fluidico maschile;
Corpo fisico femminile - fluidico femminile.

In altri termini, fluidicamente o energicamente parlando, una donna può essere positiva (quindi maschile) o negativa (quindi femminile). Egli aggiunge che un uomo positivo sui due piani si completa con una donna negativa sugli stessi piani. Che un uomo positivo fisicamente e negativo fluidicamente si completa con la donna negativa fisicamente e positiva fluidicamente.

E questo spiega il perché delle particolari tecniche delle operazioni condotte da un uomo ed una donna insieme e chiarisce altresì che non è di fondamentale importanza il sesso per determinare il ruolo che una donna può rivestire in una comunità iniziatica, ma la sua carica.

Scientificamente troviamo la conferma di queste vedute con lo studio della endocrinologia e degli ormoni e del loro tasso circolante nel sangue nonché degli effetti di detti tassi... resterebbe semmai da chiarire quale cosa sia più determinante e cioè se il tasso ormonale è un effetto o una conseguenza, ma, non essendo questo il nostro problema, lo accenniamo appena, lasciando a chi vuole trarne le conclusioni.

Ai fini di un lavoro osirideo — ed i Fratelli che seguono ci diranno che cosa intendo dire — potremo stabilire una scala di valori che dovrebbe essere la seguente:

1° Idoneità massima per l’uomo positivo fisicamente e fluidificamente;

2° Idoneità per la donna negativa fisicamente, ma positiva fluidificamente;

3° Idoneità per l’uomo positivo fisicamente, negativo fluidificamente;

4° Nessuna idoneità osiridea, ma solo isiaca, per la donna negativa fisicamente e fluidificamente.

Se in quanto ho detto, e nelle conclusioni che ho tratto, vi fossero errori, tutti sono liberi di apportarvi le loro correzioni.

Resterebbe ora — per completare il tema delle polarità — dover parlare dell’androgino. Noi non lo faremo perché la tematica generale è dedicata alla donna, ma vi sottoponiamo un disegno ed una nota di un nostro maestro passato, Stanislao de Guaita, lasciandovi alla sua meditazione, e scopriremo così anche una concordanza con quanto precedentemente abbiam detto.

Riassumiamo:

La legge dell’equilibrio vitale permette di localizzare a priori non solo la bipolarità di ciascuno dei tre sistemi dinamici: intellettuale, animico, astrale (ricordiamo il sole, il mercurio, la luna di sopra), ma i termini di una polarizzazione di inversa reciprocità e complementare che dall’intellettuale va al fisico da un lato nel maschio e dall’altro nella femmina.

Questa è la chiave assoluta della biologia occulta, di natura universale, ma che limitiamo alla fisiologia umana ed alla biologia dell’androgine umano. Il che equivale — aggiungiamo — a quel che diceva il Kremmerz.

Il Guaita formula così la legge:

Il maschio è positivo nella sfera sensibile, negativo nella sfera intellegibile.
La femmina, inversamente, è positiva nella sfera intellegibile, negativa nella sfera sensibile.
Inversamente complementari, il maschio e la femmina sono neutri nella sfera mediana psichica.

Questa similitudine animica è anche il solo loro punto di fusione. Applicando questa legge universale alla coppia umana e considerando che nell’essere umano vi sono i seguenti tre centri «occulti» di attività:

1° intellettuale: localizzato nel cervello e di cui il polo occulto risiede nelle circonvoluzioni superiori di questo organo;
2° animico: localizzato principalmente nel cuore e nel gran simpatico e di cui il centro occulto non è altro che il plesso solare;
3° sensitivo: che distribuisce l’energia ai diversi organi dei sensi e di cui il polo occulto corrisponde all’organo genitale, 
diremo che
- nell’uomo l’organo genitale è maschile o positivo ed il cervello femminile o negativo
- nella donna l’organo sessuale è femminile o negativo ed il cervello maschile o positivo
- nell’uomo e nella donna il plesso solare costituisce il punto centrale equilibrante   dell’intero organismo.

L’essere maschile significa produrre il seme, l’essere femminile significa ricevere il seme, elaborarlo, svilupparlo. Eguale significato ha attivo e passivo. Ora se ciò ben si comprende per gli organi sessuali, è di difficile comprensione per il cervello ove si manifesta la contropolarità del sesso.

Ora — afferma il de Guaita — il cervello maschile della femmina dà lo sperma intellettuale, il germe delle idee; è questo cervello maschile della donna che feconda il cervello femminile dell’uomo e sono i centri animici o mediani che divengono il luogo proprio della cupola, mentre la fecondazione avviene quando il sentimento si sublima per raggiungere il cervello, ove riprende la sua prima qualità di sperma ideale indovato nell’utero.

In tal modo possiamo stabilire la seguente equazione:

cervello della donna fallo dell’uomo
cervello dell’uomo vagina della donna

Naturalmente qui è valida la legge per cui i contrari si attirano ed i simili si respingono. Dobbiamo riassumere queste istruzioni e pertanto lasciamo agli amici trarne tutte le possibili deduzioni.

Quanto al centro mediano equilibrante i due poli occulti (intellettuale o cerebrale e sensitivo o genitale), affermiamo ch’esso è neutro sia nell’uomo come nella donna. Esso rappresenta il punto equilibrante sia della bilancia bipolare di ciascun individuo, sia di quella quadripolare dell’androgino umano.

La forza propria a questo centro è l’amore la cui essenza è eguale sia per l’uomo che per la donna; tale amore può essere portato sia al polo cerebrale (adorazione) sia al polo sessuale (appetito venereo).

Quand’esso (e lo diciamo complementariamente per completare anche se in modo appena cennato l’argomento) si realizza nella sua perfezione, allora avremo la stabilità di un equilibrio meraviglioso mediante la fusione dei centri neutri in un sol centro.

Ma attenzione, in questo quaternario potrebbero generarsi degli squilibri pericolosissimi facilmente intuibili e scomponendola in due ternari.

Sommariamente abbiamo esaminato le polarità; se l’Ordine opera magicamente queste polarità umane non possono essere ignorate, se l’Ordine opera misticamente queste polarità hanno un valore relativo.

In sede di congresso martinista, aperto a tutti i gradi del nostro venerabile Ordine, ciò sufficit per poter comprendere e meditare sugli arcani e le leggi note ai S. I..Perseverando e perfezionando la vita fisica, colmando la vita mentale, lo scopo della Natura (che dovrebbe essere anche il nostro) è di svelare, in un corpo fisico e mentale perfetti, le attività trascendenti dello Spirito.

La Mente ritrova effettivamente in pieno la sua forza e la sua misura, solo quando si getta nella vita e ne accetta le possibilità e le resistenze, quali mezzi per raggiungere una più alta perfezione.

Da AUROBINDO - LA SINTESI DELLO YOGA -
Ed. Ubaldini - Roma - a cura di 
Nebo S.I.I


 

venerdì 2 settembre 2022

Meditazione Vipassanā


Vipassanā Bhāvanā (Original) 


Meditazione Vipassanā

Vipaśyanā - in pāli Vipassanā - è un termine che significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono", ed è una delle più antiche tecniche di meditazione dell'India. 

Fu insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire dalla sofferenza e Buddha descrive questo metodo nel Discorso sui fondamenti della consapevolezza (Satipatthana Sutta). 

L'esercizio meditativo con vipassana permette di liberarsi dall'abitudine a reagire (fonte di ogni infelicità) e, attuando una profonda auto-trasformazione, permette di affrontare le vicissitudini della vita in modo più equilibrato". 

Vipassana è tradotta con meditazione di visione penetrativa o di visione profonda (mindfulness in inglese o insight meditation). 

Vipassana si traduce con meditazione di visione penetrativa o di visione profonda (in inglese insight meditation). Mentre la meditazione śamatha è finalizzata al raggiungimento di stati di assorbimento con livelli sempre più alti di concentrazione e di quiete, la meditazione vipassanā è finalizzata a sviluppare consapevolezza della realtà attraverso la percezione continuativa degli stimoli sensoriali e mentali, per fare esperienza della loro natura, che è transitoria, come è transitorio e impermanente tutto ciò che esiste.

La tecnica della meditazione vipassanā è insegnata dal Tathagatha Shakyamuni nel Discorso sui fondamenti della presenza mentale (Satipatthanasutta), e prevede i seguenti momenti:
  • Contemplazione del corpo
  • Consapevolezza del respiro
  • Consapevolezza delle posizioni del corpo
  • Consapevolezza delle azioni del corpo
  • Consapevolezza delle parti del corpo
  • Consapevolezza degli elementi
  • Nove contemplazioni del cimitero                                                                                                 (sostituita in seguito dalla meditazione sull'impermanenza)
  • Contemplazione delle sensazioni
  • Contemplazione della mente
  • Contemplazione degli oggetti mentali
    • In riferimento ai cinque ostacoli                                                                                                  (desiderio sessuale, malizia, indolenza, ansia e dubbio)
    • In riferimento ai cinque aggregati dell'appropriazione                                                                   (aggregati di materia, sensazioni, formazioni mentali, forze istintive e coscienza)
    • In riferimento alle sei basi interne e alle sei basi esterne dei sensi                                                  (occhi, orecchie, naso, lingua, corpo e mente, e le realtà esterne corrispondenti)
    • In riferimento ai sette fattori del risveglio                                                                                       (presenza mentale, investigazione dei fenomeni, risveglio dell'energia, gioia, serenità, concentrazione ed equanimità).
La consapevolezza di sé e del proprio corpo non dev'essere limitata al momento della giornata riservato alla pratica. In qualunque momento della sua giornata, colui che pratica questa forma di meditazione deve sforzarsi di essere consapevole di quel che sta facendo, delle sensazioni che prova e della propria attività mentale. 

Questa forma di meditazione si è rivelata più adatta della meditazione samatha per la diffusione presso i laici, perché non ha bisogno della quiete di un monastero né di tempi di pratica particolarmente intensi per raggiungere risultati soddisfacenti. Per queste sue caratteristiche, ha raggiunto una apprezzabile diffusione anche in Occidente. 

La meditazione Vipassana è uno strumento per cambiare sé stessi attraverso l'osservazione di sé stessi. 

Si focalizza sulla profonda interconnessione tra la mente e il corpo, di cui può esser fatta esperienza direttamente attraverso la disciplinata attenzione delle sensazioni fisiche nel corpo, che continuamente si interconnettono e condizionano la mente. 

Questo viaggio basato sulla esplorazione delle comuni radici di mente e corpo dissolve le impurità mentali, e si risolve in una mente bilanciata piena di amore e compassione.

Le leggi scientifiche che manovrano i pensieri, i sentimenti, i giudizi e le sensazioni diventano chiare. Attraverso la diretta esperienza, la vita si caratterizza di aumentata consapevolezza, assenza di illusione, autocontrollo e pace.

La Tradizione

Dai tempi del Buddha, Vipassana è stata tramandata fino ad oggi da una ininterrotta serie di maestri. Sebbene indiano di discendenza, l'attuale maestro in questa tradizione, S.N. Goenka, nacque e crebbe in Birmania (Myanmar). 

Vivendo lì, ebbe la fortuna di imparare Vipassana dal suo maestro, Sayagyi U Ba Khin che a quel tempo era un importante funzionario del governo. Dopo aver praticato con il suo maesto per quattordici anni, Goenka si stabilì in India e iniziò a insegnare Vipassana nel 1969. 

Da allora ha insegnato a decine di migliaia di persone di tutte le etnie e religioni sia in Oriente che in Occidente. Nel 1982 iniziò a nominare degli insegnanti assistenti per venire incontro alla crescente domanda di corsi di Vipassana.