venerdì 26 gennaio 2024

Il campo occulto da cui emergono le forme


Campo Astrale 


L'Astrale e il Paradigma Olografico
di FDA

Poniti dinanzi agli eventi come un bambino, e sii pronto
ad abbandonare ogni preconcetto, vai umilmente
dovunque e in qualunqueabisso la Natura
ti conduca,o non apprenderai nulla.
T.H. Huxley

Il Kremmerz ne "La Porta Ermetica" (La Scienza dei Magi - Ed. Mediterranee - II Vol., p. 219), indica una nuova direzione per il ricercatore della Tradizione. Egli scrive: 

"Al secolo XX , innanzi alla libera investigazione della scienza positiva, voi cercate di evocare o l’India di Budda, o il fumoso medioevo della tregenda o la teologia dell’isterismo cristiano cattolico. Questo è un mondo morto che non ha parola viva se la scienza non lo sfronda dalle soperchierie delle favole, delle allucinazioni, dei sogni. 

Mutate via e vi troverete la verità. Io sono lo spirito del tempo e parlo della ricerca della verità nella scienza umana con la liberalità che il criterio moderno consiglia.

Però io biasimo apertamente coloro che facendo professione di scienza positiva, con criteri ristretti alla mentalità della vita sensista ordinaria vogliono analizzare un mondo che altri sensi svelano e non comuni – come detesto i mistici, i poeti, gli empirici dello spiritualismo che si accingono a creare castelli di carte da gioco. 

Filosofi, parolai e scienziati di limitati sensi indagativi, devono far posto ad una scuola razionale di cultura che indicherà la via alla massa perché segni il limite in cui il filosofo deve fondersi allo scienziato e camminare alla conquista della verità pro salute populi".

E più oltre Kremmerz scrive (La Scienza dei Magi - Ed. Mediterranee - II Vol., p. 311): 

"Così un nuovo orizzonte si apre alla scienza ufficialmente accettata, e si affaccia un compito elettissimo di integrare in un sol fascio di dottrina sperimentata tutta la potestà della materia umana di cui la religione, sconfinando, ne ha denaturata la concezione".

Sempre il Kremmerz (La Scienza dei Magi - Ed. Mediterranee - II Vol., p. 336): 

"La scuola nuovissima darà carattere al pensiero dell’interpretazione Pitagorica italica del magismo, e al di là, al disopra del magismo, sormontando le particolarità dei rituali, affermerà la immortalità luminosa dello spirito intelligente della materia, passando dalla concezione simbolica della sfinge umana o umanizzata al raggiungimento divino di un atomo materia pensiero".

Se ciò poteva essere considerato vero al tempo in cui Kremmerz scriveva, in piena scienza meccanicista, tanto più vero è oggi, in un’epoca in cui la scienza sta delineando frontiere ritenute incredibili solo alcuni decenni fa, frontiere che indicano una costituzione dell’universo e dell’uomo, completamente diverse da quello che il senso comune e la normale formazione scolastica ci indicano, e sempre più in consonanza con quanto indicato dalla Tradizione.

Scrive Ervin Laszlo., filosofo della scienza (Alle radici dell’universo – Ed. Sperling e Kupfer – p. 181 e succ.):

"Nella seconda metà del XX secolo la base metafisica della scienza è divenuta molto oscura. Gli scienziati non solo non sono riusciti a identificare le entità fondamentali che stanno alla base della diversità dei fenomeni manifesti; non sono nemmeno riusciti a dire se queste entità esistano in natura. Chiaramente né l’atomo di Democrito né il punto-massa newtoniano erano alla base della realtà fisica".

J. Jeans (Interview, in Living Philosophers, Simon & Schuster, New York 1931) scrive: 

" … le prove aggiuntive derivanti dai vari frammenti di ragionamenti verosimili fanno apparire sempre più probabile che la realtà sia meglio descrivibile in termini mentali che materiali. ….. L’universo sembra più simile a un grande pensiero che a una grande macchina".

La visione dell’universo oggi, nella scienza d’avanguardia, si presenta molto diversa dalla visione newtoniana, dove si presuppongono oggetti solidi sistemati in uno spazio ed un tempo definiti e che interagiscono seguendo leggi meccaniche. Purtroppo questa è ancora la visione dell’universo che abbiamo nella vita di tutti i giorni. Ma le cose non stanno così.


Scrive M. Talbot – (Tutto è Uno – Ed. URRA, p. 3):  

"… Alcuni scienziati stanno iniziando a credere che l’universo stesso sia una sorta di ologramma gigante, un’illusione straordinariamente dettagliata. ... In altre parole, vi sono prove che suggeriscono che il nostro mondo e tutte le cose in esso contenute – dai fiocchi di neve agli aceri, alle stelle cadenti e agli elettroni in rotazione – siano anch’esse immagini spettrali, proiezioni provenienti da un livello di realtà talmente lontano dal nostro, da essere letteralmente al di là dello spazio e del tempo. …

I principali artefici di questa stupefacente idea sono due fra i più eminenti pensatori del mondo: David Bohm, fisico presso la University of London, un protetto di Einstein ed uno dei fisici quantistici più stimati del mondo; e Karl Pribram, un neurofisiologo presso la Stanford University e autore del testo di neuropsicologia, ora un classico, Languages of the Brain. 

E’ interessante il fatto che Bohm e Pribram siano giunti alle proprie conclusioni indipendentemente e partendo da due direzioni molto differenti. Bohm si convinse della natura olografica dell’universo solo dopo anni di insoddisfazione per l’incapacità delle teorie correnti di spiegare tutti i fenomeni che si incontrano nella fisica quantistica. Pribram se ne convinse a causa dell’incapacità delle comuni teorie sul cervello di spiegare vari enigmi neurofisiologici".

Scrive il Dr. Stanislav Grof sui fenomeni olografici in ‘The Adventure of Self-Discovery’: 

"I nuovi dati sono di così lungimirante attualità che potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione della psiche umana, della psicopatologia e del processo terapeutico. Alcune delle osservazioni trascendono nel proprio significato lo schema della psicologia e della psichiatria e rappresentano una vera sfida per l’attuale paradigma newton-cartesiano della scienza occidentale. Esse potrebbero mutare drasticamente la nostra immagine della natura umana, della cultura, della storia, e della realtà".

Il fisico Fred Alan Wolf (incontro annuale dell’Association for the Study of Dreams – Washington D.C. – 1967) sostiene che 

"il modello olografico ci permetterà infine di sviluppare una ‘fisica della coscienza’ che ci fornirà la possibilità di iniziare ad esplorare più pienamente questi livelli di esistenza appartenenti ad altre dimensioni".

Ma che cos’è un ologramma? Cerchiamo di spiegarlo e di capirne le proprietà seguendo quanto scrive M. Talbot (Tutto è Uno – Ed. URRA, p. 20 e segg.): 

"Un ologramma è prodotto quando un’unica luce laser viene divisa in due raggi separati. Il primo raggio viene fatto rimbalzare dall’oggetto per essere fotografato. Poi il secondo raggio viene lasciato collidere con la luce riflessa del primo. 

Quando questo accade essi creano uno schema di interferenza che viene poi registrato su una porzione di pellicola. A occhio nudo l’immagine sulla pellicola non somiglia affatto a quella dell’oggetto fotografato. In effetti, è anche un po’ simile ai cerchi concentrici che si formano quando una manciata di sassi viene buttata in uno stagno. 

Ma appena un altro raggio laser (o in alcuni casi solo una sorgente di luce intensa) viene proiettato attraverso la pellicola, riappare un’immagine tridimensionale dell’oggetto originale. La tridimensionalità di questo tipo di immagini è spesso fantasticamente convincente. Potete davvero girare intorno a una proiezione olografica e osservarla da diverse angolazioni come fareste con un vero oggetto.

La tridimensionalità non è il solo aspetto straordinario degli ologrammi. Se una porzione di pellicola olografica contenente l’immagine di una mela viene tagliata in due e viene poi illuminata da un laser, si troverà che ciascuna metà conterrà ancora l’intera immagine della mela! Anche se le metà vengono divise nuovamente e poi ancora, un’intera mela può ugualmente essere ricostruita da ogni piccola porzione di pellicola. … 

A differenza delle normali fotografie, ogni piccolo frammento di un pezzo di pellicola olografica contiene la completa informazione registrata dell’intero. 

E’ interessante notare che gli ologrammi possiedono una fantastica capacità di immagazzinare informazione. Mutando l’angolazione nella quale i due laser colpiscono una porzione di pellicola olografica, è possibile registrare molte immagini differenti sulla stessa superficie. Ogni immagine così registrata può essere recuperata semplicemente illuminando la pellicola con un raggio laser che abbia la stessa angolazione dei due raggi originali. … 

Quando una porzione di pellicola di questo tipo viene esposta alla luce di un raggio laser e viene fatta oscillare avanti e indietro, le varie immagini che contiene appaiono e scompaiono in un flusso scintillante".

Dagli studi di Bohm e Pribram sembra che l’Universo ed il cervello umano abbiano una struttura olografica. Scrive ancora Talbot (Tutto è Uno – ed. URRA, p. 57): 

"Proprio come ciascuna porzione di un ologramma contiene l’immagine dell’intero, ogni porzione dell’universo cela l’intero. Questo significa che, se sapessimo come accedervi, potremmo trovare la galassia di Andromeda nell’unghia del pollice della nostra mano sinistra.  

 Potremmo anche trovarvi il primo incontro di Cesare e Cleopatra, perché in linea di massima l’intero passato e le implicazioni per l’intero futuro sono anch’esse celate in ciascuna piccola parte di spazio e tempo. Ogni cellula nel nostro corpo cela l’intero cosmo. Così come ogni foglia, ogni goccia di pioggia e ogni granellino di polvere".

Ma tutto ciò a cui la scienza attuale sta giungendo ricorda in modo molto evidente quanto la Tradizione attribuisce al campo astrale.

Vediamo come lo descrive Kremmerz (La Scienza dei Magi – II Vol., p. 117): 

"Si chiama astrale o campo astrale o zona astrale un campo occulto, ignorato, inaccessibile alla prima mentalità volgare di tutti gli uomini che si occupano della vita oggettiva. – Astron, cioè a-stron, non luminoso, celato, nascosto, l’ombra e il suo regno. Astrale quindi è sinonimo di campo oscuro, da cui emergono le forme ideali delle cose o le idee.

Nel campo oggettivo delle forme materiali del mondo sensibile, dal conflitto fra la luce e l’ombra, appaiono ai nostri occhi le cose reali.

Invece l’immagine delle cose si conserva in noi in un campo inesplorato che appena oggi comincia ad attirare l’attenzione dei psichisti. Questo campo che è in noi e fuor di noi, è la riserva da cui la nostra coscienza umana attinge la memoria di tutte le cose viste e conosciute con uno dei sensi fisici. E rappresenta la parte più misteriosa del nostro essere, la camera oscura, per dir così, della fotografia dei nostri prodotti di origine sensoria, tanto di questa vita che delle precedenti. 

Quelle che un gruppo di filosofi chiamò idee innate, che si manifestano spontaneamente nei fanciulli, che insorgono negli adulti nei momenti critici della vita, che in alcune nature prendono la forza dell’ossessione e in altre quelle della demenza, appartengono al tesoro di questa misteriosa macchina fotografica che edita, ad occasioni determinate, i ricordi.

La memoria, dal punto di vista ermetico, non deve essere considerata che come il meccanismo evocatorio delle idee o immaginate, o foniche o olfattive, o tattili, o saporifiche, che giacciono inerti nel campo misterioso suddetto; la esistenza del qual campo in noi e intorno a noi è provata da noi in ogni istante della vita quando parliamo, evocando contemporaneamente parole e idee e suoni, quando provvediamo ai nostri bisogni più umili, quando – ragionando – associamo idee complesse.

Come chiamarlo? – I più moderni l’hanno chiamato incosciente, ma nel linguaggio ermetico e magico è il campo astrale o campo oscuro, fonte e riserva di tutta la nostra coscienza, ma della quale fonte e riserva non abbiamo certezza che solamente pei ricordi che vi attingiamo con le continue evocazioni, per mezzo del meccanismo della memoria. 

Dice Mamo Rosar Amru, maestro di Izar caldeo: 

‘Il punto nero, insondabile, che riunisce l’essere umano alla coscienza o anima del mondo, tu non lo troverai mai, perché è un dedalo misterioso senza luce, in cui per ogni voluta più nera si aggroviglia un serpe che ha mille teste, e cento occhi per ogni testa, ma ogni occhio è nero e non sfavilla perché la luce non sia fatta.’

E Izar domanda: ‘Chi volle così?’ E Mamo:

‘Nargal (la legge unica), poiché tu sappia che quando in quell’abisso tu potessi guardare, tutto conosceresti, ciò che fosti e fu, ciò che sei ed è, ciò che sarai e sarà, e distruggeresti la tua individualità umana che è un fuoco che si alimenta di oscurità e di ignoranza, cioè di non sapere. 

Il dio che vuol saggiare le gioie della vita, deve essere plasmato uomo nell’utero di una femmina dove, per l’oscurità completa, perde la conoscenza di ciò che fu, e nasce alla vita con un raro senso indefinito di ciò che conobbe, e si trastulla a farne la conquista…. 

Poiché tu sappia che il sapere porta con sé il dispregio dell’essere e lo mummifica, perché vede il passato come l’avvenire nella stessa faccia, e le piccole vicende del giorno di Astante pari alle grandi di una notte di Beel e, se vuol vivere, deve non sapere la vita che è il fuoco da cui è nato.’

E Izar: ‘Onde è precluso al sacerdote di visitare il labirinto e toccarne il serpente?’ E Mamo: 

‘No, perché da Nebo (Ermete) può ottenere il secreto di rendere luminoso un occhio per volta dell’oscuro rettile, e vedere in un lampo fugace quella parte di verità che non satolla la sua fame e che lo rende più avido di conoscenza.’

Il campo astrale, oscuro, misterioso che è in noi, cioè in ognuno degli esseri umani, è anche nell’immensa sintesi dell’universo. Nell’uomo è la riserva occulta della sua storia, nell’universo è la matrice di tutte le vite vissute, di tutte le forme immaginate, di tutti i pensieri voluti. Il campo o zona o corrente astrale universale comprende in sé i campi parziali di tutti gli uomini. Quindi dalla zona o campo astrale proprio, si può penetrare in quello universale, da questo discendere in ognuno dei particolari.

In questa legge si trovano le spiegazioni di tutti i fenomeni mentali di lucidità o chiaroveggenza e di profezia, telepatia, lettura di pensiero, premonizioni".

Ciò che noi consideriamo realtà è costantemente formato dall’osservatore. Cerchiamo di spiegare meglio questo punto citando Talbot (Tutto è Uno – Ed. URRA, p. 61 e segg.): 

"Considerate insieme le teorie di Bohm e Pribram forniscono un nuovo, profondo modo di osservare il mondo: I nostri cervelli costruiscono matematicamente la realtà oggettiva, interpretando frequenze che sono in definitiva proiezioni provenienti da un’altra dimensione, un ordine di esistenza più profondo al di là dello spazio e del tempo: il cervello è un ologramma celato in un universo olografico. Per Pribram, questa sintesi lo ha reso consapevole che il mondo oggettivo non esiste, o perlomeno, non nel modo in cui siamo abituati a credere. 

Ciò che esiste ‘là fuori’ è un vasto oceano di onde e frequenze e la realtà ci appare concreta soltanto perché i nostri cervelli sono capaci di trasformare questa forma olografica indistinta negli elementi più basilari e negli oggetti familiari che formano il nostro mondo. 

Secondo Pribram questo non significa che non esistano tazze di porcellana e granelli di sabbia sulla spiaggia. Vuole semplicemente dire che una tazza di porcellana ha due aspetti molto differenti della propria realtà. Quando viene filtrata attraverso la lente del nostro cervello si manifesta sotto forma di tazza. Ma se potessimo eliminare le nostre lenti, ne avremmo esperienza come di uno schema di interferenza. Quale è reale e quale è un’illusione? ‘Per me entrambi sono reali’, dice Pribram, ‘o, se volete, nessuno dei due è reale’.

Anche noi abbiamo due aspetti ben differenti della nostra realtà. Possiamo vederci come corpi materiali che si muovono attraverso lo spazio. O possiamo vederci come un’immagine indistinta di schemi di interferenza celati attraverso l’intero ologramma cosmico. 

Bohm crede che questo secondo punto di vista possa addirittura essere quello più corretto, perché pensare a noi stessi come a una mente/cervello olografico che osserva un universo olografico è nuovamente un’astrazione, un tentativo di separare due cose che sono fondamentalmente inseparabili. 

Non siate turbati se questo è difficile da afferrare. E’ relativamente facile comprendere l’idea di olismo in qualcosa di esterno a noi, come una mela in un ologramma. Ciò che lo rende difficile è che in questo caso non stiamo osservando l’ologramma. 

Siamo parte dell’ologramma. La difficoltà indica anche quanto radicale sia la correzione che Bohm e Pribram stanno cercando di apportare nel nostro modo di pensare. Ma non è la sola correzione radicale. L’asserzione di Pribram che i nostri cervelli costruiscono oggetti impallidisce di fronte a un’altra conclusione di Bohm: che costruiamo perfino lo spazio e il tempo".

Il fisico Nick Herbert dice che questa capacità di estrarre e fissare la realtà da questo oceano di onde gli ha fatto immaginare che dietro le sue spalle il mondo sia sempre ‘un brodo quantico radicalmente ambiguo in continuo fluire’. Ma che ogni volta che gira la testa per veder il ‘brodo’ il suo sguardo – la percezione che crea, l’osservatore che crea – blocca il fenomeno istantaneamente facendolo precipitare nello spazio e tempo ordinari e per noi concreti. 

Egli ritiene che questo ci renda un po’ simili a Mida, il re leggendario che non conobbe mai la sensazione tattile della seta o la carezza di una mano, perché tutto ciò che toccava si trasformava in oro. "In modo analogo, gli esseri umani non possono mai sperimentare la vera testura della realtà quantica", dice Herbert, "poiché qualunque cosa tocchiamo si trasforma in materia".

Confrontiamo questa visione dell’universo e dell’uomo, che percependo in realtà crea la realtà che percepisce con quanto ci tramanda la Tradizione.

Nell’antico Egitto dare il nome alle cose significava ‘crearle’ e la parola ‘nome’ (RN) era rappresentata da una bocca al di sopra delle acque, come se la ‘giusta voce’ estraesse – percependola, nominandola - una cosa da un mare indistinto di energia, vibrazione, frequenza.

Scrive il Kremmerz (La Scienza dei Magi – Ed. Mediterranee – II Vol., p 303):  

"L’Essere unitario immenso è globale - l’Universo grande è il pieno, il riempito, il gonfio. Etereo o pesante, è complesso di materia; superbamente evaporante e determinante correnti di sottili intelligentissime forme e forze, moto, vibrazione, armonia, dove ogni spostamento di molecole planetarie e stellari ha un riflesso e una reazione sui limiti più infinitamente lontani del grande corpo. Bisogna intendere questo immenso che diventa finito, cioè determinato e delineato per semplice virtù della espressione. Il numero che tutto contiene in sé è l’1; ma la espressione grafica o orale è già concretazione dell’infinito nel finito. Di qui l’unità microcosmica, l’uomo".

Sottolineiamo che questo profondo avvicinamento della scienza moderna con la visione della Tradizione era già stato preannunciato da Kremmerz (La Scienza dei Magi – Ed. Mediterranee - II Vol., p. 305 nota 2): 

"Questo io scrivevo nel 1905; dopo 16 anni si accenna a una nuova rivoluzione dello scibile con le teorie nuovissime di Einstein a carattere matematico … ma a contenuto schiettamente cabalistico. La teoria della relatività nella determinazione di spazio e di tempo, la concezione antieuclidea, le negazioni delle verità assiomatiche accettate come assolute, lo sfacelo della dottrina Newtoniana e la concezione scientifica di una visione dell’esistente in natura a 4 dimensioni formano il cumulo di percezioni … cabalistiche. Ora la portata di queste teorie nuove sarà immessa sulle scienze biologiche, sulla discussione intorno ai fenomeni fisici e sui valori capovolti dei principi di base nei giudizi sulle esperienze scientifiche".

Concludo questo scritto con la Prefazione, che Carlos Castaneda pose nel suo ultimo libro "Il lato attivo dell’infinito" – Ed. Rizzoli, p. 7:

"Sintassi
Fissando le sue equazioni
un uomo dichiarò che l’universo aveva avuto un inizio.
C’era stata un’esplosione, disse.

Un’esplosione primordiale e l’universo era nato.
E si sta espandendo, aggiunse.
Calcolò perfino la durata della sua esistenza:
dieci miliardi di rivoluzioni della Terra intorno al sole.

L’intero globo applaudì;
stabilirono che i suoi calcoli erano scienza.
Nessuno pensò che suggerendo l’idea dell’inizio dell’universo
quell’uomo aveva semplicemente rispecchiato la sintassi della sua lingua madre;
una sintassi che esige un inizio, come la nascita, e uno sviluppo, come la maturazione,
e una fine, come la morte, in qualità di fatti.

L’universo è nato
e sta invecchiando, ci assicurò l’uomo,
e morirà, così come muoiono tutte le cose,
come lui stesso morì dopo aver confermato a livello matematico
la sintassi della sua lingua madre".

"L’altra sintassi
L’universo è davvero iniziato?
La teoria dell’esplosione primordiale è esatta?
Queste non sono domande, anche se possono apparire tali.

E’ la sintassi che ha bisogno di un inizio, uno sviluppo e una fine come affermazioni del fatto che solo la sintassi esiste? Questa è la vera domanda.
Ci sono altre sintassi.
Ce n’è una, per esempio, che richiede che vari livelli di intensità, siano accettati come fatti.
In questa sintassi niente inizia e niente finisce;
di conseguenza, la nascita non è un evento chiaro e ben definito,
ma uno specifico tipo di intensità,
così come lo sono la maturità e la morte.

Esaminando le sue equazioni, un uomo di tale sintassi scopre
di aver calcolato una varietà sufficiente di livelli di intensità
per poter affermare con certezza
che l’universo non è mai iniziato
e non finirà mai,
ma che è passato, sta passando e passerà
attraverso infinite fluttuazioni di intensità.

Quell’uomo potrebbe giungere alla conclusione che l’universo stesso
è il carro dell’intensità
e che ci si può salire a bordo
per viaggiare attraverso cambiamenti senza fine.
Egli trarrà tale conclusione, e molte altre,
senza magari rendersi conto
che sta semplicemente confermando
la sintassi della sua lingua madre".

FDA

venerdì 19 gennaio 2024

Corpo Eterico e gli Involucri Corporei

Body Legacy 


Corpo Eterico e gli Involucri Corporei


Corpo eterico – il fattore trainante della modificazione degli involucri corporei O.O. 129 – Meraviglie del creato – 19.08.1911

Che cosa si è in effetti modificato nella natura umana nel corso dei tempi dall’antica Atlantide fino ai nostri giorni?

Sono cambiati gli involucri in cui è avvolta l’entità umana, cioè i tre corpi fisico, eterico e astrale, nei quali è inserita la nostra intima entità-io. Proprio essi si sono del tutto modificati nel corso dell’evoluzione dall’antica epoca atlantica fino a oggi.

Chiediamoci ora qual è il fattore trainante della modificazione degli involucri corporei.

Lo dobbiamo cercare soprattutto nel corpo eterico umano che è infatti quello che dà forza ed impulso e che opera il cambiamento. Esso ha reso più denso il corpo fisico e ha modificato anche il corpo astrale.

I tre corpi infatti non sono esteriormente uno accanto all’altro come gli strati di una cipolla, ma le loro forze si compenetrano reciprocamente e interagiscono in modo vivente.

Il corpo eterico è il più importante involucro attivo in questa modificazione nel divenire storico dell’umanità.

Facciamo ora uno schema per descrivere simbolicamente i tre corpi: disegno il corpo fisico, quello eterico e quello astrale semplicemente come tre strati l’uno sottostante l’altro.



Dobbiamo cercare nel corpo eterico le forze in effetti attive, e prima di tutto le forze di Eros e di Demetra.

Il corpo eterico le invia verso l’alto nel corpo astrale e verso il basso nel corpo fisico, influenzandoli così entrambi. Nel corso dei tempi il corpo eterico rende il corpo fisico più denso, in sé più consolidato, e modifica il corpo astrale di modo che non sviluppi più forze chiaroveggenti, ma solo le forze intellettuali della natura umana.

Qualcosa di importante e di essenziale venne modificato nei tre corpi nel corso del tempo, proprio perché l’uomo venne trasformato in tal modo ad opera del corpo eterico.

I tre corpi vennero configurati in modo del tutto diverso. Un corpo atlantico, ma persino uno postatlantico dei primi periodi era differente da un corpo odierno. Tutte le condizioni e le relazioni di vita erano diverse e tutto ciò si è modificato.

Se ora consideriamo il corpo fisico nel suo vivente divenire dai tempi antichi fino ad oggi, dobbiamo dire che, essendo divenuto più denso, è stato maggiormente assoggettato agli influssi esterni del mondo fisico circostante.

Mentre l’antico corpo fisico, molle, era allora più soggetto alle condizioni spirituali dell’esistenza, in tempi più recenti esso è assoggettato, a causa della sua densità, alle condizioni fisiche esterne del piano fisico. Perciò certe proprietà del corpo fisico che prima non erano presenti in tale forma sono state incrementate; in particolare sono cambiate in esso le condizioni di malattia.

Quelle che chiamiamo malattia e salute del corpo fisico sottostavano nei tempi antichi a cause del tutto diverse: tutto quanto concerne la salute degli uomini era in un nesso diretto con le condizioni spirituali del mondo spirituale.

Oggi il corpo fisico umano è legato alle situazioni e alle condizioni fisiche esterne e perciò ne dipende.
Oggi dobbiamo quindi cercare le condizioni di salute in quelle fisiche esteriori

Per quanto riguarda i rapporti di malattia e salute, l’uomo è stato assoggettato con la sua più interiore natura alle condizioni esterne perché, esprimendoci secondo la mitologia greca, Plutone rapì Persefone e la portò giù nei sostrati della natura umana.

Questa è una prima cosa che si è verificata con l’organizzazione umana. La seconda si riferisce allo stesso corpo eterico; in esso risiedono sì le forze che modificano, ma anch’esso è cambiato.

In tempi antichissimi era organizzato in un modo per cui l’uomo conosceva il mondo diversamente da come oggi lo conosce, ma quando guardava nel mondo spirituale, grazie all’antica chiaroveggenza di Persefone, vi vedeva immagini di entità spirituali.

Vedeva attorno a sé un mondo di immagini, provocate attraverso le forze del corpo astrale; quest’ultimo non avrebbe tuttavia potuto vederle se fosse stato lasciato a se stesso.

Il corpo astrale non percepisce immagini quando è lasciato a se stesso.

• Come un uomo non vede se stesso quando cammina se non ha davanti uno specchio, così il corpo astrale non percepirebbe le immagini da lui prodotte, se la sua attività nella natura umana non venisse per così dire rimandata dal corpo eterico.
• In tal modo il corpo eterico rende visibili e percepibili le immagini suscitate dal corpo astrale.
Quel che si percepisce di quanto avviene nel corpo astrale è quel che il corpo eterico rispecchia.

Senza questo rispecchiarsi di tutti i nostri processi interiori astrali attraverso il corpo eterico, ci sarebbe di certo in noi tutto quel che il corpo astrale produce, ma non saremmo in grado di vederlo, di percepirlo.

• L’immagine globale del mondo che ci possiamo formare, tutto il contenuto della nostra coscienza è perciò un rispecchiarsi proveniente dal corpo eterico.
• Da quest’ultimo dipende che si sappia qualcosa del mondo.
• Dipendeva dal corpo eterico nel tempo antico della chiaroveggenza, e anche oggi tutto quanto sappiamo del mondo dipende dal rispecchiarsi dell’attività astrale nel corpo eterico umano.

Che cosa vi è dunque nelle forze del corpo eterico?

• Il fatto che grazie ad esse abbiamo la chiave che apre alla conoscenza del mondo.
• Altrimenti tutto quanto il mondo suscita nel nostro corpo astrale non schiuderebbe tale porta.

La chiave per aprirla sta nel corpo eterico.

Lì vi è anche tutto quello di cui possiamo parlare come se ne parla in alcuni passi importanti di entrambi i drammi rosicruciani. In essi si parla dei labirinti dei pensieri, dei fili che la nostra conoscenza del mondo deve tessere.

Noi non impariamo a conoscere il mondo con la semplice osservazione, ma

• o andando di immagine in immagine come ai tempi dell’antica chiaroveggenza,
• oppure, come nella nuova civiltà intellettuale, passando di pensiero in pensiero,
proprio come attraverso un labirinto di pensieri.

Anche l’attività di connettere i pensieri viene suscitata dalle forze del corpo eterico.
Si sono dunque modificati quelli che possiamo chiamare la chiave e i fili che si tendono tra i singoli contenuti della nostra coscienza quando giungiamo alla conoscenza del mondo.

Così vediamo ciò che edifica le forze del corpo eterico e ciò che in esse si deve modificare.
Guardiamo ora il terzo corpo, quello astrale.

Come ho già detto, esso è in noi l’elemento nel quale agisce il mondo e in cui vengono formate le forze e le capacità che vengono poi rispecchiate dal corpo eterico.

Nel corpo astrale viene accesa la conoscenza che attraverso il corpo eterico viene portata a coscienza.

Un pensiero, un’immagine vengono accesi nel corpo astrale, e grazie ad esso sono presenti in noi,
ma ci divengono coscienti perché abbiamo un corpo eterico. Sarebbero in noi anche se non avessimo il corpo eterico, ma non ne sapremmo niente.

La fiaccola della conoscenza viene accesa nel corpo astrale e viene rispecchiata nel corpo eterico come conoscenza umana cosciente. Possiamo così dire che la fiaccola della conoscenza, accesa nel corpo astrale, si modifica nel corso del divenire storico dell’umanità:

• nei tempi antichi si aveva una conoscenza chiaroveggente per immagini,
• oggi si ha la conoscenza intellettuale e razionale.

Le forze del corpo astrale si sono così modificate. Nel corso del divenire storico ci furono nella natura umana forze che trasformarono l’intero rapporto tra Demetra e gli uomini.

• Demetra venne scacciata dall’antico, sottile corpo umano, dall’antico corpo astrale che sviluppava capacità chiaroveggenti.
• Eros entrò in azione.
• In compenso le altre forze della natura umana libere da Eros, come ho già detto oggi, vennero sottoposte maggiormente a Demetra.Dal tempo dell’antica epoca atlantica fino ad oggi operò dunque sulla natura umana una forza del divenire che agì in triplice modo; una triplice natura del divenire, del trasformare, del modificare, una triplice specie di metamorfosi che, movendo dal corpo eterico, si diresse sul corpo fisico, sul corpo eterico stesso e sul corpo astrale.

Questa forza del divenire e della trasformazione era nella natura umana ed è in noi.
Essa ci porta dalla gioventù alla vecchiaia, sostituendo le forze di Eros con quelle di Demetra.

Nella nostra organizzazione vi è questo triplice divenire

• che produce nel corpo fisico mutate condizioni di malattia e di salute,
• induce nel corpo eterico un diverso riflettersi della conoscenza
• e modifica la fiaccola della conoscenza nel corpo astrale.

È meraviglioso che dall’antica dottrina greca degli dèi ci venga incontro chi rappresenta le forze del divenire della natura umana; forze che agiscono in noi tutti e che trasformano il nostro corpo astrale, e perciò anche la natura di Demetra; forze che risiedono nel corpo eterico e che operano sul corpo fisico, sull’eterico stesso e sull’astrale.

Esse sono rappresentate nella triforme Ecate.
 
Quel che oggi esprimiamo dicendo che dal corpo eterico provengono forze trasformatrici di triplice specie, l’antico Greco lo esprimeva parlando della triforme Ecate.

In questa figura si manifesta una meraviglia dell’organizzazione umana nel suo divenire. Vi scorgiamo una saggezza immensa.

A Roma si può vedere ancora oggi l’immagine della triforme Ecate che viene così raffigurata: un’organizzazione di Ecate si riferisce alle condizioni di salute e di malattia ed è fornita dei simboli del pugnale e del serpente, quest’ultimo assegnato anche ad Esculapio in quanto rappresentante della medicina.

Il pugnale rappresenta gli influssi esterni, ciò che dall’esterno influisce in modo distruttivo sull’organismo umano. Assegnando alla triplice Ecate in una delle sue figure il pugnale e il serpente, si volevano indicare le forze che influenzano il corpo fisico nel suo divenire.

La seconda immagine di Ecate doveva richiamare che nel corpo eterico si è modificata la chiave che apre alla conoscenza del mondo. Che simbolo reca la seconda immagine della triforme Ecate? La chiave e un fascio di corde come simbolo del labirinto dei pensieri.


La terza raffigurazione di Ecate reca poi la fiaccola, la fiaccola della conoscenza così come si forma nel corpo astrale.

Qui avvertiamo l’enorme forma di superstizione con cui il nostro tempo materialistico sta davanti a questa figura profondamente significativa del mondo antico, e sentiamo come queste cose si dovranno animare quando gli uomini sapranno di nuovo che cosa è inteso con un simbolismo così grandioso e profondo quale è quello della triforme Ecate.

I pensieri dell’antica Grecia sorgeranno in nuova forma, quando l’anima umana, saziata dalla scienza dello spirito, si porrà davanti a quella statua e sorgerà nell’anima la conoscenza della natura spirituale dell’uomo celata in quella figura.

Queste cose non vanno prese in senso astratto. Naturalmente le possiamo esprimere solo rivestendole per così dire di pensieri astratti, ma tutto ciò può divenire per noi sensazione e sentimento vivente se arriviamo alla consapevolezza che anche Ecate ha solo cambiato il suo modo di agire, e che comunque è anche oggi in noi e opera in ciascuno di noi.

L’antico Greco diceva che non solo l’umanità tutta nel suo divenire, ma anche il singolo soggiace alle forze di Ecate mentre la sua forma corporea viene trasformata, mentre egli viene modificato nei corpi fisico, eterico e astrale. Ecate opera in lui in modo triplice.

Tuttavia quel che allora veniva trasmesso all’anima umana nell’immagine di Ecate, può esser di nuovo trasmesso anche oggi.

Come si esprime il moderno seguace della scienza dello spirito che non parla più in quella forma di immagini?

Egli dice che nel corso dello sviluppo del singolo, dalla nascita alla maturità, vengono modificate le tre parti costitutive degli involucri corporei umani:

• nei primi sette anni l’involucro fisico,
• nel secondo settennio quello eterico
• e nel terzo quello astrale.

Nel mio breve testo L’educazione del bambino si trovano descritte, senza ricorrere a questa immagine, le forze che operano nell’organizzazione umana in modo triplice, cioè le forze di Ecate.

Quando oggi la scienza dello spirito ci descrive che fino al cambiamento dei denti il bambino forma in prevalenza il proprio corpo fisico, si accenna a uno dei modi in cui Ecate agisce in lui. Viene detto in una forma moderna ciò che il Greco intendeva raffigurando una parte di Ecate con il pugnale e il serpente.

Con la chiave e il fascio di corde viene invece presentata la seconda fase della modificazione, quando il corpo eterico, partendo da se stesso, opera nel secondo settennio.

Il terzo settennio viene presentato nel simbolo della fiaccola, col corpo astrale in cui tutto si svolge. In una forma moderna, ho detto in sostanza qual era la sapienza di Ecate, espressa nell’immagine dei misteri greci.

venerdì 12 gennaio 2024

La Rubedo

 

Rubedo 52JKI 



La Rubedo

Lo stadio ultimo del processo alchemico che prende il nome di Grande Opera viene rappresentato, in gran parte delle opere ermetiche, con un colore, appunto il Rosso. 

I colori, oltre che simboli archetipici, erano anche oggettivamente quelli che apparivano nelle storte dei laboratori alchemici, per cui spesso a questo colore si associa il cinabro, minerale di colore rosso, spesso materia prima e finale del processo, come polvere di proiezione. 

Lo stesso cinabro, che è una combinazione appunto di Solfo e Mercurio, a sua volta simbolicamente rappresenta proprio la perfetta congiunzione degli opposti sessuali (androgino: Solfo e Mercurio) che a questa fase che è la Rubedo si associa (coniunctio). 

Quindi la Rubedo è sia la fase finale del processo che il suo “rosso” prodotto (pietra filosofale ed elisir di lunga vita, a seconda del processo esteriore o interiore che si è intrapreso). Dunque la Rubedo è sinonimo di realizzazione, trasformazione e perfezione della Materia. 

Ma per comprendere il senso della Rubedo occorre astrarre il concetto dalle sue specifiche realtà di manifestazione. Ad esempio in ambito psicologico corrisponde all’individuazione del Sè, ossia alla piena consapevolezza dell’uomo, che “sposa” la sua ombra e la rettifica, diventando quindi “strumento” trasformativo della realtà, non solo personale ma anche collettiva. 

Il percorso individuativo può essere ciclico per cui le “sublimazioni” (termine operativo associato al processo alchemico della rubedo) possono essere molte più di una (da 3 a 9 secondo diversi autori), fino a “comprendere” una consapevolezza nuova che può rendere l’uomo “artefice” e strumento di una trasformazione della realtà materiale condivisa (tutto il genere umano).

Questo tipo di rubedo lo accosta alla figura del Cristo (a sua volta simbolo di rubedo come nella passione della morte e resurrezione/vittoria a cui inoltre associamo l’immagine della fenice e della palma pasquale). Quindi la perfezione dell’uomo è tale non solo nella piena conoscenza di sè (Piccola Opera) ma nel contribuire alla redenzione e trasformazione della Materia tutta (Grande Opera). 

Per questo motivo che alla Rubedo si associa anche l’Amore come quel sentimento unico che permette all’Uomo di trascendere la Materia sino a Sublimarla e renderla adatta all’Unione con Dio (rendere la Materia vergine per concepire il Cristo, ossia idonea alla pura forza vitale di Dio). 

Da questo ne deriva che l’immortalità del corpo (altro fine della Rubedo) coincide con la perfetta unione dell’Anima (che dal corpo origina) con lo Spirito (che dal cielo origina). In ultima analisi attraverso il Corpo rendere l’Anima degna di “concepire” (accogliere sarebbe più giusto) Dio. 

Ma esiste una Rubedo in Natura a prescindere dall’uomo, è la perfetta realizzazione di ciò che si è in potenza, motivo per cui il piombo aspira a diventare oro, un seme una quercia, un animale la sopravvivenza della sua specie, un uomo oltre la sopravvivenza la sua redenzione. 

Un movimento teleologico, indirizzato ad un fine, che è insito nel mondo materiale, in tutte e tre le sue forme (minerale, vegetale e animale) e di cui l’uomo ne rappresenta la sua massima potenzialità. 

Ed è per questo che lo stesso è chiamato a realizzare, trasformare e migliorare la realtà, non solo sua ma di tutto il Creato, e ciò è imprescindibile dai due aspetti fondamentali della rubedo, il rosso fuoco dello spirito (intelletto/solfo) e dal profondo rosso dell’amore (anima/mercurio).








venerdì 5 gennaio 2024

IL Corpo Vitale

.

The Vital Body 

 

IL Corpo Vitale

tratto da Max Heindel  PRINCIPI OCCULTI DI SALUTE E GUARIGIONE


In ordine alla data di formazione il corpo vitale è il secondo dei nostri veicoli; il suo germe originale è stato fornito dai Signori della Sapienza durante il Periodo del Sole. Durante la Rivoluzione del Sole nel Periodo della Luna, questo germe si è modificato in modo da renderlo idoneo a essere compenetrato da un corpo del desiderio e ad adattarsi a un sistema nervoso a muscoli, ad ossa, ecc. 

Durante la Rivoluzione del Sole del Periodo della Terra, il corpo vitale fu modificato in modo da assomigliare maggiormente al corpo denso e la sua attuale organizzazione, dal punto di vista dell'efficienza, viene subito dopo quella del corpo denso. 

Di nuovo fu ricostruito durante l'Epoca Iperborea del Periodo della Terra, quando i Signori della Forma, che apparirono contemporaneamente agli Angeli, incorporarono il corpo vitale ai corpi densi degli umani che avevano allora la forma di un sacco. 

Il popolo degli Iperborei 

Delle numerose civiltà che si sono succedute, alcune racchiudono aspetti storici i culturali del tutto oscuri, mentre alcune addirittura sono contraddistinte da un alone di mistero e la loro stessa realtà oscilla tra storia e mitologia.

Il popolo degli Iperborei, la cui esistenza è attestata esclusivamente dalla tradizione greca classica, è uno di questi. 

Dalle fonti si estrapola che queste genti vivevano a nord, nell'isola al di là del vento di Borea (come attesta l'etimologia del nome), dove vi erano un clima mite e un cielo luminoso, e dove la terra era straordinariamente feconda. 

Venivano considerati come una comunità di uomini felici: si credeva in tal senso che non fossero soggetti all'invecchiamento e che ponessero fine ai loro giorni solo a causa della stanchezza, oppure per trasferirsi in un mondo migliore attraverso pratiche magiche segrete.

Erano devoti al dio Apollo e mandavano regolarmente offerte a Delo (la più piccola isola delle Cicladi, nel Mar Egeo, famosa nell'antichità per il santuario di Apollo o Delio).

Secondo il mito, infatti, Apollo, figlio di Zeus e di Latona, appena fu partorito si recò nella terra degli Iperborei e vi soggiornò per un anno, mentre sua madre si rifugiò a Delo per sfuggire all'ira di Era, moglie di Zeus. Per questo motivo Apollo era considerato il dio degli Iperborei. Gli Iperborei, a quanto si dice, vivevano in una terra che si estendeva fino al mare, probabilmente il mare Glaciale Artico. Tuttavia sulla localizzazione delle loro terra non esiste un parere unanime tra le diverse fonti.

Ad ogni modo nella maggioranza dei casi, prevale il riferimento alle regioni nordiche.
Alcuni erano convinti che gli Iperborei abitassero su un'isola non più piccola della Sicilia che si trovava: "[...] sotto le Orse, al di là del paese dei Celti"  Il poeta greco Pindaro (522-442 a.C.) racconta nella Pitica X (498 a.C.) che la via che conduce al paese degli Iperborei non è conosciuta.

Narra inoltre di come Perseo, guidato da Atena, giunse presso di loro e potè in tal modo conoscere i costumi di queste genti: compivano sacrifici al dio Apollo, amavano il canto, la musica e i banchetti, erano immuni da malattie e dall'invecchiamento, vivevano in pace senza combattere ed erano contrari alle guerre.

È dentro la matrice del corpo vitale che si costruisce il corpo denso durante la vita prenatale e ne è una copia esatta, molecola per molecola, con una sola eccezione. Nel corso della vita il corpo vitale ricostruisce e rigenera il nostro corpo fisico con una tendenza ad ammorbidire oltre che a ricostruire. 

Si esprime per mezzo del sangue e delle ghiandole, come pure tramite il sistema nervoso del gran simpatico. 

Il corpo vitale è penetrato nella "fortezza" del corpo del desiderio nell'istante in cui ha cominciato a trasformare il cuore in un muscolo volontario. Il corpo vitale compenetra il corpo denso e si estende per circa quattro centimetri al di là di esso. La struttura del corpo vitale può essere paragonata a un mosaico fatto di piccoli pezzi uniti gli uni agli altri, la cui superficie non risulta liscia e regolare. 

Le particelle del corpo vitale entrano nei centri vuoti degli atomi del corpo denso infondendo loro forza vitale e facendoli vibrare a una velocità superiore a quella dei minerali che non sono provvisti di un'anima.

GLI ETERI E LA LORO FUNZIONE

Se analizziamo un essere umano constatiamo che i quattro eteri che lo compenetrano (chimico, vitale, luminoso e riflettore) sono dinamicamente attivi nel corpo vitale altamente organizzato. Grazie all'azione dell'etere chimico l'uomo è capace di assimilare il nutrimento e di crescere. 

Le forze che agiscono nell'etere vitale gli consentono di riprodursi. 


Quelle dell'etere luminoso forniscono calore al corpo denso, sistema nervoso e muscoli, aprendo in tal modo le vie di comunicazione con il mondo esterno tramite gli organi di senso. Quanto all'etere riflettore esso permette allo Spirito di dirigere i suoi veicoli per mezzo del pensiero. 

Questo etere immagazzina inoltre le esperienze che facciamo sotto forma di memoria.

L'etere chimico e l'etere vitale formano la matrice del corpo fisico. Ogni molecola del corpo è rivestita di un involucro eterico che l'impregna e la vivifica. Tramite questi eteri le funzioni organiche, come la respirazione, ecc., avvengono regolarmente. 

La densità e la consistenza di questa matrice eterica determinano il nostro stato di salute. Gli atomi dell'etere chimico e dell'etere vitale, riuniti attorno all'atomo-germe del corpo vitale situato nel plesso solare, presentano forma prismatica. 

Essi sono sistemati in modo tale che, quando l'energia solare penetra entro il corpo attraverso la milza, il raggio che ne viene riflesso è quello rosso. Questo colore è quello dell'aspetto creativo della Trinità, cioè di Geova - lo Spirito Santo - che governa la Luna, pianeta della fecondazione. 

Per questo motivo il fluido vitale solare che entra nel corpo umano attraverso la milza, si tinge del colore rosa pallido che spesso è notato dai chiaroveggenti quando circola lungo i nervi, così come la corrente elettrica passa lungo i fili di un impianto elettrico.

 Così caricati, l'etere chimico e l'etere vitale assicurano la funzione dell'assimilazione che conserva in vita l'individuo e della riproduzione che perpetua il genere umano. Durante la vita, ciascun atomo vitale prismatico penetra entro un atomo fisico e lo fa vibrare. 

Per farci un'idea di questa intima unione, immaginiamoci la figura di un cestino a forma di pera formato da fili metallici avvolti a spirale che corrono verticalmente da polo a polo: così è l'atomo fisico che ha una forma vagamente rassomigliante a quella della Terra. 

L'atomo vitale prismatico è inserito alla sommità più larga che corrisponde al Polo Nord del nostro globo, e la punta del prisma penetra così entro l'atomo fisico fino al punto più stretto che corrisponde al Polo Sud. 

Tutto il complesso rassomiglia a una trottola in movimento. Ed è in questo modo che il nostro corpo viene vivificato e reso capace di movimento. L'etere luminoso e l'etere riflettore sono le vie di accesso della coscienza e della memoria. Presso l'individuo medio sono un poco attenuati e non hanno una forma definita. 

Come l'aria penetra in una spugna, così essi compenetrano l'atomo fisico e vi formano attorno una leggera atmosfera aurica. 

La scienza fisica ha scoperto che gli atomi fisici del nostro corpo denso subiscono dei cambiamenti permanenti, in modo che i materiali componenti il nostro corpo fisico spariscono nel giro di qualche anno. 

Tuttavia sappiamo che le cicatrici e le altre manifestazioni accidentali che possono colpire il nostro corpo in qualsiasi momento della vita, durano fino alla morte. 

La ragione sta nel fatto che gli atomi eterici prismatici che compongono il corpo vitale sono permanenti e inamovibili. Restano nella parte del corpo che occupano sin dall'inizio. 

Ciò significa che gli atomi eterici, che fanno vibrare quelli fisici, dalle dita del piede, per esempio, non si trasferiscono alle mani, alle gambe o in un'altra parte del corpo, ma restano esattamente al loro punto iniziale. Una lesione che colpisca gli atomi fisici si ripercuote sugli atomi prismatici eterici corrispondenti e li impressiona in modo definitivo. La materia che nuovamente si forma, si modella esattamente sugli stessi, riproducendo la forma e la struttura precedente. 

Queste norme si applicano solo agli atomi prismatici corrispondenti ai solidi e ai liquidi del mondo fisico perché assumono una forma definita e stabile. Inoltre, gli esseri umani nell'attuale stato evolutivo posseggono tutti nel corpo vitale una quantità, più o meno grande, di etere luminoso e di etere riflettore, i quali sono veicoli, l'uno delle percezioni sensorie, l'altro della memoria. Si può dire che l'etere luminoso corrisponde ai gas del nostro mondo fisico. 

Forse la migliore definizione che può essere data dell'etere riflettore è quella di iper-eterico. 

È una sostanza sottilissima bluastra, simile al centro di una fiammella di gas; è trasparente e sembra lasci vedere tutto quello che contiene. Pertanto racchiude tutti i segreti della natura e del genere umano. È in essa che è registrata buona parte degli archivi della Memoria della Natura. 

L'etere luminoso e l'etere riflettore sono di natura prettamente opposta a quella degli atomi di etere prismatici stazionari. Questi due eteri, luminoso e riflettore, sono volatili e migratori. 

Qualunque sia la quantità di questi eteri che l'uomo possiede, bisogna considerarli come un accrescimento, frutto di esperienze di vita. È una sostanza che nell'interno del corpo si mescola alla corrente sanguigna. Quando, con persistenti sforzi di altruismo e di sacrificio, sviluppiamo, alla scuola della vita, una quantità sufficiente di sostanza tale che superi il nostro corpo fisico, allora appare alla periferia sotto i colori oro e azzurro: è il nostro corpo-anima che comincia a nascere.

L'azzurro indica l'essere più elevato spiritualmente ed è perciò di volume minore e lo si può paragonare al centro azzurro della fiammella di gas, mentre la tinta dorata ne costituisce la parte maggiore e corrisponde alla luce gialla che circonda il centro. Questo colore azzurro non appare all'esterno del corpo dell'uomo comune ma solo nei più grandi santi; tuttavia si può anche scorgere un'aureola dorata circondare la testa di molte persone.

Al momento della morte, il panorama della vita che è inciso sull'etere riflettore del corpo vitale, viene trasportato sul corpo del desiderio. La quintessenza delle nostre esperienze passate si imprime, alla fine, sull'atomo germe ove costituisce la coscienza, che ci inciterà a evitare il male e a praticare il bene nella vita futura.

Vediamo dunque che da una vita all'altra la qualità dell'atomo-germe si modifica. La quintessenza del bene, estratta dalla parte mobile, migratoria, del corpo vitale di una vita, determina la qualità degli atomi eterici prismatici della vita successiva. Quella che è stata la parte migliore e più elevata di un'esistenza costituisce la base della vita successiva ed è così che a poco a poco saliamo la scala dell'evoluzione che ci conduce verso Dio.

Dopo quanto sopra è evidente che il corpo vitale è il veicolo delle abitudini. I genitori sanno che durante i primi sette anni, quando questo veicolo è in corso di sviluppo, i bambini prendono a poco a poco delle abitudini. La ripetizione è infatti la chiave maestra del corpo vitale e le abitudini si creano mediante la ripetizione. Altrettanto avviene col corpo del desiderio, veicolo dei sentimenti e delle emozioni, che subiscono continui cambiamenti. 

Sebbene si sia detto che l'etere che forma il nostro corpo-anima è incessantemente in movimento e si mescola alla circolazione del sangue, è relativamente lento se paragonato ai rapidi movimenti del corpo del desiderio. Lo si può paragonare al movimento della lumaca confrontato con la velocità della luce.

Quando l'Ego è in via di reincarnazione, scende nella Regione del Pensiero Concreto, poi in quella del Mondo del Desiderio e nella Regione Eterica. Attraverso ciascuna regione raccoglie una certa quantità di materia. La qualità di tale materia è determinata dall'atomo-germe, secondo la legge di affinità per cui i simili si attirano. 

La quantità dipende dalle esigenze dell'archetipo che ci siamo costruiti nel Secondo Cielo. Gli Angeli di Giustizia costruiscono una determinata forma eterica secondo la quantità di eteri prismatici raccolta dall'Ego. Questa forma, messa nel seno della madre, si riveste gradualmente di materia fisica che formerà il corpo visibile del neonato.

Solo una piccola parte dell'etere raccolto dall'Ego viene così immediatamente impiegata. Il resto di tale sostanza, che si trova nell'interno del corpo denso del bambino, è al di fuori del corpo fisico. Il corpo vitale in formazione del bambino supera il corpo fisico assai più di quello che non faccia nell'adulto. Durante il periodo di crescita rapida, questa provvista di atomi eterici viene progressivamente usata per vitalizzare le parti dense via via che vengono elaborate. 

La taglia normale è raggiunta nell'età adulta e il corpo vitale supera la periferia del corpo denso di non oltre due o tre centimetri.

La scuola della sapienza occidentale pone come postulato che ogni sviluppo occulto inizi dal corpo vitale. La parte di questo corpo, formata dai due eteri superiori, etere luminoso ed etere riflettore, è ciò che si è convenuto chiamare il "corpo-anima". Questa parte è strettamente legata al corpo del desiderio e all'intelletto e può essere più facilmente messa a contatto dello spirito che non i due eteri inferiori: essa è il veicolo dell'intelligenza. 

È da questa che dipende il fare di noi degli uomini e delle donne nel senso più alto della parola. Le nostre osservazioni, le nostre aspirazioni, la nostra personalità sono dovute all'azione che esercita lo Spirito su questi eteri superiori che diventano più o meno luminosi a seconda della natura della nostra personalità e delle nostre abitudini.

Come il corpo denso assimila il nutrimento e cresce, così i due eteri superiori assorbono le buone azioni della nostra vita e si sviluppano in volume. A seconda di come agiamo, durante la presente esistenza, aumentiamo o diminuiamo ciò che abbiamo portato con noi alla nascita. 

È la ragione per la quale gli insegnamenti della sapienza occidentale mettono in risalto il fatto che "ogni sviluppo mistico comincia dal corpo vitale".