venerdì 25 agosto 2023

Trasmutazione dell’energia sessuale

Nel realizzare la Grande Opera, se un individuo durante vari cicli di manifestazione, riesce a portare a termine la prima e più impegnativa parte, seguendo la “via umida”, entra in contatto “per attrazione” con un’anima che ha realizzato anche la seconda parte dell’opera seguendo la “via secca”, unendosi sessualmente possono ricongiungere le due fiamme dell’Athanor? 

 E “fissare” il tutto? È una domanda che mi è stata posta e a cui potrei rispondere solo per intuito non avendo esperienza in merito. Voi cosa ne pensate? Un atto sessuale “Sacro” fra le due scintille Divine, può effettivamente ricongiungere la Grande Fiamma?

... les deux flammes d'Athanor? 


Trasmutazione dell’energia sessuale

di Athos A. Altomonte


D: Nel realizzare la Grande Opera, se un individuo durante vari cicli di manifestazione, riesce a portare a termine la prima e più impegnativa parte, seguendo la “via umida”, entra in contatto “per attrazione” con un’anima che ha realizzato anche la seconda parte dell’opera seguendo la “via secca”, unendosi sessualmente possono ricongiungere le due fiamme dell’Athanor? E “fissare” il tutto?

È una domanda che mi è stata posta e a cui potrei rispondere solo per intuito non avendo esperienza in merito.

Voi cosa ne pensate? Un atto sessuale “Sacro” fra le due scintille Divine, può effettivamente ricongiungere la Grande Fiamma?


R: Credo, e non me ne volere per quel che dico, che questo sia un esempio di rappresentazione psicodrammatica che l’uomo/donna fa di una realtà distante e, perciò, incomprensibile.

L’essere senziente drammatizza ciò che non comprende e ne fa un’immagine (mentale) a sua somiglianza.

Una rappresentazione che, proprio perché simile a se stesso, lo allontana sempre più dalla sfera d’influenza delle grandi realtà naturali. Ed anche la sfera “spirituale” è una realtà naturale, diversa dalla nostra, certo, ma non per questo si può pensare che non “obbedisca” a delle Regole. 

A proposito dei miti spirituali, ricorderò sempre ciò che scrisse uno studioso: «l’uomo sogna, e quando i suoi sogni sono condivisi da molti, nascono i miti e le leggende spirituali».

In verità, la spiritualità è un aspetto di una grande (per noi comuni) realtà “naturale”, ma di una diversa dimensione che ci compenetra. Una dimensione-sostanza tanto più sottile, della nostra assai più “lenta” realtà materiale, che noi definiamo divina. Non pensando che quella stessa realtà, che consideriamo “distante” perché non ne abbiamo “coscienza”, ci permea e in un certo modo ci anima.

Un atto sessuale “sacro”? Non credo. Ma si può “elevare la sostanza” dell’atto meccanico, permeandolo con il sentimento dell’amore profondo. Questo, a mio parere, è l’atto di trasmutazione prodotto dall’Alchimia spirituale che si differenzia dalla “chimìa fisica” (le passioni) mossa dagli ormoni (vedi Alchimia di un Amore profondo).

Attraverso l’amore profondo l’altro/altra, non resta un mero oggetto di desiderio e di soddisfazione, ma viene sublimato e torna alle sottigliezze dell’idea che muove quel sentimento di generosità altruistica e dedizione transpersonale. Insomma di chi “vive” per la felicità dell’altro. 

E se il sentimento viene corrisposto l’idea si raddoppia in mascolino e femminino, manifestando anche sul piano fisico quell’Unità da cui entrambi possono venire illuminati.

In altre parole: l’energia della natura fisico-animale (atto manifesto), attraverso l’amore profondo (sentimento transpersonale) si trasmuta nell’energia sottile dell’Idea che genera quel sentimento (equazione: idea = sentimento = atto manifesto = espressione dell’idea). In questo caso, il “sacro” può essere l’Idea di amore profondo che unisce due anime in una sola volontà e in un solo destino. 

La parabola di questa rinnovata unità, finché non è reclinata dagli egoismi personali e dalle incomprensioni, sovrasta grandemente il mero atto meccanico che passa e scompare senza traccia. Mentre l’Idea che muove il senso di amore profondo (che bisognerebbe definire) è, per noi comuni, immortale. 

L’Idea o aspetto, esisteva in sé prima che noi la scoprissimo per tale e resta così com’è anche quando noi ce ne allontaniamo, per inseguire il senso (Maya) delle nostre “ragioni”.

D: Credo di avere colto il senso della risposta, mi resta solo un dubbio: quando dici “… manifestando anche sul piano fisico quell’Unità da cui entrambi possono venire illuminati …” intendi dire che un uomo e una donna, attraverso la sublimazione di un Amore profondo, anche su questo piano, possono raggiungere un’Unità, che sia fonte di illuminazione per entrambi, o che per un uomo e una donna il raggiungimento di quella Unità sia l’obiettivo attraverso il quale “si ritorna”.

R: Credo che il versante exoterico dell’argomento, possa essere riconosciuto nel tentativo mutuato attraverso il Tantra Yoga. Purtroppo uno Yoga (Unione) poco compreso, se non nelle sue “gestualità sessuali” profane, così da essere usato per sublimare l’unione di due esseri attraverso il piacere dei sensi e non la loro unione spirituale attraverso le “energie che muovono i sensi”.

L’Uomo e la Donna tantrici non sono due persone che copulano in maniera stravagante. Sono l’allegoria delle due energie, cosiddette femminino e mascolino (Yin e Yang), che a partire dal Divino (manifesto) sino all’umano, compongono i “diversi piani di manifestazione”. Piani che possiamo riassumere in aspetti, di cui l’uno è la voluta superiore dell’altro.

Come ad esempio: fisico-enegretico, emotivo-passionale, ragionevole-intelligente, intuitivo-empatico, empatico-sprituale. Importante è ricordare che i generi non possono essere combinati altrimenti. Come, ad esempio, non è possibile giungere alla spiritualità partendo esclusivamente dalla ragione.

Non credo di poter affrontare un tema così pregnante in una breve risposta.

Comunque ti riassumo volentieri due aspetti operativi dell’argomento.

Per evolversi l’uomo deve riconoscere il femminino ch’è in se, e svilupparlo. Dal canto suo, la donna deve scoprire e sviluppare il proprio mascolino. Mascolino e femminino, però, non hanno nulla a che fare con i genitali (come taluni credono) ma sono «stati di coscienza». 

Che potremmo definire di tendenza analitica ed espressiva il primo, ricettiva e sensitiva la seconda. Certo che detto in due parole, questo concetto potrebbe essere frainteso “maliziosamente”.

Ne consegue che, nella coppia iniziatica, l’uomo fa riconoscere il mascolino alla compagna attraverso se stesso. Mentre la donna rivela all’uomo i misteri della femminilità attraverso se stessa. Dunque, così avviene un matrimonio diverso, fatto di coscienze più che di sensi. Il sesso in sé ha un altro scopo, che in questo momento non discuteremo. 

L’amore tantrico, al pari dell’amore (sposalizio) alchemico è una somma di diverse energie, che non vengono né sopite né scacciate, perché quest’opera non è morale bensì iniziatica. Unire un femminino ad un mascolino significa dare vita ad una “spirale”, che segna l’inizio di un processo “trasmutativo” chiamato metamorfosi, o trasmutazione metallica (a secondo del linguaggio che s’usa).

La spirale “eleva il tono” (suono interiore) dei tanti frammenti di diversità che separano la coscienza fisica da quella iperfisica, “attraendoli” in un solo complemento chiamato coscienza.

Qui si mette a fuoco un altro determinante concetto. Perché, “essere coscienti” significa capire, capire vuol dire conoscere e conoscere vuol dire sapere. Perciò l’iniziato sa, che sapere è uno stato di coscienza e non una somma di nozioni imparate a memoria.

Questo metodo è l’asse portante del lavoro interiore.

D: …volevo inoltre aggiungere che l’esperienza della coppia nel riconoscimento della propria divinità mascolina e femminina, è anche esperienza di un amore travolgente … spirituale.


R: Certo, anche se bisogna considerare come sia normalmente difficile distinguere la “vibrazione” (l’estasi) dell’amore “profano” (sensuale) da quello emotivo, intellettivo ed oltre.

Nessun tipo di vibrazione, però, va mortificata (intervento morale), perché, ognuna svolge “una funzione” insostituibile. E se la “funzione” viene espressa in maniera corretta, sarebbe contro natura umiliarla, reprimerla o demonizzarla.

Come afferma la psicanalisi Junghiana (ma non solo quella), la repressione morale (censura) delle “funzioni naturali”, finisce per produrre delle personalità ossessive sollecitate da sostanziali turbe mentali. E, a questo proposito, la storia dimostra abbondantemente gli effetti nefasti di certe repressioni, soprattutto tra i religiosi comuni.

Questo perché: una cosa è «sublimare l’idea» (l’energia che muove l’idea), un’altra è reprimerne (castrazione) il suo naturale svolgimento.

Una mente evoluta è “educata” ad indirizzare al meglio le proprie energie, anche quelle sessuali. Tanto che l’energia (generatrice fisica) della Libido s’innalza, sino a diventare energia creativa (propulsore) della psiche superiore (in sanscrito detta: Manas).

Allora, lascio al buon senso trarre le conclusioni di questo distinguo.

venerdì 18 agosto 2023

I sette Chakra nella testa


Seven Chakras Skull 



I sette Chakra nella testa


Il Maestro H. e H.P. Blavatsky ci informano delle sette cavità nel cervello, e il Maestro D.K. dichiara che la testa contiene sette chakra.

Ci sono nella testa sette centri, tre maggiori, Ajna, Coronale, Alta Major, e quattro minori, e questi centri, corrispondono direttamente ad uno o l’altro centro del corpo. (1)

Il centro Alta Major che raccoglie l’energie provenienti dal basso, cioè dalla triplice Kundalini, corrisponde con il centro basale dove essa è arrotolata.

Questi sette centri della testa sono il riflesso nel microcosmo (l’uomo) delle dimore preparate nei cieli che ricevono la settemplice energia della Monade. Sono le dimore preparate dall’energia inferiore, che devono ricevere l’Anima, o energia psichica superiore.

Nella testa dell’uomo avviene un mirabile evento simbolico. In quel vivente organismo si compie il dramma per cui l’essere puramente umano si fonde nella divinità. Il grande dramma finale dell’unione mistica fra Dio e l’uomo, e fra l’anima e la personalità.

Nella testa dell’uomo vi sono due grandi centri di energia. Uno di essi, il centro fra le sopracciglia, fonde e unisce le cinque energie che ad esso pervengono e con esso si uniscono: quelle dei tre centri sottostanti il diaframma e quelle dei centri della gola e del cuore. 

L’altro, il centro della testa, si risveglia con la meditazione, il servizio e l’aspirazione, e per suo tramite l’anima entra in contatto con la personalità. Il centro della testa è il simbolo dell’aspetto maschile, o positivo, mentre quello fra le sopracciglia simboleggia la materia, ossia l’aspetto femminile o negativo.

Connessi a questi vortici di forza sono due organi fisici, il corpo pituitario e la ghiandola pineale. I Sette chakra della testa sono connessi ai Sette principali, di cui due si trovano nella testa (Ajna e Coronale) e cinque lungo la spina dorsale del corpo si trovano nella fronte e al centro della testa.

Ogni centro è sintetizzato da un suo corrispettivo centro presente nella testa, e quindi i restanti cinque centri corrispondono e sono in relazione con gli altri cinque centri o chakra del corpo, cioè gola, cuore plesso solare, sacrale e basale.

L’Ajna, il centro della personalità integrata, fra i sopraccigli, che condiziona il corpo pituitario, è connesso alla vita di tutto l’organismo, triplice e integrato. La coscienza è costretta a esprimersi per mezzo di questo, i veicoli fisico, astrale e mentale ne dimostrano il livello evolutivo.

Il centro alla sommità della testa condiziona la ghiandola pineale ed è in rapporto con la vita dell’anima e, dopo la terza iniziazione con la monade; esso trasmette agli altri centri l’energia dei tre grandi aspetti dell’essere, di cui le tre forze personali sono riflesse, o controparti fisiche.

FIGURA 1. I SETTE CHAKRA NEL CERVELLO


Il terzo stadio della crescita spirituale è quello in cui l’energia dei centri non situati nella testa, cioè gola, cuore, plesso solare, milza, organi della generazione, base della spina dorsale, è trasferita, nel debito ordine ai loro corrispondenti centri della testa.

Al tempo della seconda iniziazione, i fuochi dei centri inferiori quelli sotto il diaframma, sono saliti al centro fra le scapole; alla seconda iniziazione salgono alla testa, e tutti i fuochi del torso sono generalmente attivi. 

Tutto quello che resta da fare è poi di centralizzarli, di produrre la necessaria interazione geometrica fra i sette centri della testa, e quindi concentrarli tutti, prima della liberazione finale, nel centro più altoil coronale2.

L’aspirante all’iniziazione deve sviluppare in qualche misura la vibrazione dei sette centri della testa, accrescendo in tal modo l’attività vibratoria dei sette centri del corpo eterico; la reciproca vibrazione influenzerà anche i sette centri fisici, inevitabilmente stimolati quando quelli eterici si avvicinano alla loro vibrazione massima. 

Quando i sette centri della testa rispondono all’Ego, i sette centri della testa, del cuore, della gola, della base della colonna vertebrale, della milza e della generazione, sono pure influenzati, ma solo per ciò che riguarda la purificazione e il dominio. Ciò produrrà risultati negli organi fisici. 

Vi è un’altra corrispondenza fisica tra i centri e le varie parti del cervello:


FIGURA 2. IL CERVELLO UMANO

Il centro sacrale o sessuale, trova la sua corrispondenza nella testa nel Talamo ottico è il centro per le sensazioni esterne. Il talamo diviso in due parti è connesso alla ghiandola pineale. 

Quando la ghiandola pineale non funziona così attivamente come dopo la pubertà, la funzione sessuale s’impone. Con l’esaurirsi della funzione sessuale, normale a una certa età, si nota una ripresa dell’attività da parte della ghiandola.

Il centro della gola è collegato al midollo allungato è un glomo carotideo formato di arterie e di vene di calibro molto piccolo, avvolte a gomitolo.

Il centro del plesso solare quello dell’affermazione del sé personale è connesso con l’ipotalamo, anch’esso connesso alla vita sessuale, che vela il mistero della polarità. 

L'ipotesi formulata dalle medicine di tradizione esoterica è che l'elemento psichico stressante, responsabile dell'inevitabile scadimento della funzionalità immunitaria antitumorale, debba in prima istanza consistere nella repressione della sessualità o comunque in un alterato rapporto fra coscienza e propria sessualità, nelle seguenti sfumature, repressione del sesso in presenza cronica e continua di desiderio sessuale oppure esperienza sessuale avvenuta seguita poi da senso di colpa e innesco inconscio di tematiche autopunitive (3).

Il centro del cuore è collegato al terzo ventricolo, che finché l’uomo è in vita, è riempito di luce, e non di liquido come dopo la morte.

 Il terzo ventricolo è direttamente connesso con il Corpo Pituitario (Ajna) di fronte e con la Ghiandola Pineale (Coronale) dietro. 

Vi sono tre centri del cuore a 12 petali, il primo nel torace, il secondo al centro del loto coronale dei 960 petali, in totale 972; il terzo è il loto egoico, tutti in relazione con il terzo ventricolo.

Il centro basale è connesso col cervelletto (cerebellum), che è una porzione dell’encefalo, posta tra il midollo allungato e il cervello. Il centro Alta Major è situato alla base del cranio, vi è una breve scissione tra questo centro e il punto in cui i fuochi della materia escono dal canale spirituale. 

Questa scissione va superata da chi sta sviluppando la facoltà di pensiero, con un canale temporaneo nella materia eterica, riflesso nella materia fisica dall’Antahkarana, che l’Ego Spirituale deve costruire per superare la lacuna tra il mentale inferiore e il superiore. 

Quando il ponte sulla scissione è completato, il corpo fisico dell’uomo si coordina con il corpo mentale, e i fuochi della mente e della materia si fondono. 

Alta Major è la corrispondenza fisica dell’Antahkarana. Il centro Alta Major ha potente legame sia con cervelletto (movimenti muscolari volontari), sia col midollo allungato (respirazione, frequenza cardiaca e pressione sanguigna).

Il cervelletto è il centro, il magazzino di tutte le forze; è il Kama della testa. La ghiandola pineale corrisponde all’utero; i suoi peduncoli alle tube di Falloppio. Il corpo pituitario è soltanto il suo servitore, il suo portatore di torcia, come i servitori portatori di luci che solevano correre davanti alle carrozze di una principessa ... 

Il cervelletto fornisce il materiale per l’ideazione; i lobi frontali del cervello sono i rifinitori e i lucidatori del materiale, ma non possono creare da sé ... L’Astrologia cabalistica dice che il dominio dei corpi planetari sul cervello umano è definito così: vi sono sette gruppi primari di facoltà, sei dei quali funzionano attraverso il cervello, e il settimo attraverso il cervelletto 4.

La Scuola trans-himalayana degli antichi Raja Yogi, colloca Sushumna, la sede principale dei tre Nadi, nel condotto centrale del midollo spinale. Ida e Pingala passano lungo la superficie curva del midollo in cui vi è Sushumna. 

I cordoni simpatici e Ida e Pingala partono da un punto sacro sopra al midollo allungato, chiamato Triveni. Questo è uno dei centri sacri, un altro dei quali è Brahmarandra che, se preferite, è la sostanza grigia del cervello. 

È anche la fontanella anteriore nel bambino appena nato. La colonna vertebrale è anche chiamata Brahmadanda, il bastone di Brahma. I nervi del sistema nervoso orto-simpatico, detto anche solo simpatico escono dalla radice anteriore del midollo spinale.

La trasmissione dell’energia superiore attraverso la ghiandola pineale, con il corpo pituitario, e con l’energia del centro Alta Major (che racchiude in sé Kundalini) forma un triangolo di fuoco vivido e lucente. Kundalini opera tre unificazioni nel corso dell’evoluzione:

  1. Con i Fuochi Radianti del corpo, o prana, in un punto tra le scapole.
  2. Con i Fuochi della Mente, in un punto proprio al sommo della spina dorsale, nel centro Alta Major che si trova nella parte posteriore della gola.
  3. Con il Fuoco dello Spirito, nel punto dove i due fuochi uniti della materia e della mente fuoriescono dal sommo della testa.
Il Maestro D.K. spiega che tra i centri spinali della testa vi sono due interruzioni o lacune che nel corso dell’evoluzione devono venir riempite dall’azione energetica della vibrazione rapidamente crescente dell’unità di forza. 

La prima interruzione o vuoto è tra l’energia triplice della colonna vertebrale (Kundalini) e il centro Alta Major situato alla base del cranio, e vi è una breve scissione tra questo centro ed il punto in cui i fuochi della materia escono dal canale spinale. 

A livello fisico corrisponde a quello che deve essere colmato tra l’unità mentale che risiede sul quarto sottopiano del piano mentale, e il corpo egoico che risiede sul terzo sottopiano. 

Nonostante si dica che la triade degli atomi permanenti della personalità è compresa nella periferia causale, nondimeno, dal punto di vista della coscienza, vi è da gettare un ponte. La prima parte del lavoro consiste nel costruire un canale temporaneo nella materia eterica per valicare o colmare questa scissione.

FIGURA 3. LE DUE LACUNE NELLA TESTA


La seconda lacuna è tra il centro Alta Major e il centro supremo della testa, che corrisponde a quella tra il piano dell’Ego e il punto inferiore della Triade, l’atomo permanente manasico che risiede sul primo sottopiano mentale. Quando l’uomo ha costruito l’Antahkarana (ciò che fa durante gli stadi finali dell’evoluzione nei tre mondi) quella lacuna è colmata e la Monade e l’Ego sono intimamente collegati.

Questi due canali sono il riflesso, nella materia fisica, dell’Antahkarana che l’Ego deve costruire per superare la lacuna tra il mentale inferiore ed il superiore. Questo è il lavoro che tutti i pensatori avanzati stanno inconsciamente facendo adesso.

Solo quando l’uomo è polarizzato nel suo corpo mentale, comincia a costruire l’Antahkarana. Prima della fusione il triangolo mentale (manasico) è formato da:

  • Il centro della Gola esternazione tiroide;
  • La ghiandola pineale;
  • Il corpo pituitario.

Più tardi, il centro della testa, del cuore e della gola cominciano a vibrare assumendo gradatamente una maggiore attività. Quando il centro fra le scapole, visto prima come centro manasico, vibra fortemente, allora il centro Alta Major e il centro della testa possono essere uniti attraverso il centro della gola.

  1. Centro della gola che corrisponde al sacrale.

  2. Corpo pituitario che corrisponde al centro splenico.

  3. Ghiandola pineale, che corrisponde al centro alla base.

Il riflesso del triangolo assai superiore nell’uomo della materia è un triangolo formato con la milza, l’organo del prana o della vitalità fisica emessa dal Sole. È di un altro:
  1. Centro della Milza
  2. l centro sacrale, che predispone la generazione fisica.
  3. Il centro alla base della spina, che alimenta (finché nell’uomo non si risveglia l’aspetto volontà) il principio datore di vita o volontà-di- vivere in tutte le parti della struttura umana.

FIGURA 4. I SEI CENTRI PRINCIPIO DIMMORTALITÀ

Si tratta di un grande triangolo di forza che concerne la materia, la sostanza, la costruzione della forma, la creazione, la vitalità e la persistenza entro la forma. 

Il rapporto di questi due triangoli è la chiave dell’istinto di autoconservazione, di sopravvivenza (che governa il rapporto tra spirito e materia) per la sopravvivenza dei corpi sottili alla morte fisica e del principio d’immortalità, che ha sede nell’anima e opera quando gli istinti di autoconservazione e di sopravvivenza non hanno più influenza. 

Ciò costituisce un ternario d’idee che richiede studio molto attento e che, se così posso dire, spiega il movimento spiritualistico. Il lavoro da farsi è il collegamento tra:
  •  Milza e corpo pituitario
  •  Centro sacrale e centro della gola
  •  Centro basale e ghiandola pineale.
Mentre questo avviene, i tre centri della testa cominciano a risvegliarsi dal sonno all’attività e l’effetto è così risentito:
  •   Si risveglia il centro principale della testa, comincia a funzionare la ghiandola pineale.
  •   Il centro del cuore diventa pienamente attivo, entra in attività il corpo pituitario (centro Ajna).
  •   Il centro della gola assume il giusto posto nel processo dell'evoluzione, il centro Alta Major vibra adeguatamente.
Quando raggiunge questo stadio, l’uomo è un creatore nella materia mentale di capacità ben diversa da quella dell’uomo medio che lavora inconsciamente. 

Egli costruisce all’unisono col Piano, e il Manasaputra divino, il Figlio della Mente, distoglie l’attenzione dall’essere un Figlio di Potere nei tre mondi, per concentrarla sulla Triade Spirituale, ricapitolando così su un giro più alto della spirale il lavoro fatto in precedenza come uomo.

Il chakra al centro della testa, detto dai 1000 petali o vibrazioni ma formato con 960+12=972 petali. 
Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere e Suoni. 

Questo chakra ha nel suo cuore un loto più piccolo a 12 petali di colore bianco in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della Shakti Suprema, cioè la Forza Cosmica non individualizzata. È rappresentato di colore bianco.


FIGURA 5. SIMBOLISMO CHAKRA CORONARIO


Dei sette centri è l’unico che, al momento della liberazione totale e perfetta,
mantiene la posizione di un loto capovolto, con lo stelo (l’Antahkarana)
verso l’alto, nel “Settimo Cielo”, a collegare l’iniziato con Shamballa, primo
centro planetario principale. 

Tutti gli altri centri all’inizio sono rovesciati, chiusi, con i petali rivolti verso la base della spina dorsale; durante l’evoluzione gradualmente si aprono e quindi si volgono lentamente in alto, verso il “sommo della spada”, com’è scritto nel Vecchio Commentario (5).



Note

[1] Oltre questi vi sono altri centri ancora minori.
[2] A.A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 886.
[3] Dr. Paolo Lissoni, Ospedale S. Gerardo, Monza. Introduzione alla medicina del terzo millennio quale chimica e spiritualità.
[4] H.P. Blavatsky Dottrina Segreta III, Istruzioni Segrete, pag 669, 670, 513, Edizione Cintamani.
[5] Trattato dei Sette Raggi IV pag. 146.

venerdì 4 agosto 2023

Aura : Inferno e Paradiso in Terra


I Segreti dell’Aura 


Aura : Inferno e paradiso in terra
di Athos A. Altomonte

Imparare a conoscersi significa riconoscere che la nostra realtà interiore non è unica, ma è formata da un complesso di diversi aspetti posti uno dentro l’altro come scatole cinesi. Scoprirli, comporta viaggiare dentro la propria identità, attraversando i diversi aspetti della sostanza fisica, fino a percepire quelli dell’essenza metafisica.

L’unificazione di una identità inizia dal momento in cui i pensieri modellati dalla ragione subiscono l’influenza del senso della coscienza, con cui stabilire un equilibrio psichico che molti identificano con il simbolo della Bilancia.

Il senso di coscienza manca finché la ragione punta solo se stessa, poggiandosi esclusivamente sulle proprie convinzioni, riconoscendo nel significato di coscienza solo i criteri morali stillati dalle umane supposizioni. Ma la coscienza non è un precetto morale, piuttosto, è il rapporto che intercorre tra il piccolo io individuale (la personalità) e l’Ego superiore, le cui intelligenza alcuni fanno coincidere con la presenza dell’anima.

Sensazioni, desideri, emozioni e sentimenti sono gli elementi fisici che più influenzano la coscienza che, in un gioco di riflessi, a sua volta li influenza. Queste interazioni producono l’effetto di reciprocità, che coinvolgendo la coscienza nei conflitti e nelle contraddizioni della materialità, ne segna per lungo tempo il carattere dell’uomo. 

Materializzandosi, la coscienza fisica resta separata della propria controparte sottile, finché, il lavoro interiore non indurrà la ragione fisica a fronteggiare le proprie contraddizioni.

Il confronto è stato spesso rappresentato sottoforma di un dialogo tra l’uomo ed i suoi aspetti conflittuali. Altrimenti, il dialogo avveniva tra l’uomo ed entità favorevoli. Da qui nasce la metafora dei buoni demòni e dei cattivi dèmoni. In realtà, Dei buoni e Dei cattivi sono emanazioni dell’uomo. E la loro apparizione, nel bene o nel male, è sempre il risultato delle sue decisioni.

Il lavoro occulto ha lo scopo di unificare “buoni e cattivi” sotto il controllo della coscienza illuminata. E il distacco della natura fisico-animale è il primo passo per trasformare l’energia del disordine in forza mentale equilibrata e volontà bilanciata. Lasciando libera la coscienza sottile di modellare nella mente fisica forme pensiero prossime ai canoni dell’Armonica*.

* Il terzo occhio. Il concetto generale di “Armonica” è che esiste la possibilità di ottenere e costruire immagini e forme sonore, che siano nello stesso tempo oggetto di percezione sia visiva che auditiva. Non si tratta, beninteso, di connotazioni simili a quelle della scrittura musicale o di qualsiasi forma scritta della parola. 

 E anziché denotare i suoni nel modo usato oggi, si potrebbero impiegare segni diversi, ma la natura geometrica dell’Armonica ne rimarrebbe inalterata. Questo, appunto, è il nocciolo delle figure sonore, nelle quali trova espressione diretta il proporzionamento sonoro e numerico. Ne consegue che qualsiasi diagramma armonico é, di per sé, una figura sonora. 

Questa ricerca risale ad epoche remote. Hans Kaiser, ricorda le figure umane disegnate dagli egizi, il famoso “canone di policleto”, e lo studio di Wineken sulle proporzioni del corpo umano maschile e femminile, dove l’altezza dell’uomo é suddivisa in dodicesimi – cioè in quinte di ottava; quella della donna in terze di ottava.

L’ermetismo, che usa paragonare il valore delle sensazioni alla qualità dei metalli, chiama questo processo trasmutazione metallica. La metamorfosi psichica che amalgama le forme del pensiero fisico (i dèmoni) a quelle della coscienza sottile (demòni), fino alle forme del pensiero spirituale che, a seconda del linguaggio, vengono chiamate angeli, deva, oppure eloim.

Come applicazione esteriore possiamo considerare lo studio dell’immagine sonora della figura umana, dapprima mostrandone le proporzioni armoniche esterne, poi il contenuto sonoro.

Come applicazione interiore ricordiamo che le immagini e forme sonore interessano contemporaneamente tre sensi: il tatto (numeri, misure) la vista e l’udito (suoni) e il tutto si congiunge in un atto mentale. E l’atto mentale, aggiungiamo, rende superflua ogni percezione fisica.

Ciò significa che partendo da un atto mentale, come può esserlo una forte capacità di visualizzazione, per costruire una forma pensiero, un’immagine o un suono non sarà più necessario ricorrere a contatti sensoriali (sentire, toccare, vedere, gustare), perchè ogni percezione potrà essere generata dalla forza del pensiero.

 Questo processo accelera l’evoluzione di quella visione mentale, chiamata metaforicamente apertura del terzo occhio.

La coscienza contiene ogni caratteristica di una identità, per cui, è solo la coscienza ad essere il ponte di se stessa. Comunicando con i diversi aspetti caratteriali, e collegando l’io individuale (la ragione) all’intelligenza dell’Ego. 

Usando un paradosso, per viaggiare in se stessi, bisogna pensare alla coscienza come ad una “scala mobile” su cui porsi per essere trasportati sino al punto voluto. In questo, l’autocontrollo ed un sistema di visione cosciente (tecniche di visualizzazione), aiutano la mente a creare i collegamenti che uniscono i diversi aspetti sensibili della propria coscienza. 

Così, da realizzare l’unificazione interiore che fa dell’uomo una identità completa.

Riconoscersi significa sopratutto ritrovare se stessi, liberandosi dalle sovrastrutture dettate dalle abitudini e dai preconcetti ideologici e culturali. Al contempo, è necessario rigenerare la zavorra psichica dimenticata in quella profonda stanza interiore chiamata subconscio. Sarà la rigenerazione dell’essenza profonda a rendere più agevole la risalita verso la parte di coscienza sottile chiamata cielo interiore.

Le tappe del viaggio

Cielo interiore, discesa e risalita sono termini simbolici di un sistema di insegnamenti occulti che facevano parte dell’antica Dottrina segreta*. 

* Molti elementi sono contenuti nei risvolti esoterici del Raja Yoga. Dal sanscrito: Unione Reale, il Raja Yoga agisce per dare “potere alla mente”.

Ma senza cimentarsi in ardue ricerche, sappiamo che ogni principio dell’antica scienza è stato trasposto in chiave moderna. È nella scienza di oggi, dunque, che vanno trovati. Evitando, così, che l’esoterismo resti un vano esercizio di fantasia.

La discesa e la risalita sono il punto di partenza e d’arrivo d’ogni viaggio. Tutti i catechismi esoterici, senza distinzione, insistono sul tema della discesa interiore. 

La cui rappresentazione emblematica è nel motto “VITRIOL”: acronimo di «Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum Lapidem»; che traduciamo: “visita (scendi) l’interno della tua terra (l’essenza fisica, l’inconscio) e correggendola troverai (capirai) la pietra nascosta (la vera natura)”.

Partendo dal postulato che … nessuno può uscire fuori da se stesso senza restarne accecato … (se incoscienti si è privi della coscienza di essere coscienti), tutti i “viaggiatori” hanno scoperto che quanto cercavano era nascosto dentro se stessi. 

Sia che fosse la luce intellettuale, la verità spirituale, oppure Dio. Nell’aspetto immediato, la discesa serve a riportare alla luce brani di vita rimossi o dimenticati (idee e ruoli in disuso, vecchie abitudini, ecc) che, senza guida, restano ancorati a noi nascosti dall’ombra interiore.

Dunque, il confronto con quelle energie imprigionate è di tipo liberatorio. Riportare in superficie le forme simboliche trattenute nei “nostri sotterranei”, significa poterne riutilizzare l’energia che andrebbe altrimenti perduta. Questo recupero energetico ha l’effetto di ringiovanire la mente ma, come si vedrà, il confronto non è cosa da poco. 

Non basta la persuasione per convincere le forme sotterranee ad abbandonare i propri territori che in fondo sono il loro mondo e la loro vita. Bisogna fare di più per riportare in superficie le “piccole vite” rimosse. Sia per il “visitatore” che per “loro” i disagi suscitati dal confronto sono molti. E l’unica risorsa utilizzabile è una forma di dialogo che non può essere improvvisata. 

Dialogare, interrogare e dirigere le “piccole vite” sono i momenti in cui occorre perizia tecnica. Ed è questo il momento in cui si rende più necessario il sostegno di una guida esperta, soprattutto nell’interpretare simboli e segni. Altrimenti è come se il confronto avvenisse tra attori di linguaggi diversi.

Se non verrà interrotta, la traversata «dell’inferno» renderà agevole ascendere ai piani alti della coscienza, da dove si può accedere alla sommità del nostro «cielo». Apice che con la sua luce e suono di gloria non è solo il «paradiso in terra» ma pure l’unica uscita dal nostro piccolo universo chiamato aura.

Pensando al viaggio interiore la mente corre al viaggio di Dante, che reinterpretò la salita nella montagna iniziatica, il cui ingresso è rappresentato dalla caverna platonica.

Il poeta era alla ricerca di “Beatrice”, la sua anima e quindi la parte più alta di se stesso. “Beatrice” per Dante, come “Arianna” per Teseo, sono la metafora dell’anima che funge da “filo conduttore” del viaggio, che dal mondo esteriore (il caos) porta al centro interiore (l’ordine). 

Questo c’insegna quanto sia determinante per raggiungere la meta, la solidarietà del femminino sensibile, ovvero, la guida del senso della coscienza. Il femminino sensibile si manifesta attraverso la percettività sottile (v. lo sviluppo dei sensi) che si sviluppa attraverso la sensibilità mentale, l’empatia e l’intuito. Aspetti che portano al risveglio intellettuale. Che non va confuso con il nozionismo culturale, perchè, la luce dell’intelletto corrisponde a quella dell’anima.

Riassumiamo le prime informazioni di rilievo:

1) il viaggio iniziatico è un processo interiore;
2) la via è la coscienza, mentre la mente è il manubrio con cui indirizzare la volontà che muove in ogni punto del processo;
3) si scende dentro se stessi per poi risalire ai livelli intermedi ed iniziare ad ascendere;
4) il filo conduttore è il femminino sensibile, cioè, la percettività, prima inquinata dalla sensitività fisico-animale, che va rigenerata e resa percettività pura.

Tratteremo di seguito alcuni strumenti sussidiari alla mente

• tecniche ed esercizi di visualizzazione;
• tecniche ed esercizi di discesa (VITRIOL);
• tecniche ed esercizi d’esperienze di vetta;
• tecniche ed esercizi di purificazione e rigenerazione dei veicoli mentali;
• tecniche ed esercizi di energizzazione attraverso il respiro;
• tecniche ed esercizi per lo sviluppo e l’allineamento dei chakra.

La vita delle idee

Demòni e Dèmoni interiori

L’uomo è il Dio creatore dei propri pensieri. Generandoli, ne fa entità viventi dotate di capacità di volere, tanto da sopravvivere all’oblio del proprio creatore. Seppure dimenticate, le “piccole vite” sopravvivono nel profondo della coscienza, associandosi a simili, accomunate dal desiderio di riemergere riconquistandosi l’attenzione del proprio generatore. Ma la ricerca di monopolizzare l’attenzione, dirigendola verso ciò che desiderano, le rende oltremodo pericolose. Perchè, la loro coalizzazione costiuisce quella forza di persuasione occulta chiamata tentazione.

Bisogna distinguere tra la potenzialità delle ispirazioni che arricchiscono la mente ed il disordine degli impulsi che s’indirizzano al soddisfacimento della natura inferiore. Dopodichè, buone e cattive ispirazioni vanno ritenuti aspetti morali di chi divide la coscienza in buona e cattiva. In realtà, la coscienza è una sola e le buone o cattive intenzioni stanno solo nel pensiero di chi l’usa o ne abusa.

Senza facili vittimismi, diciamo che siamo noi, coi nostri pensieri, a dare forma ai dèmoni triviali e tentatori che c’inseguono, come siamo sempre noi l’angelo ispiratore. Si tratta, dunque, di due aspetti della stessa coscienza che, legata alla purezza del pensiero, si presenta sottoforma di nume tutelare o maligno tentatore. 

Non serve altro per rendere chiara l’importanza della rigenerazione mentale, sulla quale Maestri ed Iniziati hanno sempre tanto insistito. Ma per non cadere negli inganni del devozionalismo, quindi, bisogna sapere bene cosa cercare e dove trovarlo.

Il nume tentatore è il frammento di coscienza fisica tanto coinvolta nella vita del corpo animale da essere ebbra delle sue sensazioni. La presenza tutelare, invece, è la coscienza sottile, impersonale, libera dai sensi fisici e dotata di una estrema sensibilità immateriale.

Le tentazioni sono il prodotto della spinta che gli impulsi esercitano sulla ragione, affinché ripeta le esperienze che hanno soddisfatto i sensi fisici*. Mentre l’avversione agli impulsi della natura inferiore proviene dalla consapevolezza di una mente sempre più influenzata dalla presenza dell’Ego (la coscienza superiore). 

Questo ci fornisce la chiave di lettura al postulato kantiano per cui la comprensione spirituale non può prescindere dalla coscienza morale (il syneìdesis socratico), che sorge dall’essere consapevoli dell’esistenza di un “tribunale interno” all’uomo, che Kant definiva «la voce di Dio».

* La natura fisico-animale non è condannabile. Condannabile è chi ne abusa per seguire i suoi miraggi. L’uomo è ciò che pensa, non l’animale che lo trasporta. Il corpo, perciò, è solo lo strumento che gli permette di manifestarsi. Usato con giudizio il corpo si rivela strumento prezioso, ma non bisogna lasciarsi usare dalle sue forze.

Tossicità del pensiero e vampirismo energetico

Tanto la visione egoistica che quella altruistica dipendono dal grado di sensibilità sviluppato dalla coscienza fisica. I pensieri, però, si modificano subendo influenze esterne, che vengono assimilate più o meno consciamente. Per cui, è corretto sostenere che assimilare casualmente modi ed abitudini ha lo stesso valore di cibarsi a casaccio, senza badare alla qualità e senza badare all’eventuale tossicità del cibo ingerito.

E se questa disattenzione è grave nell’adulto lo è ancora di più nei bambini, le cui coscienze vengono intossicate dalle cattive abitudini dei genitori e dalle aggressività che provengono persino dalle ideologie sportive. Le tossicità psicologiche sono di diversa natura, forma e tenacia e non si trasmettono solo a menti adulte, deboli e suggestionabili ma anche attraverso pratiche associative, tra cui le peggiori sono le sedute spiritiche, veri e propri focolai di vampirismo energetico*.

* Gli insegnamenti di ogni tradizione iniziatica condannano esplicitamente le pratiche spiritiche, adducendone validissimi motivi, tra cui spicca il pericolo del “vampirismo energetico” (che la scienza chiama, orgonomica), causato da gusci elementari di energia astrale, che cercano di rinnovarsi risucchiando energia dagli astanti. 

Il pericolo d’influenze nefaste incombe finché non s’impara a schermarsi mentalmente esercitandosi nell’attenzione: nella vigilanza del pensiero, delle parole e nel controllo delle emozioni.

Che, perciò, debbono essere trattenuti allacciati in una catena dove l’energia fluisca e rifluisca, così, il cerchio diventa una specie di “mucca da mungere”, a cui gli elementari, per trattenere gli astanti, rivolgono “parole suadenti” tanto ovvie quanto prive di luce spirituale.

Per il principio che il simile richiama il suo simile, sono ammesse alle pratiche evocative solo menti “stabili e pure”, come non sono mai i curiosi partecipanti alle sedute spiritiche, che così richiamano solo spazzatura astrale.

L’unica pratica ammessa è la costituzione di un eggregore rituale, attraverso il cerimoniale teurgico. In questo caso, come in quello di un eggregore individuale, è indispensabile applicare il metodo definito “invocazione-evocazione”.

Perciò, finché non si siano riportati sotto il controllo della coscienza mentale gli impulsi e gli stimoli che interagiscono con la natura animale, solo uno sciocco può parlare di “libero arbitrio”, mentre sarebbe corretto paralare di “libera scelta”, spesso occasionale e fortuita. 

Il “libero arbitrio” è il frutto di una mente progredita, libera dalla sfera emotiva della natura inferiore, capace di prevedere con equilibrio e senso di giustizia il risultato delle proprie decisioni.

L’inferno ed il paradiso in terra

Si era detto che l’area dove “vivono” le rappresentazioni simboliche chiamate “piccole vite” è il subconscio. Che non è solo individuale, perchè ne esiste uno di maggiore portata, comune a molti, fino ad uno condiviso dall’intera umanità, chiamato inconscio collettivo. Il subconscio individuale e l’inconscio collettivo sono l’inferno in terra. E per liberarsene bisogna “sgombrarlo”. Più facile a dirsi che a farsi!

La metafora della discesa negli inferi è descritta nelle epopee eroiche di ogni tradizione. Anche di Gesù si disse che dopo morto discese tre giorni all’inferno. La discesa all’inferno non è un mito, ma la descrizione di un cammino probatorio che ha la funzione di ripulire il passato svuotandolo dei coaguli indesiderabili, che impediscono all’anima di procedere nel suo cammino.

Anche al singolo interessa discendere nel proprio sotterraneo, per sgombrarlo, facendone “emergere” i contenuti fino ai piani della consapevolezza.

Sulla discesa sono state costruite vaste letterature, soprattutto in chiave pessimistica, che raccontano le innumerevoli pene conseguenti i peccati. In realtà, va detto, nessuna pena si aggiunge alla colpa o all’errore, che non siano le conseguenze di ciò ch’è stato fatto. S’intende, allora, che alla colpa non segue altro castigo se non quello derivante dalle conseguenze per l’errore commesso. In altra parole, il danno è l’unica colpa dell’errore. 

Una danno che non ha solo un risvolto materiale, però. Perchè, il danno maggiore è la macchia che resta sulla coscienza, e sarà quella più difficile da dissolvere.

Inferno e paradiso non sono luoghi fisici ma due stati di coscienza.

Diversi ma conseguenti, hanno entrambi una funzione. Ed anche se quella dell’inferno non è la più piacevole, non significa che sia meno importante, perchè, finché il dolore dell’errore resterà la migliore spinta educativa dell’umanità, l’inferno resterà la principale molla del crescere. E così sarà in futuro, poiché la scarsa memoria dell’uomo rende molto lento l’apprendimento dagli errori commessi in precedenza, prolungando di conseguenza la propria sofferenza.

Sofferenza che, evidentemente, può essere abbreviata con una educazione appropriata che agisca a modificare le caratteristiche interiori di mente e coscienza. Quindi, l’inferno è uno stato di coscienza che almeno individualmente può essere corretto abbastanza in fretta, sino ad annullarne gli effetti peggiori.

Il “segreto” sta nel non farlo da soli, il che comporterebbe tempi lunghissimi. La prassi più veloce è quello di “allearsi” ad entità maggiori offrendosi lealmente alla trasformazione. Queste forme pensiero di gran lunga superiori agli eggregore normalmente conosciuti, per mantenere la propria integrità fluiscono parte della propria energia nel “nuovo arrivato” che chiameremo simile minore, aiutandolo nella rigenerazione, così, da rendere equilibrato il contatto. 

Ma per essere riconosciuti “simili” anche se minori, qualcosa di se stessi bisogna pur aver cambiato.

Tanto per cominciare essere tornati liberi.

La “liberazione”, rappresentata dalle “ali” è il passo decisivo verso l’evoluzione interiore, che permette alla coscienza di espandere la propria consapevolezza, allargando i limiti della mente, e sviluppando il collegamento con la coscienza dell’Ego (il supercoscio). Già dai primi collegamenti si produce un punto di contatto chiamato baricentro egoico*, che costituisce il nucleo della cosiddetta mente superiore. 

* La mente egoica, o mente superiore, è il punto di contatto tra la sfera psichica prettamente individuale e quella del mondo causale (chiamata superconscio) in contatto con le cosiddette idee archetipe. La coscienza sottile e impersonale, attraverso il superconscio materializza il nucleo di pensiero chiamato Ego o Sé superiore, la cui mobilità produce la mente egoica.

Questo è il confine tra “terra e cielo”, qui l’ombra è rischiarata dalla luce dell’intelletto, qui finisce l’inferno ed il figlio della terra comincia a trasformasi in figlio del cielo.

L’ego superiore, che gli orientali chiamano vero Sé, è l’anello di congiunzione tra la sfera di percezione intellettuale e la natura-immanifesta chiamata «anima». L’importanza della mente egoica è che in lei s’incontrano le due nature del pensiero umano, la fisica e la metafisica, che da opposte diverranno complementari. E poiché la mente egoica è il punto d’equilibrio tra le due opposte nature, diviene il baricentro tra le due polarità mentali.

Appendice


L’incontro tra terra e cielo, cioè, tra mente e superconscio avviene penetrando in sé stessi.

Appreso a dominare l’energia della propria sessualità, l’uomo la trasforma prima in impulso intelligente e poi in spinta creativa. E quando diventa sufficientemente forte e sicuro, comincia ad esteriorizzare parte delle proprie potenzialità vitali.

L’esoterismo orientale insegna che la via del ritorno è quella scandita dall’ evoluzione. Partendo dalla sfera più materiale, l’uomo apprende a generare, usare e dominare diverse qualità di coscienza fino a ricongiungersi alla coscienza dell’anima. 

Per poi, sommandosi ad essa, ricomporsi alla coscienza della monade (la coscienza del nucleo spirituale). 




Ermete Trismegisto, nella numerologia sacra, menzionava la trinità, o ternario, umano. Scrivendo che il Tre (l’uomo e le sue emozioni ) sarebbe tornato ad unirsi al Due (l’anima ed i pensieri sottili) ricomponendosi nell’Uno (lo spirito divino).

Riuscirci sta agli sforzi dei singoli iniziati