venerdì 25 agosto 2023

Trasmutazione dell’energia sessuale

Nel realizzare la Grande Opera, se un individuo durante vari cicli di manifestazione, riesce a portare a termine la prima e più impegnativa parte, seguendo la “via umida”, entra in contatto “per attrazione” con un’anima che ha realizzato anche la seconda parte dell’opera seguendo la “via secca”, unendosi sessualmente possono ricongiungere le due fiamme dell’Athanor? 

 E “fissare” il tutto? È una domanda che mi è stata posta e a cui potrei rispondere solo per intuito non avendo esperienza in merito. Voi cosa ne pensate? Un atto sessuale “Sacro” fra le due scintille Divine, può effettivamente ricongiungere la Grande Fiamma?

... les deux flammes d'Athanor? 


Trasmutazione dell’energia sessuale

di Athos A. Altomonte


D: Nel realizzare la Grande Opera, se un individuo durante vari cicli di manifestazione, riesce a portare a termine la prima e più impegnativa parte, seguendo la “via umida”, entra in contatto “per attrazione” con un’anima che ha realizzato anche la seconda parte dell’opera seguendo la “via secca”, unendosi sessualmente possono ricongiungere le due fiamme dell’Athanor? E “fissare” il tutto?

È una domanda che mi è stata posta e a cui potrei rispondere solo per intuito non avendo esperienza in merito.

Voi cosa ne pensate? Un atto sessuale “Sacro” fra le due scintille Divine, può effettivamente ricongiungere la Grande Fiamma?


R: Credo, e non me ne volere per quel che dico, che questo sia un esempio di rappresentazione psicodrammatica che l’uomo/donna fa di una realtà distante e, perciò, incomprensibile.

L’essere senziente drammatizza ciò che non comprende e ne fa un’immagine (mentale) a sua somiglianza.

Una rappresentazione che, proprio perché simile a se stesso, lo allontana sempre più dalla sfera d’influenza delle grandi realtà naturali. Ed anche la sfera “spirituale” è una realtà naturale, diversa dalla nostra, certo, ma non per questo si può pensare che non “obbedisca” a delle Regole. 

A proposito dei miti spirituali, ricorderò sempre ciò che scrisse uno studioso: «l’uomo sogna, e quando i suoi sogni sono condivisi da molti, nascono i miti e le leggende spirituali».

In verità, la spiritualità è un aspetto di una grande (per noi comuni) realtà “naturale”, ma di una diversa dimensione che ci compenetra. Una dimensione-sostanza tanto più sottile, della nostra assai più “lenta” realtà materiale, che noi definiamo divina. Non pensando che quella stessa realtà, che consideriamo “distante” perché non ne abbiamo “coscienza”, ci permea e in un certo modo ci anima.

Un atto sessuale “sacro”? Non credo. Ma si può “elevare la sostanza” dell’atto meccanico, permeandolo con il sentimento dell’amore profondo. Questo, a mio parere, è l’atto di trasmutazione prodotto dall’Alchimia spirituale che si differenzia dalla “chimìa fisica” (le passioni) mossa dagli ormoni (vedi Alchimia di un Amore profondo).

Attraverso l’amore profondo l’altro/altra, non resta un mero oggetto di desiderio e di soddisfazione, ma viene sublimato e torna alle sottigliezze dell’idea che muove quel sentimento di generosità altruistica e dedizione transpersonale. Insomma di chi “vive” per la felicità dell’altro. 

E se il sentimento viene corrisposto l’idea si raddoppia in mascolino e femminino, manifestando anche sul piano fisico quell’Unità da cui entrambi possono venire illuminati.

In altre parole: l’energia della natura fisico-animale (atto manifesto), attraverso l’amore profondo (sentimento transpersonale) si trasmuta nell’energia sottile dell’Idea che genera quel sentimento (equazione: idea = sentimento = atto manifesto = espressione dell’idea). In questo caso, il “sacro” può essere l’Idea di amore profondo che unisce due anime in una sola volontà e in un solo destino. 

La parabola di questa rinnovata unità, finché non è reclinata dagli egoismi personali e dalle incomprensioni, sovrasta grandemente il mero atto meccanico che passa e scompare senza traccia. Mentre l’Idea che muove il senso di amore profondo (che bisognerebbe definire) è, per noi comuni, immortale. 

L’Idea o aspetto, esisteva in sé prima che noi la scoprissimo per tale e resta così com’è anche quando noi ce ne allontaniamo, per inseguire il senso (Maya) delle nostre “ragioni”.

D: Credo di avere colto il senso della risposta, mi resta solo un dubbio: quando dici “… manifestando anche sul piano fisico quell’Unità da cui entrambi possono venire illuminati …” intendi dire che un uomo e una donna, attraverso la sublimazione di un Amore profondo, anche su questo piano, possono raggiungere un’Unità, che sia fonte di illuminazione per entrambi, o che per un uomo e una donna il raggiungimento di quella Unità sia l’obiettivo attraverso il quale “si ritorna”.

R: Credo che il versante exoterico dell’argomento, possa essere riconosciuto nel tentativo mutuato attraverso il Tantra Yoga. Purtroppo uno Yoga (Unione) poco compreso, se non nelle sue “gestualità sessuali” profane, così da essere usato per sublimare l’unione di due esseri attraverso il piacere dei sensi e non la loro unione spirituale attraverso le “energie che muovono i sensi”.

L’Uomo e la Donna tantrici non sono due persone che copulano in maniera stravagante. Sono l’allegoria delle due energie, cosiddette femminino e mascolino (Yin e Yang), che a partire dal Divino (manifesto) sino all’umano, compongono i “diversi piani di manifestazione”. Piani che possiamo riassumere in aspetti, di cui l’uno è la voluta superiore dell’altro.

Come ad esempio: fisico-enegretico, emotivo-passionale, ragionevole-intelligente, intuitivo-empatico, empatico-sprituale. Importante è ricordare che i generi non possono essere combinati altrimenti. Come, ad esempio, non è possibile giungere alla spiritualità partendo esclusivamente dalla ragione.

Non credo di poter affrontare un tema così pregnante in una breve risposta.

Comunque ti riassumo volentieri due aspetti operativi dell’argomento.

Per evolversi l’uomo deve riconoscere il femminino ch’è in se, e svilupparlo. Dal canto suo, la donna deve scoprire e sviluppare il proprio mascolino. Mascolino e femminino, però, non hanno nulla a che fare con i genitali (come taluni credono) ma sono «stati di coscienza». 

Che potremmo definire di tendenza analitica ed espressiva il primo, ricettiva e sensitiva la seconda. Certo che detto in due parole, questo concetto potrebbe essere frainteso “maliziosamente”.

Ne consegue che, nella coppia iniziatica, l’uomo fa riconoscere il mascolino alla compagna attraverso se stesso. Mentre la donna rivela all’uomo i misteri della femminilità attraverso se stessa. Dunque, così avviene un matrimonio diverso, fatto di coscienze più che di sensi. Il sesso in sé ha un altro scopo, che in questo momento non discuteremo. 

L’amore tantrico, al pari dell’amore (sposalizio) alchemico è una somma di diverse energie, che non vengono né sopite né scacciate, perché quest’opera non è morale bensì iniziatica. Unire un femminino ad un mascolino significa dare vita ad una “spirale”, che segna l’inizio di un processo “trasmutativo” chiamato metamorfosi, o trasmutazione metallica (a secondo del linguaggio che s’usa).

La spirale “eleva il tono” (suono interiore) dei tanti frammenti di diversità che separano la coscienza fisica da quella iperfisica, “attraendoli” in un solo complemento chiamato coscienza.

Qui si mette a fuoco un altro determinante concetto. Perché, “essere coscienti” significa capire, capire vuol dire conoscere e conoscere vuol dire sapere. Perciò l’iniziato sa, che sapere è uno stato di coscienza e non una somma di nozioni imparate a memoria.

Questo metodo è l’asse portante del lavoro interiore.

D: …volevo inoltre aggiungere che l’esperienza della coppia nel riconoscimento della propria divinità mascolina e femminina, è anche esperienza di un amore travolgente … spirituale.


R: Certo, anche se bisogna considerare come sia normalmente difficile distinguere la “vibrazione” (l’estasi) dell’amore “profano” (sensuale) da quello emotivo, intellettivo ed oltre.

Nessun tipo di vibrazione, però, va mortificata (intervento morale), perché, ognuna svolge “una funzione” insostituibile. E se la “funzione” viene espressa in maniera corretta, sarebbe contro natura umiliarla, reprimerla o demonizzarla.

Come afferma la psicanalisi Junghiana (ma non solo quella), la repressione morale (censura) delle “funzioni naturali”, finisce per produrre delle personalità ossessive sollecitate da sostanziali turbe mentali. E, a questo proposito, la storia dimostra abbondantemente gli effetti nefasti di certe repressioni, soprattutto tra i religiosi comuni.

Questo perché: una cosa è «sublimare l’idea» (l’energia che muove l’idea), un’altra è reprimerne (castrazione) il suo naturale svolgimento.

Una mente evoluta è “educata” ad indirizzare al meglio le proprie energie, anche quelle sessuali. Tanto che l’energia (generatrice fisica) della Libido s’innalza, sino a diventare energia creativa (propulsore) della psiche superiore (in sanscrito detta: Manas).

Allora, lascio al buon senso trarre le conclusioni di questo distinguo.