La Lussuria
La Lussuria farà entrare un certo sensualismo in tutti i domini iniziatici nei quali questo tipo di Occultista sarà indotto ad operare. Egli sarà, a priori, sempre ostile alle Dottrine troppo spirituali o troppo ascetiche; sempre pronto a sostenere la necessità di transigere in maniera assai liberale, sulle esigenze della natura umana (inferiore).
Delle religioni e delle dottrine in cui la sensualità recita una parte, (tantrismo, gnosticismo licenzioso e magia sessuale e sensuale), egli si farà difensore e, solo per questa ragione, affermerà che un'organizzazione iniziatica mista sarà assai superiore ad un'altra, esclusivamente maschile o femminile.
Ma, soprattutto, questo difetto si eserciterà nella facilità con cui trasmetterà sconsideratamente le iniziazioni e gli insegnamenti di cui è depositario, ad interpreti inadatti ed estranei a questa Scuola. Cederà, per la medesima ragione e con altrettanta sconsideratezza, segreti iniziatici ad individui, per ottenerne i favori.
Ed infine, come per le fornicazioni e gli adulteri spirituali rimproverati ad Israele dai Profeti e dal Cristo, egli si farà, forse, anche seguace di dottrine, iniziazioni e cerimonie, spesso di segno opposto.
Non esiterà, per suo interesse, per suo piacere, o anche per sua semplice curiosità, a rivolgersi verso correnti di Forze inferiori o astrali, allorchè scorgerà che le Forze Superiori non gli rispondono, non potendogli quindi servire in questi domini.
La LUSSURIA corrisponde all'Aria e si oppone alla Giustizia.
La Pigrizia
La Pigrizia porterà l'Aspirante smarrito verso una specie di quietismo, dove l'inazione dell'Anima e l'assenza di ogni opera esteriore gli faranno considerare la perfezione come banale amore per Dio. Resterà cieco ai mali degli esseri che lo circondano o, vedendoli, non farà nulla per alleviarli, stimandoli quale equo risultato dei loro errori passati.
Giungerà a disinteressarsi anche di se stesso, rimettendosi alla Provvidenza per accedere alla salvezza della perfezione morale, considerando così l'Ignoranza una via tanto sicura, quanto la Conoscenza Spirituale.
La PIGRIZIA corrisponde al Fuoco rovesciato e s'oppone alla Forza.
L'Invidia
L'Invidia porterà il piccolo-iniziato a desiderare non solo i primi posti ed i piccoli-onori, ma non esiterà a ritardare, e magari a combattere, l'avanzamento altrui se v'indovina o vi teme una superiorità che può eclissare la sua. Userà lo "spegnitoio" su fatti e persone, dottrine ed insegnamenti, su libri e documenti, se suscettibili di nuocere al suo prestigio ed interesse.
Non avrà posa se non possiederà più degli altri, considerando un'offesa qualcosa che non possa ottenere, anche se ben deciso in anticipo a non servirsene perchè all'opposto intellettualmente, od anche perchè non ne comprende l'utilizzazione.
L'INVIDIA corrisponde al Principio Sale e si oppone alla Carità.
La Collera
Manifestandosi in lui la collera, l'Aspirante perderà disciplina e controllo su se stesso. Il suo autoritarismo e la sua straripante attività non gli permetteranno di comprendere come altri, in condizioni simili, siano meno avvantaggiati di lui. I suoi giudizi saranno affrettati, quanto definitivi; la sua irruente impazienza lo porterà a maltrattare i qualitativamente inferiori, i deboli e gli ignoranti. E se ha la disgrazia di divenire odioso, forma più tenebrosa dell'invidia, le sue piccole-conoscenze, potrebbero fare di lui un mago Nero. La COLLERA corrisponde al Principio Mercuriale e si oppone alla Carità.
L'Orgoglio
Lo si è chiamato da più parti: "il padre di tutti i mali". Nell'Aspirante, l'Orgoglio lo porterà a considerarsi superiore ad ogni profano e da tutti molto diverso, e questo perchè intellettualmente solo un pò arricchito.
Egli s'immaginerà volentieri in possesso di segreti e d'insegnamenti che sono stati svelati solo a lui; s'immaginerà spesso predestinato ad una certa missione, che solo lui può svolgere, giustificato dai suoi meriti e qualità speciali. Spesso afferma di essere stato questo o tal'altro importante personaggio in vite precedenti.
Da tutto questo clima -ed altro ancora- egli acquisirà un solido ed altezzoso disprezzo per quello che definisce l'umanità profana. E circondato da un esilio "dorato", resterà nell'impossibilità di percepire o riconoscere che, magari vicino a lui, dissimulate nella banalità di esistenze modeste, operano
Anime di scelta mille volte superiore alla sua. In breve, nel passato come nel presente e nel futuro, egli è colui a cui tutto è dovuto e di conseguenza tutto può esigere. L'ORGOGLIO corrisponde al Principio Zolfo e si oppone alla Fede.
I Sette Vizi raddoppiano i Sette Peccati Capitali e ne sono in qualche modo i frutti: l'Imprudenza, frutto dell'Avarizia; l'Intemperanza, frutto della Golosità; l'Ingiustizia, frutto della Lussuria; la Codardia, frutto della Pigrizia; l'Odio, frutto dell'Invidia; l'Alterigia, frutto della Collera; l'Ignoranza, frutto dell'Orgoglio. L'Uomo è così punito dove ha peccato.
Le due Cristallizzazioni spirituali
Due Virtù Tenebrose si oppongono alle Due Virtù Sublimali: l'Accecamento s'oppone all'Intelligenza, l'Errore alla Saggezza.
L'Accecamento: Questa Potenza Tenebrosa ci toglie il discernimento degli Spiriti e ci mette nell'impossibilità di percepire all'interno delle specie e degli oggetti materiali cosa li lega ai Poli opposti del Bene e del Male, della Luce e delle Tenebre.
Essa ci vela il senso nascosto delle parole, ottenebra immediatamente l'esoterismo ed il senso superiore dei Testi, ci fa preferire "la lettera che uccide" allo Spirito che vivifica.
E, cosa ancora più grave, ci impedisce l'accesso al senso profondo delle Scritture Cristiane o di ogni Libro Santo, se ci proviene da un'altra religione.
Infatti, egli regna Signore nell'animo di ogni materialista e di ogni ateo, allorchè questi sono tali tanto per un atto deliberato della loro volontà, quanto per una discesa progressiva verso l'accecamento in conseguenza di una noncuranza cosciente.
Ci vela le realtà spirituali dissimulate sotto le apparenze e si può dire che, per essa, le Verità Eterne divengono inaccessibili all'uomo "perduto".
L'Errore: Questa Potenza Misteriosa ci porta la confusione interiore, ci toglie il senso del Bene e del Male, del Giusto e dell'Ingiusto, del Bello e del Brutto, del Buono e del Cattivo.
In questi domini, ogni discriminazione si cancella a poco a poco, ma dove egli diviene più grave è quando ci offusca il senso del vero, dell'autentico, in materia religiosa.
Per l'Errore, l'Aspirante sperduto non è più in grado di percepire ciò che gli è utile, e quando l'Anima è giunta così lontana, nell'immersione nella Materia e nella discesa verso le Tenebre Spirituali, si può difficilmente scorgere una risalita con i propri mezzi.
Nell'impossibilità di distinguere ciò che ha perduto, di giudicare nettamente la sua situazione, l'Aspirante smarrito scambierà qui, e facilmente, il Male per il Bene e s'immaginerà, con ostinazione, d'essere sul cammino della Luce, mentre è su quello delle Tenebre.
È nell'animo del Satanista che questa Potenza irrompe e s'irradia con ampiezza, deviando, con la sua Luce Nera, altri ciechi verso un Punto Determinato.
FILOSOFIA ERMETICA
La Prima Materia riceve il suo sostentamento dal FIAT o Verbo della creazione. Ed il Verbo proviene dal Padre, e per suo mezzo tutte le cose furono create. E lo Spirito emana dai Due, ed è l'aria divina che dà vita. Così l'aria rende viventi tutte le cose elementate. Il fuoco riscalda tutte le cose, l'acqua le rinfresca, le disseta e le ristora.
La terra nitrosa, come una madre nutre e conserva tutte le cose. Così il fuoco ha generato l'aria e l'aria a sua volta alimenta il fuoco così ch'esso viva. Infatti l'aria cambiata in acqua è il nutrimento del fuoco, ed in questo elemento acqua e umido radicale, cioè nell'untuosa e grassa umidità radicale, brucia il fuoco.
E la terra, come un contenitore di sali nitrosi, porge il nutrimento, e nel suo seno abitano questi elementi tutti, perchè nel suo seno si trova il sulfureo sale nitroso della Natura.
La cosa buona ed unica che il Superno ha creato in questo mondo visibile. Questo unico sale, madre degli elementi, è l'acqua che la Natura contiene nel suo ventre. Un Fenice che vive nel Fuoco.
Un pellicano che dà vita col proprio sangue ai suoi figli morti. È il giovane Icaro annegato, la cui nutrice è la terra, l'aria è sua madre ed il fuoco suo padre, l'acqua la sua purificazione e la sua bevanda.
Una pietra che non è pietra, un'acqua che non è acqua, ma una pietra con forza di vita ed un'acqua con potere di vita, un sulphur, un merkur, un sale che la Natura tiene nascosti in se stessa e che nessuno che non sia saggio conoscerà, nè vedrà mai. Il Supremo concede i Suoi doni per il lavoro.
Il Vetriolo Filosofico
"Esistono due vetrioli -ci dice un maestro- o piuttosto il vetriolo può presentarsi sotto due forme, il Vetriolo Puro ed il Vetriolo Impuro o volgare...". Effettivamente vi è, come ebbe ad affermare anche Paracelso, l'Anima di ciò che è conosciuto come Elemento Predestinato, in tutte le cose.
Questo Elemento Predestinato si compone di Sale, di Zolfo e di Mercurio, ed è immerso e disseminato in una massa formata di flemma e terra morta, dannata; ciò ci da il Corpo, tale e quale lo vediamo. La Terra Morta è, evidentemente, l'Hilé degli Gnostici.
Ne abbiamo un esempio nei vegetali: cosa sono gli alcaloidi come chinina o anicotina, se non i principi puri ed attivi di questi vegetali? Se privati di questi principi, essi restano senza forza e senza azione.
Se nell'Alchimia fisica, supponiamo di sopprimere questa flemma o terra morta, avremo il Vetriolo Puro. Sarebbe altrimenti Vetriolo impuro e l'Opera sarebbe tanto più difficile e lunga, quanto maggiore l'impurità e minore la quantità d'Elemento predestinato.
È questo Vetriolo Puro la base dell'Opera Ermetica, la Materia prima dell'Arte.
È il Sale che, per una serie di operazioni, prenderà la forma delMercurio o Fuoco Segreto, e, per un'intima unione tra Fisso e Volatile, ci darà lo Zolfo, la Calamita Filosofica che attrae lo Spirito Universale, il "Sale Armonico". Questa serie d'Operazioni è racchiusa nella frase: "Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultam Lapidem" definizione d'un procedimento alchemico interiore ben conosciuto dai Kabbalisti, riassunto poi in VITRIOL : "Visita l'interno della Terra e, rettificando, troverai la pietra nascosta".
S'intravede ora, come deve svolgersi la prima operazione d'Alchimia Spirituale: l'Interiorizzazione alla ricerca del Sè. Recita un testo: "...non domandare la Fede, per poter pregare poi. Prega prima, e la fede inonderà la tua Anima.
Ma non ho detto abbastanza, affinchè tu sappia che devi ormai formarti un Corpo Mistico, che si sostituirà in tutti i tuoi atti al corpo visibile, per impiegare finalmente le tue forze immateriali, e così vivrai nell'iperfisico, e là è la vita..." "...coordina dunque tutte le tue azioni e tutte le tue impressioni, al fine di formare un insieme armonico perfetto. Sforzati d'acquistare l'estrema lucidità del tuo intento.
Allontanati da ciò che contamina la vista, non ascoltare ciò che profana l'orecchio, esalta in te il sentimento nella personalità, per sforzarti poi di assorbire questa in seno all'Assoluto..."
Alla Vista, non offriremo che letture, un gabinetto di lavoro, laboratorio ed oratorio, strettamente limitati a quelle tre qualità.
All'Udito interiore, testi dalle profonde risonanze a quelle tre note. Le parole, le frasi, i pensieri, portano con sé un'anima insospettata, un testo profondamente meditato, pensato e ripensato da centinaia di Adepti, diventa in qualche modo un'armonica, in una successione di Parole di Potere.
All'Odorato, creeremo un clima particolare, con fumigazioni frequenti al momento delle orazioni o delle nostre meditazioni. Sopprimeremo ogni miscuglio evocante un clima psichico diverso e non adatto o praticato in dottrine straniere, ma soprattutto di quei luoghi e di quelle operazioni che riguardano la magia pratica. Ma torneremo su quest'argomento.
Al Tatto, offriremo il contatto dei vecchi libri ermetici letti e riletti, meditati e conservati con amore da coloro che ci precedettero sul Cammino. Un'opera antica è sempre superiore ad un libro nuovo.
Ogni oggetto si carica a poco a poco nel corso della sua vita incosciente, e la psicometria ne dà dimostrazione definitiva; il ricercatore ci lascia sempre qualche cosa della comprensione o della incomprensione, inevitabilmente mischiate. Resta nondimeno, nell'incavo delle sue pagine, la Potenza del suo sforzo teso allo scopo.
Al Gusto, riserveremo l'arte di scegliere, con saggezza e buon "gusto", gli elementi generali di questo quadro essenzialmente occidentale, rosacrociano ed ermetico. Non utilizzeremo simbolismi troppo marcati da una qualunque confessione; lasciamo tutte queste formule in Catene, dove si parla per non dir nulla.
E non ci legheremo con riti ed usi comuni alle masse che, per camminare verso uno Scopo identico, non vanno affatto per la nostra stessa Via. Rammenteremo che la Potenza degli Eggregori è tale da attrarre e cedere Forza a coloro che sapranno fondersi ai Loro Rituali.
Come l'Universo e l'influsso degli Astri irradiano secondo disegni e cicli ben determinati l'Evoluzione dell'Opera Ermetica, così, nel "cielo interiore", l'Aspirante vedrà lo svolgersi di una successione di "stagioni" simboliche.
Alla "stagione mistica" di ogni Virtù Cardinale, corrisponderà dunque una stagione terrestre, un Elemento, un Temperamento, un Modo Ascetico ed un aspetto del Tetramorfo Divino con l'Arcangelo corrispondente:
Apostolo Virtù Card Dono dello S.S. Stagione Ascesi Elemento Arcangelo Luca Prudenza Consiglio Autunno Silenzio Terra Uriel Matteo Temperanza Timore Inverno Solitudine Acqua Gabriele Giovanni Giustizia Pietà Primavera Digiuno Aria Raffaele Marco Forza Coraggio Estate Veglia Fuoco Michele
Così: alla Prudenza corrisponde il Silenzio e la Terra; alla Temperanza corrisponde la Solitudine e l'Acqua; alla Giustizia corrisponde la Fame e l'Aria; alla Forza corrisponde la Veglia e il Fuoco.
Si ritrovano queste quattro mortificazioni tanto nel Cristianesimo, che nel Buddismo e nell'Islamismo. In particolare, nella Sfinge con la sua tetralogia ben nota agli Occultisti:
SAPERE |
VOLERE |
OSARE |
TACERE |
Acqua |
Aria |
Fuoco |
Terra |
che corrispondono ai quattro elementi, disposti esattamente come nella base della Tetractys Ermetica.
Il Silenzio
Il Silenzio può essere:
Silenzio della lingua, che consiste nell'astensione dal parlare diversamente che "per Dio" o "con Dio" o con "un altro Dio".
S'intenderà per "altro Dio" il contatto con il Maestro.Silenzio del Cuore, consiste nella rinuncia di ogni pensiero diretto agli Esseri o alle Cose Create.
Il Silenzio, solo, conduce alla Conoscenza di Dio. "Pensa a Dio più spesso che non respiri..." È la Via prima dell'Aspirante. Il Silenzio corrisponde alla Terra e alla Prudenza.
La Solitudine
La Solitudine è il mezzo per assicurare il Silenzio alla lingua. Infatti eviteremo di mischiarci materialmente agli altri, alla folla profana, alle futili preoccupazioni per futili desideri e futili obiettivi. Separa nella mente, se necessario, gli uomini dalle donne, gli uomini e le donne.
Il monachesimo è stata la prima Via per l'Iniziato, ed evitare interiormente il contatto degli Esseri e delle Cose del mondo grossolano è la Via Prima dell'Adepto.
Essa obbedisce a tre moventi:
- Evitare il Male proveniente dal Prossimo;
- evitare il Male che si può fare al Prossimo;
- rendere permanente la compagnia del Maestro che si ha nell'Assemblea.
La Solitudine, sola, conduce alla Conoscenza del mondo e corrisponde all'Acqua ed alla Temperanza.
La Fame o il Digiuno
Il Digiuno consiste nella riduzione del nutrimento, con la conseguenza naturale di una diminuzione dei bisogni fisici. Essa deve essere assicurata nello spirito di povertà, modestia, dolcezza, calma, purezza. Che l'Aspirante ricordi i digiuni di tutti i grandi Profeti.
I quaranta giorni di digiuno nella terribile solitudine del deserto di Giuda, al termine del quale il Maestro Gesù ebbe l'apparizione di Satana, il Principe delle Tenebre, e la Prova della triplice tentazione. Ed il Cristo spiega agli Apostoli come, nella guarigione di un posseduto, certi demoni siano scacciati solo dal digiuno.
La Fame, sola, conduce alla Conoscenza di Lucifero e corrisponde all'Aria, di cui egli è Principe (Paolo, Ef. 2,2), ed alla Giustizia.
La Veglia
La Veglia è frutto della Fame poichè questa scaccia il sonno inutile, spesso reso pesante da una nutrizione troppo abbondante. Ora, vi sono contatti tra Uomo ed Assemblea "Celeste" che al Principio non possono riuscire che nel sonno, traendo vantaggio da uno sdoppiamento dell'Anima fuori del Corpo, lontana dalla sua Vibrazione grossolana.
Una quiete suscettibile di liberare l'Anima, è il sonno che ha luogo durante un digiuno importante. Ma la nostra Veglia ha altri scopi che sono: La Veglia del Cuore, che ricerca istintualmente la Contemplazione. La Veglia dell'Occhio, la Visione, che realizza ed oggettiva questa nel cuore, (il Tempio Interiore o Uovo Filosofico), definendola.
La Veglia, sola, conduce alla Conoscenza dell'Anima e corrisponde al Fuoco ed alla Fede.
GLI ELEMENTI DELLA GRANDE OPERA
La Terra dei Filosofi: la Prudenza
La Prudenza è un principio d'azione morale che perfeziona la ragione pratica dell'uomo, affinchè in ciascuna delle sue azioni egli disponga ed ordini ogni cosa come conviene, comandando a se stesso, ed a tutti coloro la cui azione è subordinata e ne dipendono, ciò che conviene fare ad ogni istante, per la realizzazione perfetta di ogni Virtù.
Essa è costituita, nelle sue applicazioni correnti, da diversi aspetti: Il ricordo delle cose passare, o memoria; chiarezza di vedute nei principi d'azione generale , o particolare; la riverenza per ciò che hanno determinato i più saggi che ci hanno preceduto; la sagacità di scoprire ciò che sarebbe impossibile domandare repentinamente ad altri; il sano esercizio della ragione, applicato ad ogni azione; la lungimiranza e la determinazione voluta al momento dell'azione, e riguardo la sostanza di questo atto; la circospezione verso tutto ciò che comporta detto atto; la precauzione verso tutto ciò che potrebbe mettervi ostacolo e comprometterne il risultato.
La Prudenza è, a dirla schietta, la virtù del comando: Comando a se stessi, o prudenza individuale. Comando nella famiglia, o prudenza familiare. Comando nella società, o prudenza reale. Un dono dello Spirito Santo corrisponde alla Virtù della Prudenza, ed è il dono del Consiglio.
Con questo nome s'intende una disposizione superiore e trascendente, che perfeziona la ragione concreta e pratica dell'uomo. Questa disposizione particolare la rende, allora, pronta e docile a ricevere tutto ciò che è necessario all'illuminazione.
Essa viene in soccorso della ragione umana ogni volta che si rende necessario poichè, anche provvista di tutte le virtù, acquisite od infuse alla sua nascita, la ragione umana resta sempre soggetta all'errore o alla sorpresa, nell'infinita complessità delle circostanze che possono intervenire nella sua azione, sia per essa stessa, che per altri. In tutto ciò, l'insieme delle trappole che la Prudenza ci permette di evitare.
Virtù determinante allo sviluppo, è la prima a dover cercare di assimilare e, con lei, il dono del Consiglio. La Virtù della prudenza ed il dono del Consiglio si raggiungono con la pratica del Silenzio e della Meditazione, e corrispondono alla Terra dei Filosofi. Terra Filosofica.
L'Acqua dei Filosofi: la Temperanza
La Temperanza è la Virtù che mantiene, in tutte le cose, la parte affettiva e sensibile nell'ordine della ragione, affinchè essa non porti indebitamente ai piaceri che attraggano particolarmente i cinque sensi esteriori.
Si manifesta nei seguenti modi: La continenza che consegue dal non seguire i movimenti scomposti delle Passioni. La clemenza nel moderare, secondo la Virtù di Carità, l'azione correttiva su coloro che hanno commesso del male, che la Virtù di Giustizia esige di veder corretto ed espiato come necessario ed ineluttabile.
La mansuetudine dell'evitare il movimento interiore della passione d'equità, che altro non è, esteriormente, che la Collera. La modestia consiste nel raffrenare, moderare o regolare la parte emotiva in cose meno difficili delle precedenti, come il desiderio del proprio eccellere, il desiderio di conoscere ciò che non ci è immediatamente necessario o utile ai nostri fini ultimi, le azioni e le attrazioni esteriori del nostro corpo carnale ed infine, la nostra apparenza nella maniera di comportarsi, vestirsi, ornarsi.
Alla Virtù della Temperanza corrisponde un dono dello Spirito Santo ed è il dono del Timore, che consiste nel tenersi d'innanzi alla Rivelazione Tradizionale, che ci presenta una conoscenza di DIO, con santo rispetto in ragione della eccellenza e della bontà della Maestosità Divina.
E non si tema nulla quanto l'esporsi ad allontanarsi da Lui, a causa dei nostri errori e delle nostre mancanze. Inoltre, il dono del Timore, avuto riguardo all'eccellenza dei fini ultimi che la Rivelazione Tradizionale ci trasmette, ci fa considerare tutte le cose del mondo grossolano, che risvegliano il piacere dei sensi volgari, come pericolose o perfettamente inesistenti.
La Temperanza ed il dono del Timore si raggiungono con la pratica del Silenzio, e corrisponde all'Acqua dei Filosofi. Acqua Filosofica.
L'Aria dei Filosofi: la Giustizia
La Giustizia è la Virtù che ha per scopo il far regnare tra gli Esseri un'armonia di rapporti, fondata sul rispetto di ciò che costituisce, a diversi gradi, i loro beni morali o fisici, spirituali o materiali, ed il regolare i nostri stretti doveri riguardo tutte le cose e tutte le creature. Come tale si distingue dalla Carità che, per uno spirito differente, è meno sottomessa a norme limitative.
La Giustizia fa regnare la Pace e l'Ordine nella vita individuale, come nella vita collettiva. Si applica tanto ai beni temporali, quanto alla reputazione ed alla dignità spirituale del prossimo. Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di Giustizia, è il dono di Pietà.
La Pietà consiste nell'abituale disposizione della Volontà a rendere l'uomo pronto a ricevere la manifestazione diretta e personale dello Spirito Santo, ponendolo a contatto con Dio, la Causa Prima, nei più lontani misteri della Sua Vita Divina; come un Padre, teneramente e filialmente riverito, servito ed obbedito.
Ci guida la Giustizia, a trattare con tutti gli altri uomini, come con tutte le altre creature ragionevoli, Angeli, Spiriti e Demoni, nei nostri rapporti con essi, come lo domanda il Bene Divino e Superiore che ci unisce tutti, a gradi diversi, nella Causa Prima, come Padre della grande famiglia divina.
Il dono di Pietà è certamente ciò che mette il "Sigillo di Perfezione" ai rapporti che gli uomini possono e debbono avere, sia tra loro che con Dio. È il coronamento della Virtù di Giustizia e di tutto ciò che essa regola. La Giustizia e il dono di Pietà si raggiungono con la pratica del Digiuno, che corrisponde all'Aria dei Filosofi. Aria Filosofica.
La Forza è la Virtù che ha per fine la perfezione dell'ordine morale nella parte emotiva e sensibile dell'uomo. Consiste nel resistere ai più gravi timori, così come a moderare gli impulsi d'audacia più arditi, affinché l'uomo non si allontani mai dal suo dovere.
La Forza si manifesta sotto diversi aspetti: La magnanimità nell'affermare la speranza verso opere grandi e belle, che si desiderino compiere. La magnificenza di una disposizione della parte emotiva ad affermare ed accrescere l'impulso della speranza verso ciò che è arduo e costoso da compiere, verso tutto ciò che è doloroso e faticoso da realizzare.
La pazienza di sopportare con stoicismo, e sino alla Reintegrazione finale, tutto il dolore che ci viene dalla vita presente, nel sopportare gli interventi ostili o sacrileghi degli altri uomini verso l'Opera o nei loro rapporti con noi, e quello delle forze del Male all'occasione della Battaglia.
La perseveranza di combattere il timore della durata di uno sforzo e senza badare al suo possibile insuccesso.
Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di forza, è il dono di medesimo nome, altrimenti chiamato Coraggio. Se la Forza non riguarda che gli ostacoli ed i pericoli che l'uomo ha il potere di sormontare o di subire, il dono corrispondente dello Spirito Santo si rivolge ai pericoli ed ai mali che non sono assolutamente in facoltà dell'uomo -solo- affrontare vittoriosamente.
Così il dono di Forza o di Coraggio permette di vincere il dolore che accompagna la separazione, nella morte fisica o psicologica, da tutti i legami della vita presente, e di mantenere l'attenzione per il solo bene superiore che li compensa e li supplisce all'infinito: la Reintegrazione e la vita eterna che ne deriva.
Questa sostituzione, effettiva, facile e desiderata della Reintegrazione, a tutti i dolori e miserie della vita terrestre, malgrado tutte le difficoltà e tutti i pericoli che si addensano sul Sentiero dell'uomo in marcia verso lo Scopo Supremo, dolori e miserie che la Morte fisica riassume tutti, questa sostituzione è l'Opera particolare dello Spirito Santo.
Lo scopo essenziale di questo dono è, infatti, la Vittoria dell'uomo sulla Morte e su tutti i terrori che essa ispira. La Forza ed il dono del medesimo nome, si raggiungono con la pratica della Veglia che corrisponde al Fuoco dei Filosofi. Fuoco Filosofico.
Il Principio Sale: La Carità
La Carità è la Virtù che ci eleva ad una vita di comunicazione con le Potenze Celesti, intermediarie del Piano Divino, e con il Piano Divino stesso, se sia di sua felicità e giudizio farlo.
La Carità come aspetto di contatto e di comunicazione mistica, suppone in noi due cose: una partecipazione alla Natura Divina che, divinizzando la nostra, ci eleva al di sopra, e a dispetto di ogni ordine naturale umano ed angelico Oltre dunque al modo ultimo di manifestazione nella creazione mondana e sino a quello proprio di DIO e facendo di noi degli dei secondari evidentemente, ed introducendoci nella Sua intimità: Salmo LXXXII: "Dio sta nell'Assemblea Celeste, Egli giudica tra gli Dei..." ; Vangelo di Giovanni, X,34: "Ho detto, voi siete degli dei..."
Dei Principi d'azione proporzionati a questo stato divino e che ci mettono in grado di agire da veri agenti secondari, figli di Dio e come agisce Lui stesso, conoscendolo come Lui ci conosce, amandolo come Lui ci ama e compiacendoci in Lui come Lui si compiace in noi.
Queste due realizzazioni mistiche sono intimamente legate alla presenza, nell'Anima dell'Adepto, della Carità assoluta che sgorga da un atto d'amore totale, con il quale l'Uomo vuole a Dio quel bene infinito che la Fede gli ha rivelato, e che prova anche per se stesso e per tutti gli altri uomini.
La Carità comporta anche altri aspetti secondari: La Misericordia che c'impietosisca sul dolore degli Esseri, in tutti gli aspetti della vita, e che si soffra di questa miseria e di questa angoscia come proprie, realmente ed intimamente proprie.
La Generosità che ci fa essere sempre ed immediatamente portati ad ostacolare il Male ed a facilitare il Bene, tanto nel dominio spirituale che in quello materiale. L'uomo, essere dotato di una coscienza che non partecipa ai suoi compromessi, non saprebbe ignorare né il Male, né il Bene, conoscendo l'uno e l'altro, pretendersi al di là, al di fuori dell'uno o dell'altro, e cioè eludere le proprie responsabilità.
Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di Carità, è il dono di saggezza che non bisogna però confondere con la Virtù Sublimale di questo nome. Il dono di saggezza, che non sarà la Saggezza, fa si che l'uomo sotto l'azione occulta dello Spirito Santo, giudichi ogni cosa con la sua ispirazione prendendo per norma e per regola propria i giudizi della più alta e sublime di tutte le Cause, la Saggezza Divina, tale quale essa si è degnata manifestarsi a noi, con la Fede che è lo Zolfo dei Filosofi.
La Carità corrisponde, nella Vita iniziatica, al voto di povertà (essenzialità della vita): il Disinteresse ai beni, agli onori, ai piaceri di questo mondo inferiore, è con questo voto di Povertà che si raggiunge egualmente il dono di saggezza.
Il Principio Mercurio: la Speranza
La Speranza è la Virtù che rende la nostra volontà sostenuta dall'Azione divina che, venendo essa stessa verso di noi, ci conduce alle Verità Eterne, quali la Fede ce le rivela e come ciò che può e deve essere la nostra completa illuminazione.
Questa Virtù è assolutamente inaccessibile senza la Fede, che presuppone necessariamente, giacché è la Fede sola che dà alla Speranza oggetto e motivo sul quale basarsi.
Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di Speranza è il dono della Scienza, la quale sotto l'azione dello Spirito Santo, deve poter giudicare con certezza assoluta e verità infallibile, e senza affatto usare il naturale procedimento del ragionamento, ma intuitivamente, il vero carattere delle cose create in tutti i loro rapporti con quelle della Speranza.
Che esse debbano essere ammesse e professate o servire a scopi o soggetti per la nostra condotta, affermando così immediatamente, ciò che nel mondo Naturale è in armonia con le Verità Eterne, o al contrario, è loro opposto.
La Virtù di Speranza corrisponde, nella vita iniziatica, al voto di Castità, che non ha nulla in comune con la continenza sessuale. Ed è la Castità che permette all'uomo di liberarsi poco alla volta della servitù dei sensi.
Così come permette alla comune coppia umana, agendo in modo naturale e legittimo, la continuazione della creazione delle forme della specie, senza decadere o depravarsi reciprocamente. È con il voto di Castità che si raggiunge egualmente il dono della Scienza.
Il Principio Zolfo: la Fede
La Fede è la virtù che rende la nostra intelligenza fermamente aderente e senza dubbio d'ingannarsi, benché essa non percepisca questo in modo intelligibile, a tutto ciò che gli giunge attraverso il canale della Rivelazione Tradizionale e di conseguenza da Dio stesso, nella Sua Volontà di comunicare all'uomo del Suo fine ultimo per lui, che è la Reintegrazione e sull'esistenza d'un mondo invisibile di cui quello dell'uomo non è che il riflesso imperfetto e rovesciato.Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Fede è l'intelligenza, che però non va confusa con quella Virtù sublimale dallo stesso nome.
Il dono d'intelligenza, che non è dunque l'Intelligenza, aiuta la Virtù di Fede nella conoscenza della Verità divina, permettendo allo spirito dell'uomo sotto l'azione dello Spirito Santo, di penetrare il senso velato, nei termini e nelle affermazioni della Rivelazione Tradizionale, per poterla comprendere, ed almeno avvicinare i Misteri più profondi mantenendone intatto tutto il suo compendio d'importanti significati. La Fede corrisponde, nella Vita Iniziatica, al voto d'Obbedienza e che permette anch'esso il raggiungimento del dono d'intelligenza.
L'Argento dei Saggi: l'Intelligenza
L'Intelligenza è l'attributo di ciò che corrisponde alla visione, all'intuizione, alla penetrazione ed all'informazione. Come tale dunque, l'Intelligenza è la Gnosi delle Cose Divine, la Scienza del Bene e del Male, ma quale loro percezione distinta. È lei che ci dà il discernimento degli Spiriti e la possibilità di percepire sotto gli aspetti, o forme fisiche, il loro collegamento ai Poli del bene o del male, della Luce o della Tenebra.
L'Intelligenza ci fa penetrare nel senso occulto delle parole e delle lettere dei testi esoterici e nel loro significato superiore; ci allaccia al senso profondamente velato delle Sacre Scritture e dei Libri Santi e ci rivela "...il simbolismo superiore dei Segni Sensibili: Riti, Simboli, Oggetti e Materie Sacramentali..." Ci permette d'afferrare, con la mente fisica, realtà spirituali nei riflessi imperfetti delle apparenze, ci mostra le cause e gli effetti.
Nell'Alto simbolismo Spirituale della Tradizione, ci accosta alla realtà del sangue del Cristo, versato sul Calvario come Atto purificatorio per le nostre Anime ed Atto di riconciliazione; e nel fianco trafitto del Cristo, da cui il Pellicano ermetico della Rosa?, ci rivela la sorgente invisibile ed unica dei Sacramenti essenziali.
Questa Virtù ci mostra l'Eterna Realtà , raggiunta dalla Fede, sotto una luce tale che, pur senza mai comprenderla in modo totale, ci rinsalda nella nostra certezza e non solo intuitivamente, come con la Fede, ma come ragionevole chiara-visione.
Ad un più alto livello, essa ci dà una visione di Dio non già rivelandoceLo, -ciò è impossibile-, ma facendoci comprendere con certezza assoluta ciò che Egli non potrebbe essere. L'Intelligenza ci rivela dunque quella che un Maestro indica come "La Tenebra Divina".
L'Oro dei Saggi: la Saggezza
"La Saggezza consiste nella scelta del migliore fra i dati accessibili all'Intelligenza." Presupponendo dunque questo, la Saggezza non opera nel suo seno che per eliminazione. È la sottomissione spontanea, intelligente e comprensiva, ad un bene che percepisce predominante. Come tale, è una discriminazione tra atto di Bene o di Male nella Scienza di questi due Opposti.
Se Intelligenza è Conoscenza, Saggezza è l'uso che se ne fa; in qualche modo l'aspetto superiore dell'azione della Fede, della Carità e dei Principi Mercurio e Sale. La Saggezza ci fa giudicare tutte le cose, giudicandole in conformità della più Alta di tutte la cause e dalla quale tutte le altre dipendono, mentre essa non dipende da nessun'altra.
Ed è in questa Virtù che l'Adepto può raggiungere il più alto grado di conoscenza accessibile ad un Essere incarnato, poiché questa non risiede più in un fenomeno di percezione generale, come nell'Intelligenza, Scienza del Bene e del Male, ma in un fenomeno di percezione particolare che è solamente Scienza del Bene e della sua conoscenza assoluta.
È ancora nella Carità la base della nascita in noi della Saggezza; infatti la Carità sgorga da un atto di amore totale dell'uomo verso Dio e la sua Creazione che la Fede gli ha fatto conoscere, quello stesso amore che ora vuole per lui e per tutti gli altri esseri, coscientemente inseparabili da DIO.
Da questo momento, non vivendo che questo Bene, avendolo compreso e definito, non potrebbe più confonderlo con il suo contrario, se non per un atto di volontà negativa.
E di tutto ciò che gli porterà delle cose, la "rete della sua intelligenza", della visione di tutti i "possibili" di Dio, sarà di quest'atto d'amore totale ch'egli si servirà come Pietra di Paragone. "La Saggezza sarà il filtro epuratore dell'Azione dell'Intelligenza in lui."
La Pietra d'Acqua
Non è possibile indagare a fondo le scienze e la Sapienza ed imparare a comprenderle correttamente se una Luce speciale non illumina ed aiuta il lettore e gli apre gli occhi.
Questa Luce è fatta in modo che colui che la possiede, anche nelle più grandi tenebre, anche senza nessun'altra luce, può egualmente vedere; e colui a cui essa manca, anche nella piena luce di mezzogiorno resterà cieco.
Chi arriva a possedere una tale Luce, a costui è possibile sapere come tutto si manifesta dall'origine primordiale, vedere e riconoscere tutte le stelle, il centro dei cieli nel cuore della Natura e delle creature, e fino al più profondo degli inferni.
Vedere come è forgiata l'Aura catena Homeri, e come sono collegati gli anelli, il superiore con l'inferiore, il celeste con il terrestre.
Come essi sono collegati attraverso il MEDIO e come la stella a sei punte, che è il segno, sia intrecciata, e come questa Luce risplendente attraverso la Natura, che rende l'invisibile visibile, lo spirituale corporale, e di nuovo converte l'uno nell'altro.
Anche sotto quale forma, peso, misura, scopo, essa tutto ripartisce con estrema Arte nei tre regni del mondo sublunare.
Traduz. di A. Pancaldi
Il Fuoco dei Filosofi: la Preghiera
Il senso del divino, nell'uomo non rigenerato, si esprime principalmente attraverso l'emotività religiosa e per mezzo di riti, cerimonie e sacrifici. Riveste la sua più alta espressione nella Preghiera, che accompagna necessariamente questo insieme.
"I Santi Uomini di Dio, quando vogliono camminare sui Trentadue Sentieri di Saggezza, cominciano a meditare sui versetti sacri e si preparano convenientemente con sante orazioni." Ma la preghiera, come il senso del sacro che esprime, è un fenomeno spirituale.
Ed il mondo Spirituale è fuori dall'attacco di ogni tecnica sperimentale, anche moderna. Il dominio scientifico comprende, felicemente, la totalità dell'osservabile e può, con l'ausilio della fisiologia, estendersi sino alle manifestazioni dell'iperfisico, mai al metafisico.
Come raggiungere dunque una conoscenza reale della Preghiera? Sarà attraverso l'osservazione sistematica dell'uomo che prega, che apprenderemo in cosa consiste questo fenomeno, come si produce, ed i suoi effetti.
La Preghiera ha sempre rappresentato lo sforzo dell'uomo per comunicare con Entità incorporee o metafisiche: antenati, guide, santi, archetipi, dei, o con la Causa Prima, sommità della Piramide, o forse solo con se stesso. Lungi dal consistere in una vana e monotona recitazione di formule, la vera Preghiera rappresenta nell'uomo uno stato mistico, in cui la coscienza si avvicina all'Assoluto.
Questo stato non è di natura intellettuale, così da restare inaccessibile quanto incomprensibile al filosofo razionalista e all'erudito ordinario. Per pregare bisogna fare lo sforzo di tendersi costantemente verso la Divinità: "Pensa a Dio più spesso di quanto non respiri... e delle cortissime, ma frequentassimo invocazioni mentali, mantengono l'uomo nella presenza di Dio." "La vera preghiera è figlia dell'Amore, è lei il sale della Scienza che fa germogliare nel cuore dell'uomo come nel suo terreno naturale.
Essa trasforma tutte le sfortune, perché è figlia dell'Amore, perché bisogna amare per pregare e si deve essere virtuoso per amare." "Ma questa preghiera così efficace, può mai venire da noi? Non occorre che ci venga ispirata, pensando poi solamente ad eseguirla con attenzione e ripeterla con esattezza?...
Chi ci concederà d'essere come fanciullo verso la Voce che c'ispira?.." Ma vedremo poi cosa va inteso con questa 'voce ' che parlando in noi c'ispira a raggiungere ..."il Fuoco introdotto in una Forma"...
Vi è un altro ruolo nella Preghiera, quello di Costruire ed Operare in "regioni spirituali" che restano al mondo materiale sconosciute ed inesplorabili: "Ora et Labora" va soprattutto inteso nel suo significato ermetico. Per l'uomo non ancora acceso sarà, invece: "lavorare è come pregare". Quindi se nel mondo profano lavorare è come pregare, in quello Spirituale costruire, o lavorare, è demandato alla Preghiera: "..La Fede è la sostanza delle cose sperate." (S. Paolo)
L'Orante si costruisce in un diverso livello, "in un altro mondo", quella Forma Gloriosa, quel Corpo di Luce indicato dal Maestro, e la Gerusalemme Celeste, la sua "Città Celeste", nata dal suo Tempio Interiore, che ne fu l'Archetipo iniziale. Avviene così un'Opera di reversione dall'Energia Celeste primitiva, ad una proiezione dell'Opera terrestre nel piano Celeste.
Si può ammettere allora che l'uomo che non prega, non tesse la propria immortalità, privandosi così d'un prezioso tesoro. In ogni caso, ciascuno di noi troverà al di là della morte, ciò che avrà, durante la vita fisica, sperando di trovare, voluto realizzare. L'ateo andrà verso il nulla, l'Aspirante verso un'altra vita.
Psicologicamente, il senso del divino sembra essere una pulsione sorta dal più profondo della nostra natura, un'attività fondamentale presente sia nel primitivo, che nell'uomo civilizzato, e le cui differenziazioni sono legate ad altri, anche se fondamentali, attributi quali il senso della morale, o estetico, e la volontà personale.
La storia ci mostra come nelle Nazioni, la perdita del senso del sacro e del senso della morale nell'uomo, abbia condotto sempre alla decadenza ed al loro asservimento a popoli più forti nelle loro Tradizioni Spirituali. La dispersione di grandi popoli e di grandi civiltà, non ultime quella Greca e Romana, ne rimangono il triste esempio.
D'altronde anche il senso del Divino montato all'eccesso, sino a raggiungere lo stadio d'intolleranza, fanatismo e cecità spirituale, ha condotto allo stesso risultato. È nella rottura degli equilibri, dall'accesso di assenza, all'accesso di presenza del senso di fede nel sacro, che sta il raggiungimento dello stadio di crisi nell'uomo, come nell'insieme di uomini.
L'uomo, quale composto di tessuti liquidi ed organici, è permeato da un elemento, nel concreto imponderabile, chiamato "coscienza". Ora, poiché il corpo fisico -summa di quei tessuti e liquidi- è per la sua esistenza legato ad un regolare rapporto con il mondo concreto, è allora permesso supporre che la coscienza che lo abita si estenda oltre il continuum fisico, sino al suo simile, l' "universo spirituale", tanto da permettere il contatto tra due Mondi differenti, anche se differenti solo nella limitatezza delle umane percezioni.
Se il corpo formale non può fare a meno, per il suo sostentamento, dell'universo materiale nel quale attinge gli elementi per la sua conservazione, (ossigeno, azoto, idrogeno, metalli ed altro sino al carbone, proteine, amminoacidi e così via), attraverso le attività nutritive e respiratorie, altrettanto si evidenzierebbe dall'universo spirituale da dove la nostra coscienza attingerebbe i principi atti alla propria conservazione ed alla sua "salute".
Cosa impedirebbe dunque di vedere in quella regione, chiamata Universo Spirituale, la sede di quella Causa Prima che le ordinarie religioni chiamano Dio? In caso affermativo, allora la Preghiera potrebbe considerarsi l'Agente di relazione naturale fra la nostra coscienza ed il suo ambiente, allo stesso titolo della respirazione e della nutrizione per il veicolo fisico. Non risulterebbe quindi pregare, più di quanto ne risulterebbe il respirare, il pensare, il mangiare o il bere.
Il contatto con lo spirituale va considerato, a tutti gli effetti, l'equivalente d'una funzione biologica, e come del tutto normale e naturale per una parte dell'uomo. Trascurare quest'attività, sarebbe come atrofizzare il proprio Principio, l'attivazione del quale, va sottolineato, è indipendente dal Sistema (d'invocazione) usato.