venerdì 18 marzo 2022

Gli Imperi della Umanità Terrestre


le_miroir_essénien (original V) 



La Santa Gnosi e l’Umanità Terrestre
Tratto da La Chiesa del Paracleto di Vincenzo Soro 1922.


Il dramma del processo cosmico sì riproduce nell’Umanità e nell’Uomo. La Terra quale noi la vediamo si è formata in sei epoche.

E prima furono forme di vita semplicissime, anzi le più semplici forme di vita. Poi queste forme andarono facendosi più complesse. Le cellule, si aggregarono in tessuti, i tessuti in organi, gli organi in sistemi; e la terra prese poco a poco l’aspetto attuale, coprendosi di acque, licheni, muschi, foreste ed animali d’ogni specie, dai più semplici ai più complessi[1].

Tra gli animali, e dobbiamo intendere per animale una psiche, o per essere più esatti, uno psycholon, un sistema di psichi, unito a un corpo carnale o sarcosoma, uno ve ne era, più completo degli altri e a tutti superiore dal punto di vista delle facoltà psichiche e dello sviluppo sarcosomatico.

Quest’animale era bipede e bimane e nel suo aspetto esterno rassomigliava interamente all’uomo: perciò la Dottrina Gnostica gli dà i nomi di Antropoide, Precursore, Hum-animale, ecc. Bisogna però soggiungere subito, ad evitare ogni equivoco, che questo Precursore non era una scimmia, bensì un essere più completo e più evoluto dal punto di vista dello sviluppo psichico.

L’Antropoide era il prodotto massimo dello sforzo demiurgico dell’Arconte Terrestre, cioè dell’attività costruttiva delle Forze agenti nel nostro mondo. Da principio era stato un fantasma, un aerosoma, vale a dire uno psycholon rivestito di un corpo sottilissimo ed aeriforme, diafano e vaporoso: e questo psycholon, questa anima, era un sistema complesso di psichi di vario ordine e di varia origine, rappresentante tutta la scala delle esistenze animali viventi sopra la Terra.

Poi il fantasma si era andato rivestendo di materia più densa e più solida, fino ad essere chiuso entro un involucro hilico, entro una crisalide sarcosomatica, entro un corpo di carne: cosa che del resto era accaduta per tutti gli altri animali di ordine inferiore, provvisti, cioè, di uno psycholon meno complesso e meno sviluppato. 

Così si ripeteva ciò che era avvenuto per la Tula stessa, e innanzi che per la Terra, per tutta la massa dell’Universo, la quale, prima di solidificarsi, era stata un corpo nebuliforme e gassoso.

Ma pur essendo già qualche cosa di più che un bruto, l’Antropoide non era ancora l’Uomo: gli mancava il logos, per esserlo: gli mancava, cioè, pensiero e ragione e parola: e siccome il logos non può venire che dal LOGOS, cioè da Chi è insieme Pensiero e Ragione e Parola, da Dio, l’Antropoide non poteva averlo, essendo creatura non del LOGOS, ma di «Passioni» inconsce ed ignare. Come accadde, dunque, che l’Antropoide si mutasse in Uomo?

Sofia, Nostra Signora lo Spirito Santo, vegliava sul Cosmo, tragica effiorescenza del suo dolore. Essa era la Madre e la Regina degli Angeli e degli Uomini-Spiriti, fatti di natura divina al pari di lei e del Cristo suo Sposo, e quindi al pari di loro figli di Dio.

Così una Colonia Spirituale, formata di Angeli e di Uomini-Spiriti e organizzata come l’Ogdoade, si stabilì intorno alla Terra per custodirla e per vegliarne i destini: questa colonia è il Regno del Cielo Circumterrestre, posto ai confini della nostra atmosfera: e i suoi abitanti, «esuli volontari dell’Universo Pneumatico o Gran Regno dei Cieli (l’Ogdoade), vegliano su tutti gli esseri componenti la Terra, riparando il male compiuto dagli Angeli Decaduti e combattendo questi ultimi per far predominare l’Armonia ed il Bene»[2].

Ora essendo infinitamente misericordiosi come la loro Madre, questi spiriti celesti ebbero pietà della creatura nata dall’istinto animatore delle «Passioni» cosmiche; e il «Figlio di Dio», lo Spirito, si innestò su lo psycholon del Precursore per illuminarlo, purificarlo e redimerlo, e condurlo Con sè nel Regno del Cielo.

L’Antropoide ebbe così lo spirito, e con lo spirito il logos: pensiero, ragione, coscienza, parola. E divenne Uomo: uomo così perfetto e così lontano da quello che è l’umanità attuale, che non possiamo farcene un’ idea se non pensando alla divina figura del Martire del Calvario o a quegli uomini di eccezione che l’uso chiama Santi, cioè perfetti. Era la Luce di Dio nel Regno delle Tenebre hiliche.

Era la Parola stessa di Dio che si era fatta carne per illuminare l’anima dell’Antropoide inconscio ed ignaro: «e la Parola si fece carne ed abitò in mezzo a noi». E quando l’Uomo apparve, sopra la terra, tutti gli animali curvarono la testa e la schiena innanzi a lui: poiché egli sprigionava dal suo corpo correnti di luce e onde magnetiche, e tutta la natura bruta obbediva docile alla sua volontà onnipossente.

Ed egli possedeva la GNOSI, cioè la Scienza di Dio e del Mondo; e quello che per i nostri occhi è diventato invisibile o velato di fitti misteri, non era tale per lui che vedeva e udiva quello che più non si vede e non si ode, e comunicava in maniera continua e diretta coi suoi fratelli immateriali formanti la Catena Mistica fra il Regno Circumterrestre e il Gran Regno dei Cieli.

Immune da malattie e da bisogni, non conosceva il dolore, non conosceva la morte. Dopo aver passato lunghi giorni sopra la terra, egli attraversava una serie di metamorfosi che liberavano successivamente il suo spirito e la sua anima dal corpo, il quale si spiritualizzava smaterializzandosi: e lo Spirito Umano lasciava allora il mondo di quaggiù per rientrare nella sua Patria Celeste, nel Gran Regno di Sofia e del Cristo, portando seco l’anima redenta e il corpo spiritualizzato e glorioso[3].

Ma la discesa degli Spiriti sopra la Terra per innestarsi sullo psycholon dei Precursori, se fu un nobilissimo atto di carità, fu però anche una imprudenza. Infatti, finchè la famiglia umana visse unita sul grande altopiano iranico ove si era formata, l’uomo conservò 1 suoi divini poteri, e la pace e l’amore regnarono sulla Terra come lassù nell’Ogdoade, come LASSÙ nel Pleroma Divino.

Ma quando la crescente intensità della popolazione rese quell’altopiano insufficiente a contenere i suoi abitanti, numerosi gruppi emigrarono, spargendosi per tutta la superficie terrestre. Così la Famiglia Umana si frazionò, e per forza di cose, molte di queste colonie degenerarono fisicamente e moralmente.

Costretti da speciali condizioni di ambiente ad uccidere gli animali per cibarsi della loro carne e vestirsi delle loro pelli, gli uomini, che per lo innanzi si erano nutriti di frutta e coperti di foglie, divennero crudeli e acquisirono la bestialità insita nelle carni di cui si erano dovuti cibare. Onde l’animalità sopraffacendo la spiritualità, ne risultò una degenerazione generale nella natura dell’Uomo.

L’appetito dei sensi prevalse sull’amore, con tutta la sua gamma di pervertimenti fino alla copule illecite con gli esseri inferiori: e dall’appetito dei sensi nacque la gelosia, dalla gelosia l’omicidio. In breve, l’uomo secondo lo spirito divenne l‘uomo secondo la carne. L’anima dell’Antropoide sopraffece lo spirito dell’Uomo, e lo Spirito divenne prigioniero dell’Anima che a sua volta era schiava della Materia.

Tutti i divini poteri di cui l’uomo primitivo aveva goduto furono allora interamente perduti per l’uomo normale, che si animalizzò quasi completamente. L’Angelo si addormentò nella psiche del Bruto. E questa decadenza si perpetuò per eredità in tutto il genere umano. 

Onde gli uomini nacquero schiavi dell’Arconte terrestre [cioè delle Forze occulte agenti nel Mondo Hilico], e incominciarono a patire tutta l’oppressione dei bisogni, e il caldo e il freddo e le malattie e il dolore, e finalmente la morte con la dolorosa catena delle vite successive[4]. ,

E come la degenerazione fisica produsse il pervertimento morale, così dal pervertimento individuale nacque la degenerazione sociale. il suolo, che era di tutti, fu diviso tra i violenti, i quali costrinsero i più deboli a lavorarlo per loro.

Altri, più violenti ancora e più forti, si vollero re: e nacquero i Regni della terra, scimmiottature del Regno dell’Arconte, e nacquero gli Imperi, ricalcati sul modello dell’Impero del Demiurgo. 

Infine, omicidio, usurpazione, violenza, bramosia di regno e d’impero, si assommarono nel più orrendo dei mostri sociali, la guerra, il delitto collettivo, la delinquenza legalizzata e codificata, l’assassinio e la grassazione innalzati a gesta eroica, il capovolgimento completo di tutti i valori morali: le varie colonie umane sparse sopra la terra, dimentiche di essere uscite da una famiglia comune e di essere tutte sorelle, si scagliarono le une sopra le altre per sopraffarsi a vicenda, per imporre l’uno all’altro il suo giogo; e l’Umanità fu tutta divisa in razze e sotto razze, in stati e in nazioni, viventi ciascuna egoisticamente la sua vita, e ciascuna schiava dei suoi potenti e dei suoi re.



[1] Vedi a questo riguardo il volume “La Santa Gnosi : Esposizione delle Dottrine e dei Riti della Chiesa Gnostica Universale, a cura del Dr. L. S. FUGAIRON e di S. B. † GIOVANNI II Bricaud, Sovr. Patriarca Gnostico ; traduzione, introduzione e note a cura di VINCENZO SORO (Casa Editrice Atanor, Todi).
[2] FUGAIRON e BRICAUD, La Santa Gnosi, pag. 83
[3] FUGAIRON e BRICAUD, Op. cit., pp. 86-87.
[4] FUGAIRON e BRrCAUD, Op. cit., pp. 88-89