venerdì 14 aprile 2023

V.I.T.R.I.O.L. e la discesa agli inferi


La descente au Vitriol 


In fondo a noi stessi, giacciono abbandonate parti di noi. Sono le nostre controfigure, gli attori che hanno recitato i nostri ruoli. Parti di noi, della nostra personalità, che sono la memoria di cosa abbiamo fatto e di cosa siamo stati, giacciono dimenticate in un oscuro ambiente chiamato subconscio.

La discesa di VITRIOL
di Athos A. Altomonte


Quelle controfigure sono le caratteristiche di cui noi ci siamo rivestiti, per raffigurare i modelli che abbiamo interpretato e poi abbandonato (figlio-figlia, studente, sportivo, amante, soldato, impiego-lavoro-professione, marito-moglie, madre-padre, giovane-anziano ecc) man mano che ci mutavamo in altri ruoli, modificando gli atteggiamenti e le situazioni.

Ma anche se ce ne siamo dimenticati, questi attori sono ancora svegli e vivono in noi, influenzandoci ancora con la loro presenza occulta. E non solo vivono in noi ma si nutrono della nostra energia vitale, che così depauperiamo senza scopo preciso.

Dovremmo, allora, prenderne coscienza entrando nel nostro Gabinetto di Riflessione interiore (Gabinetto di Riflessione in Imago Templi / Libro I) e decidere come operare il loro futuro.

Sarebbe bello, giusto ed utile cominciare la nostra opera di restaurazione, liberando quelle parti di noi, che noi stessi abbiamo imprigionate e poi dimenticate nel buio del nostro inferno interiore. 

Abbandonandole in quella “Interiora Terrae” chiamato subconscio.




Allora dobbiamo scendere in quella terra sconosciuta, per portarvi la luce della ragione. Scendere ad incontrare (e non è una metafora) quei personaggi, che sono i simboli viventi delle nostre scelte della nostra vita. Nel nostro sotterraneo, s’incontrano vere e proprie immagini umane che rispecchiano le parti più nascoste e dimenticate di noi stessi.

Sono queste le prime parti che si debbono “trasformare” e “liberare”. Sono le fondamenta da riedificare prima di elevare nuove mura al nostro Tempio interiore.

La discesa negli inferi è la prima azione da compiere per chi si pone alla ricerca della propria identità superiore. È un processo chiamato interiorizzazione a cui segue la disintegrazione (disidentificazione dai modelli profani) ch’è la fase liberatoria del processo, a cui segue la reintegrazione, cioè, l’identificazione di se stessi con idee di elevata fattura come quelle che caratterizzano l’Ego superiore. 

Ma tutto questo potrebbe sembrare un sogno, un’illusione. Eppure è usato dalla scienza moderna, sin da quando S. Freud la catalogò come: Indagine fantasmatica (1942). 

Ecco che gli antichi significati del Raja Yoga, della scienza dell’anima del misticismo orientale, il “Conosci te stesso” dell’antica Grecia ed il processo alchemico, coincidono con i significati attuali. 

La metamorfosi interiore, dunque, è una realtà operativa e realizzabile ( La Via di Mezzo).

La scienza medica ha sperimentato l’induzione di stati di trance attraverso l’ipnosi e l’ipnosi regressiva. Ricordare attraverso l’ipnosi, però, aveva il difetto di provocare dipendenza, come transfert ed imprinting indesiderati. Allora fu adottato il metodo dell’ipnosi vigile. 

Con il vantaggio non trascurabile, che il soggetto poteva autodeterminare la durata e la profondità della propria esperienza. La condizione per effettuare questa esperienza, rendendo davvero efficace il viaggio interiore, è quella di sviluppare una elevata capacità psichica: la visione interiore 
(L’arte della Visualizzazione in Sulla Trasmutazione metallica /5).

Perché la visualizzazione permette d’incontrare ma soprattutto di comunicare con i propri “fantasmi interiori”. Tanto da guidarli e ricondurli alla superficie della coscienza, così da liberarne la sostanza e permettere di riappropriarci di quelle porzioni di energia che altrimenti sarebbero rimaste inutilizzate per sempre .

Questo arricchimento energetico non è solo un atto di giustizia interiore (liberare i fantasmi che noi stessi abbiamo creato), ma significa liberarsi per sempre dalle loro influenze occulte: le cosiddette “tentazioni”. 

Inoltre, rigenerare tutte quelle forze sopite significa mettere di nuovo in circolo molta energia psichica. E non basta considerare il ringiovanimento della personalità fisica, ma con tanta energia nuovamente a disposizione, significa ridare “forza e vigore” ai propri propositi, alle proprie azioni, al proprio futuro