Cabinet de reflexion - Vanitas vanitatums
Vanitas vanitatum et omnia vanitas
"ritornerai dalla terra da cui sei stato tratto, poiché tu sei polvere e in polvere ritornerai" (Genesi 3,19)Vanitas vanitatum et omnia vanitas (in italiano, "vanità delle vanità, tutto è vanità") è una locuzione latina. Come Nihil sub sole novum, la frase è tratta dalla versione in latino del Qohelet (o Ecclesiaste), un libro sapienziale della Bibbia ebraica e cristiana - in cui ricorre per due volte (Ecclesiaste 1, 2; 12, 8[)
Goethe e Schopenhauer
La poesia di Goethe 'Ich hab' mein Sach aut Nichts gestellt' ['Ho puntato la mia carta sul nulla'] ci dice che solo dopo che sarà stato costretto a deporre tutti i possibili desideri e a far ritorno alla nuda esistenza l'uomo potrà ottenere tutta la serena tranquillità e moderazione necessarie per trovar sopportabile il presente e, con esso, la vita intera. (Arthur Schopenhauer, Taccuino italiano, p. 31)
Tra Goethe e Schopenhauer vi erano quasi quarant'anni di differenza. Ciononostante il poeta nutriva per il giovane filosofo, che aveva conosciuto personalmente a Weimar, stima e considerazione (pur trovandone ostico il carattere caparbio). Dal canto suo, Schopenhauer ebbe per Goethe grandissima ammirazione: tutte le sue opere traboccano di citazioni goethiane, e costante è il riferimento al Goethe grande scienziato oltre che grande poeta. In particolare, Schopenhauer, nello scritto 'La vista e i colori', approfondì e sviluppò la 'Teoria dei colori di Goethe'.
VANITAS! VANITATUM VANITAS!
Ho puntato la mia carta sul nulla.Evviva!Per questo tutto mi va così bene.Evviva!E chi vuol essere mio compagnobrindi e canti con me, e con me vuotiil bicchiere fino in fondo.Avevo puntato sui beni e il denaro.Evviva!Per questo persi l'allegria e il coraggio.Ahimè!Si spendevano soldi a destra e a manca,e come li agguantavo da una partequelli mi riscappavano dall'altra.Volli puntare allora sulle donne.Evviva!E me ne vennero guai a non finire.Ahimè!L'infedele se ne cercò un altro:la fedele mi venne a noia;la migliore non era disponibile.Quindi puntai su viaggi e traversate.Evviva!Così lasciai i costumi nostrani.Ahimè!E dovunque restai insoddisfatto:il cibo insolito, il letto scomodo,e nessuno mi capiva davvero.Puntai in seguito sulla fama e gli onori.Evviva!Ed ecco subito uno con più meriti.Ahimè!Siccome avevo voluto distinguermila gente mi guardava di traverso:per nessuno avevo agito giusto.Puntai allora sulla lotta e la guerra.Evviva!E qualche volta ci riuscì di vincere.Evviva!Invademmo la terra del nemico,non andò granché meglio all'alleato,e io ci rimisi una gamba.Ora ho puntato tutto sul nulla.Evviva!E mi appartiene l'intero pianeta.Evviva!Sono finiti canti e banchetti.Ora bevetemi tutti i fondifino all'ultima stilla.